Certe volte i ricordi affiorano aiutati da qualche cosa di tangibile che ritrovi tra le dimenticanze celate in un vecchio ripostiglio o nei cassetti di un mobile abbandonato.
Mi è capitato così qualche giorno fa.
Sfogliavo un vecchio raccoglitore che custodiva i miei negativi in bianco e nero, naturalmente di immagini subacquee. Sul lato di un foglio di acetato era impressa una data che risaliva tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta: naturalmente del secolo scorso.
Guardai controluce le istantanee e improvvisamente mi si aprì il sipario di un avvenimento che avevo fotografato quasi per caso, che mi aveva colpito e fatto divertire, non poco, mio malgrado.
Eravamo ad una di quelle manifestazioni internazionali di fotografia subacquea che allora andavano di moda e che potevano svolgersi molto signorilmente grazie all’apporto finanziario di importanti sponsor.
Non dirò la località e non menzionerò il nome dei fotosub partecipanti per non disturbare possibili “privacy”.
Comunque se leggeranno questo ricordo e vedranno le relative fotografie a commento, non potranno fare a meno di ricordare la “battaglia della bambola”, come tutti la chiamarono.
Per sottolineare il tono di importanza dato alla manifestazione, dirò soltanto che vi partecipò la “crema” internazionale
dei fotosub. Su invito, provenivano da tutta Europa. Qualcuno anche dall’Asia e dagli Stati Uniti.
Vi erano in palio dei golosi e ricchi premi, ed eravamo tutti eccitati.
Mentre mi dirigevo, in immersione, verso la zona dove avevo intenzione di eseguire le mie fotografie, passai a fianco del relitto di un piccolo bastimento che giaceva adagiato sul fondale, come fosse in assetto di navigazione.
La vidi subito: la testa di una bambola, affacciata ad un oblò, che mi guardava sorridente. Scattai subito la prima delle foto e, sorpreso di trovarmela davanti, decisi di aggirare il relitto per trovare un passaggio e constatare chi l’avesse posata così in bella vista.
Trovai il passaggio, molto stretto, a guardia del quale c’era un fotosub
incastrato nel fondo a custodire il passaggio, il quale vedendomi faceva dei segni inequivocabili per non farmi passare, scattandomi in faccia una serie di lampi del suo flash.
Naturalmente feci subito un’altra foto, dimenticandomi nel contempo del motivo per cui ero venuto alla manifestazione.
La cosa mi divertiva e così decisi di aggirare l’ostacolo,dirigendomi verso un
punto dove notai due fotosub che pareva lottassero in una discussione a colpi di
custodie subacquee. Uno dei due teneva in mano la bambola.
Pazzesco, pensai. Scattai un paio di foto senza capire il motivo della lite: se
di lite si trattava.
Se ne accorsero e mi vennero incontro gesticolando.
Feci retromarcia e capitai, dopo un po’, davanti ad un piccolo locale. Dentro
c’era uno dei due sub che prima avevo visto litigare, che posizionava la testa
della bambola davanti all’oblò.
Come mi vide afferrò la bambola, coprendole la faccia con il palmo di una mano.
Me la voleva nascondere!
Allora Capii.
Si trattava di un concorrente che non voleva venisse fotografata la bambola, in
quanto evidentemente temeva fosse qualcun altro a copiare la sua “idea
fotografica” .
A questo punto valeva la pena di andare sino in fondo, anche a costo di trovarmi
in difficoltà con le mie foto da presentare alla manifestazione.
Continuai a scattare, pensando che forse sarebbe stato interessante fare una
documentazione da presentare alla Giuria. Se non altro in contrapposizione al
tema serio che certamente avrebbero dato alla loro ” idea fotografica”.
Io, così rimasi li a scattare ancora qualche foto, mentre loro si affacciavano di quando in quando all’oblò per controllare la mia presenza.
Al momento di consegnare i lavori alla Giuria, successe un finimondo.
Il fotosub della bambola mi accusò di avergli rubato l’idea e faceva formale
richiesta agli organizzatori di non accettare le mie foto.
Io però le avevo già consegnate. Ma non quelle della “bambola”. Avevo consegnato
le foto che avevo scattate frettolosamente, prima che mi finisse l’aria del
monobombola, scattate in un posto diverso da quello dove si era svolta la “battaglia”.
Non vincemmo nessuno dei due, ma fornimmo il motivo per delle grosse risate che
durarono sino a notte inoltrata..
Anni dopo mi rifeci. Presentai ad un fotoconcorso per reportage le foto della
“battaglia della bambola” e vinsi un secondo premio.
Autore: Sergio Loppel
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