Gli Scorpenidi sono temibili e robusti pesci predatori appartenenti all’ordine degli Scorpaeniformes.
Contano quattro famiglie: Tetraroginae, Triglidae, Scorpaenidae, Platycephalidae.
Dendrochirus zebra – Scorpaenopsis oxycephalus – Taenianotus triacanthus (Foto Roberto Sozzani).
Ordine
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Scorpaeniformes
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Sottordine
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Scorpaenoidei
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Famiglie
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Caracanthidae
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Triglidae
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Scorpaenidae
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Platycephalidae
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Sottofamiglie
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Tetraroginae
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Pteroinae
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Scorpaeninae
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Synanceiinae
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Inimicinae
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Minoinae
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Apistinae
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Generi e numero specie
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Paracentropogon 5
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Pterois ca 6
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Scorpaena 4
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Synanceia
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Inimicus ca 8
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Minous ca 6
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Apistus
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Taenionotus 1
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Dendrochirus 2
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Scorpaenopsis 6
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Setarchinae *
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Amblyapistus 3
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Nemapterois 1
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Parascorpaena 4
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Sebastinae *
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Parapterois
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Scorpaenodes
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Branchirus
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Caratteristiche fisiche
Gli esemplari di questa famiglia sono anche detti Pesci Cobra o Pesci Scorpione per via della facoltà di emettere veleni letali da apposite ghiandole velenifere poste sulla base dei raggi duri della pinna dorsale.
La conformazione del corpo è schiacciata e tozza, spiccano per grandezza le dimensioni della bocca, delle pinne pettorali (caratterizzate da lunghi raggi spiniformi) e della testa.
Su quest’ultima sono evidenziate delle appendici termiche dallo sviluppo abbastanza accentuato e un rivestimento di placche ossee dotate di spine, caratteristica ravvisabile anche negli opercoli branchiali.
In questo primo piano di Scorpaenopsis oxycephalus si nota bene l’enorme bocca, la cresta e gli apparati termici (Foto Roberto Sozzani).
Altro segno distintivo della famiglia è la cresta che si sviluppa dalla parte sottostante l’occhio fino all’opercolo.
Primo piano di Scorpaenopsis oxycephalus e di Pterois (Foto Roberto Sozzani)
Area di diffusione
Gli Scorpenidi sono diffusi nelle acque dell’Oceano Indiano e Pacifico nonché del Mar Rosso.
Vivono anche nelle zone dell’Arcipelago Indo-Australiano e in parte minima nel Mar Mediterraneo (Scorfani).
Qualche specie è segnalata addirittura nei mari freddi.
Biotopo
Come altre famiglie di pesci tropicali (e subtropicali), gli Scorpanidi frequentano i fondali dominati dal reef, ma anche in ambienti (marini o lagunari) in cui la presenza dei coralli si delinea saltuariamente.
Prosperano anche in zone caratterizzate da vaste distese di vegetazione di alghe e posidonie, e nelle adiacenze di coste rocciose e formazioni di scogli.
Gli esemplari giovani risiedono nelle acque costiere basse, nelle pozzanghere lasciate della marea e, talvolta possono spingersi fin nelle foci dei fiumi.
Comportamento in natura
Gli esemplari di questa famiglia sono pesci predatori che prediligono generalmente delle tecniche tattiche piuttosto che di caccia attiva: sono soliti mimetizzarsi nei fondali (tra la sabbia, i coralli e i sassi) e aspettare pazientemente il passaggio di pesci ignari per poi inghiottirli in un sol colpo, infatti raramente inseguono la preda se non per brevi tratti.
Con l’ausilio dei raggi liberi delle pinne pettorali, alcuni di essi si muovono agganciandosi ripetutamente al suolo, oppure sollevano la sabbia per rinvenire eventuali prede nascoste.
Trovano rifugio in grotte di grosse dimensioni oppure costruiscono tane nel substrato in cui si riparano penetrando inizialmente con la parte posteriore del corpo.
Alimentazione in natura
Si nutrono prevalentemente di piccoli pesci e crostacei anche di grossa taglia, quali i gamberetti, catturati appostandosi nella flora marina o sotto i coralli e i sassi che affiorano dal fondale.
Particolarità
Come summenzionato nei paragrafi precedenti, gli Scorpenidi producono veleni più o meno potenti a seconda della specie interessata.
Il contatto accidentale (il pesce scorpione non attacca intenzionalmente) con un esemplare produce un intenso dolore che può essere lenito bagnando abbondantemente la parte lesionata con acqua calda; nonostante il calore abbia forti proprietà deterrenti verso tale veleno, è raccomandato consultare anche un medico.
A = Aculeo di Pterois
B = Aculeo di Scorpaenopsis
C = Aculeo di Synanceia
E’ stato dimostrato che anche i cardocircolatori si sono rivelati efficaci nel contrastare l’azione venefica.
Nei casi più gravi, come in seguito a una puntura inflitta da un esemplare di Synanceia verrucosa, può sopraggiungere anche la morte.
Genere Dendrochyrus
Dendrochirus zebra (Foto Roberto Sozzani)
Dendrochyrus brachypterus
Lunghezza
Misura fino a circa 17 cm.
Diffusione
Mar Rosso e zone Indo-Pacifiche.
Biotopo
Barriere coralline.
Comportamento in natura
Questi esemplari sono particolarmente attivi in orari notturni, periodi in cui sono dediti alla caccia di piccoli pesci o crostacei nelle formazioni coralline.
Viceversa, nelle ore diurne trovano accesso in piccole grotte e anfratti in cui si nascondono per riposare.
Analogamente agli altri Scorpenidi, non vivono in coppia o in branchi.
Particolarità
La livrea degli esemplari giovani differisce da quella degli adulti per via di una colorazione più scura.
Genere Inimicus
Inimicus didactylus
Lunghezza
Misura fino a circa 18cm.
Diffusione
Oceano Indiano (Sri Lanka), Arcipelago Indo-Australiano e Oceano Pacifico.
Biotopo
Barriere coralline e vaste distese di alghe.
Comportamento in natura
Similmente agli esemplari di altre specie di Scorpenidi, non inseguono la preda a lungo, preferendo un approccio più guardingo: si mimetizzano efficacemente nei fondali sabbiosi (lasciando scoperti soltanto gli occhi e la punta della bocca) e aspettano che un pesciolino entri nel loro raggio d’azione per ghermirlo istantaneamente.
Per spostarsi attraverso gli elementi marini che affiorano dal fondo fa perno su 2 raggi delle pinne pettorali.
Genere Pterois
Diffusione
Mar Rosso e zone Indo-Pacifiche.
Particolarità
L’elemento peculiare che contraddistingue questo genere dagli altri, consiste nei raggi delle pinne pettorali non ramificati: quelli superiori non presentano quasi del tutto tessuti organici e solo alla base sono uniti mediante una membrana.
Gli esemplari di questo genere prediligono le barriere coralline anche se non disdegnano zone dove il corallo è presente sporadicamente, o di carattere lagunare.
I pesci giovani raggiungono le acque costiere basse e sono soliti nascondersi sotto fusti arborei precipitati in acqua.
E’ stata segnalata la loro presenza anche in acque di foci fluviali e in lagune con acqua salmastra.
Gli Pterois sono pesci predatori che svolgono le operazioni di caccia nel fondo: in genere sostano immobili sui coralli (con la testa rivolta verso il basso) e fagocitano repentinamente le prede a portata d’attacco: per farlo esercitano una certa pressione sulla cavità orale che determina una sorta di risucchio dell’animale attaccato insieme alla massa d’acqua circostante.
Gli Pterois adottano anche tattiche di caccia più "esplicite": allargano le pinne pettorali a dismisura per spingere la preda in strette ramificazioni coralline inibendole così ogni via di scampo.
Le fasi di caccia avvengono durante le ore crepuscolari, mentre durante il giorno si ritirano in vaste grotte oppure sotto i coralli assumendo posizioni prevalentemente immobili.
Pterois antennata
Pterois antennata
Lunghezza
Fino a 22 cm circa.
Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico e Mar Rosso.
Biotopo
Barriere coralline e lagune con sporadiche formazioni di coralli (esemplari adulti); acque costiere basse, pozzanghere derivanti dalla marea e acque salmastre (foci di fiumi e lagune).
Comportamento in natura
Quando riposa nelle caverne (in orari diurni), lo Pterois Antennata posiziona il bacino verso l’alto.
Durante la notte effettua le operazioni di caccia, alla ricerca di pesci e crostacei.
Particolarità
Registriamo una marcata affinità di livrea tra esemplari giovani di questa specie e quelli di Pterois radiata.
Esistono tuttavia delle ovvie differenze: in Pterois antennata i tentacoli sovrastanti gli occhi sono striati di nero e bianco e dotati in posizione laterale di piccole frange cutanee.
Pterois radiata
Pterois radiata (Foto Roberto Sozzani)
Lunghezza
Fino a 20-25 cm.
Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico, Mar Rosso.
Biotopo
Barriere coralline.
Comportamento in natura
Ricalca quello di Pterois antennata.
Per ulteriori informazioni consultare il paragrafo relativo alla descrizione del genere.
Caratteristiche fisiche
Pterois radiata possiede un corpo tarchiato di tinta marrone-rossastra celato da una serie di raggi (di un bianco splendente) posizionati a guisa di ventaglio.
Un cromatismo rosa-biancastro decora la gola e la livrea dell’animale quando questo riposa.
Numerose linee bianche tracciano la superficie del corpo passando nei raggi anteriori della pinna dorsale e terminando sulle estensioni cornee sopra gli occhi; nella parte inferiore del corpo, tali linee si delineano fino alle estremità delle pinne.
Altra caratteristica da segnalare consiste nelle pinne pettorali dallo sviluppo piuttosto pronunciato.
Particolarità
E’ saggio fare attenzione a tali esemplari, poiché le pinne dorsali sono venefiche.
Pterois volitans
Pterois volitans (Foto Marco Milanesi)
Lunghezza
Fino a 35 cm o poco più.
Diffusione
Indo-Pacifico e Mar Rosso.
Biotopo
Barriere coralline e raramente in formazioni solitarie di coralli (pesci adulti); lagune, pozzanghere di marea e sotto tronchi caduti in acque salmastre, quali foci di fiumi e zone lagunari (pesci giovani).
Comportamento in natura
Parafrasando un autore di racconti horror, è una specie vampira, nel senso che è attiva negli orari notturni e riposa nelle ore diurne.
Gli esemplari riposano nelle ramificazioni coralline, in grotte e anfratti inclinando la testa verso il basso.
Le prede (crostacei) vengono catturate dopo brevi inseguimenti oppure spinte tramite le pinne pettorali in vicoli ciechi dove vengono risucchiate (come spiegato nel paragrafo relativo alla descrizione del genere).
Per difendersi da altri predatori, Pterois volitans protende i lunghi raggi della pinna dorsale verso l’avversario, operazione che non viene eseguita, però, quando caccia le prede.
Caratteristiche fisiche
Il corpo dell’animale è tratteggiato da una serie di strisce verticali (chiare e scure) di colore rosso-marrone.
L’occhio, celato dai disegni summenzionati, è situato sotto un paio di protuberanze dalla conformazione cornea.
La distribuzione equilibrata di macchie chiare e scure connota le prime spine della pinna dorsale, mentre le tinte cupe prevalgono nella parte posteriore.
In età giovanile le pinne palesano una grandezza eccessiva che si riduce durante la crescita, fino a raggiungere in età adulta una misura proporzionata rispetto a quella del corpo.
Genere Parascorpaena
Parascorpaena picta (Foto Clinton Bauder)
Parascorpaena picta
Lunghezza
Fino a 16 cm.
Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Barriere coralline, lagune con coralli solitari, vegetazioni di alghe e coste rocciose.
Comportamento in natura
Vive sul fondo,tra coralli e alghe in attesa di qualche preda da ghermire (pesci e crostacei).
Genere Scorpaenopsis
Scorpaenopsis oxycephalus (Foto Roberto Sozzani)
Scorpaenopsis cirrhosa
Lunghezza
Esemplari "mastodontici" raggiungono 50 cm di lunghezza; mediamente, però, si fermano ai 25 cm.
Diffusione
Mar Rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Barriere coralline, reef morti, vegetazioni di alghe e coste rocciose.
Comportamento in natura
Del tutto simile a Parascorpaena picta.
Genere Taenionotus
Taenianotus triacanthus – Taenianotus triacanthus juvenile (Foto Roberto Sozzani)
Taenionotus triacanthus
Lunghezza
15 cm (misura massima).
Diffusione
Oceano Indiano e Indo-Pacifico.
Biotopo
Frequenta le alghe situate nelle acque costiere basse e le zone sottoposte a forti movimenti d’acqua, nelle adiacenze della barriera corallina.
Comportamento in natura
Conduce vita solitaria e il suo moto natatorio è contrassegnato da un’andatura lenta e prudente.
Caratteristico il moto ondulatorio esercitato per seguire il movimento di analoga natura delle alghe (quest’ultimo provocato dalle onde), o quando precede uno scatto veloce utile per catturare una preda.
Altra peculiarità della specie è il cambio radicale di epidermide occorrente con cadenza periodica (secondo alcuni autori, ogni 15-20 giorni).
Tale processo si sviluppa nell’arco di 3-4 minuti e si rende necessario per liberare l’animale da eventuali insorgenze parassitarie e residui organici di alghe.
La pelle vecchia si lacera in corrispondenza degli opercoli branchiali e si stacca dal nuovo strato tramite un movimento ondulatorio.
Successivamente, la pressione dell’acqua esercitata dalle aperture branchiali spinge esternamente la nuova pelle liberando così il pesce dal tessuto organico superfluo.
Genere Synanceia
Synanceia verrucosa (Foto Roberto Sozzani)
Diffusione
Mar Rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Descrizione
Gli esemplari di questo genere vengono denominati anche Pesci pietra, in quanto si mimetizzano tra rocce e sassi con maestria nell’attesa di prede di passaggio (principalmente pesci, ma anche crostacei).
I Pesci pietra hanno un temperamento pigro e sono muniti di ghiandole velenifere alla base dei raggi della pinna dorsale.
Rinomati per la loro letalità, questi veleni (che possono uccidere perfino un uomo) possono essere neutralizzati con un apposito siero di invenzione recente.
Questo genere insieme a Minous, Inimicus, Polycaulus e Leptosynanceia forma la famiglia Tetroroginae (catalogazione comunque non conclamata dalla comunità mondiale ittiologica).
Synanceia verrucosa
Lunghezza
Fino a 30 cm.
Diffusione
Mar Rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Fondali sabbiosi nei pressi delle barriere coralline, coste rocciose, lagune, pozzanghere lasciate dalla marea e vegetazioni di alghe.
Comportamento in natura
Grazie alle pinne pettorali scava un buco nel fondale sabbioso e vi si adagia aderentemente esponendo allo scoperto la parte superiore del corpo (rivestita di aculei e alghe, queste ultime eliminabili con il regolare cambiamento del muco) e l’occhio.
Il mimetismo del pesce è ulteriormente perfezionato dal cambio cromatico di livrea in accordo al colore del fondale.
Si tratta di una specie che vive solitaria e di carattere sedentario, in quanto assolutamente refrattaria ai movimenti natatori.
Genere Amblyapistus
Amblyapistus binotatus
Lunghezza
Fino a circa 13 cm.
Biotopo
Raramente nelle barriere coralline e più diffusamente nei reef morti e nelle praterie di alghe.
Comportamento in natura
Si avvale delle pinne pettorali per deambulare sul fondale sabbioso, oppure nuota in modo circospetto e lento rasente il suolo.
Quando è nervoso è solito alzare completamente la grossa pinna dorsale, atteggiamento mirato anche a spaventare una preda di passaggio.
In caso di pericolo o di riposo trova rifugio tra la vegetazione di alghe e possidonie.
Trae sostentamento da pesci di piccola taglia, crostacei e anche da Anellidi marini, quali i Policheti.
Genere Paracentropogon
Paracentropogon longispinis
Lunghezza
10 cm (dimensione massima allo stato brado).
Diffusione
Zone Indo-Pacifiche.
Biotopo
Lagune, barriere coralline e praterie di alghe.
Comportamento in natura
Conduce vita solitaria e predilige l’attacco di sorpresa nei riguardi di crostacei e pesciolini che si incuneano nelle ramificazioni coralline o tra i ciuffi delle alghe, infatti difficilmente inseguono le prede per lunghi tratti.
Ringraziamo Roberto Sozzani per le foto fornite ed invitiamo a visitare
il suo bellissimo sito di foto subacquee.
E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso dell’autore.