Uno spunto di riflessione per chi si immerge è quello di considerare la ripresa fotografica subacquea quale strumento per la conoscenza del mare.
Il mio più grande obbiettivo in questo folle mondo della fotosub non è quello di insegnare qualcosa a qualcuno, ma è quello di coinvolgere il maggior numero di subacquei all’uso della fotografia come strumento divulgativo per diffondere la conoscenza. Questo per far si che tutti possano comprendere i meccanismi che regolano la vita nel mare ed entrare facilmente in una nuova visione delle cose, una visione ecologica, responsabile e consapevole.
Se restiamo concentrati troppo sui noi stessi e sulla foto fine a se stessa, a breve la fotografia subacquea, quella naturalistica almeno, sarà solo un ricordo.
Il concetto è chiaro: oggi la fotografia è in mano a tutti grazie al digitale. La forza di questo strumento può essere quindi di grande aiuto perché le fotografie non siano più appannaggio dei soli professionisti. Ciò non significa che la figura professionale è venuta meno. Significa piuttosto che l’attività fotografica ha ampliato i suoi confini e non è più cosa per pochi.
Detto ciò, appare chiaro che nel mondo della subacquea, poiché nella maggior parte dei casi ci si immerge alla scoperta del mare, degli ambienti sommersi e della biodiversità, diventa interessante osservare e fotografare ciò che si incontra durante le immersioni.
Questo lo si può fare in modo poco impegnativo, come hobby; impegnandosi di più e diventando autori di belle immagini; oppure ancora scegliendo di fare della fotografia subacquea uno strumento di lavoro. Una cosa è comune a tutte le scelte: in ogni caso è sempre possibile usare le immagini per conoscere e far conoscere.

Foto di Dario Viccari. Un fotografo subacqueo al cospetto di una grossa murena si avvicina con cautela al pesce timoroso e pronto alla fuga. Per fotografare una determinata specie occorre conoscere le sue abitudini, le sue reazioni, i luoghi in cui reperirla; la conoscenza aiuta il fotografo che ama la natura e studia i soggetti delle sue fotografie.
Ma perché mai dovremmo conoscere il mare e usare le nostre foto per farlo conoscere a chi sott’acqua non ci va? Non possiamo limitarci al divertimento puro, senza impegnativi approfondimenti, e pensare alle immersioni come a un momento di svago?
La conoscenza arricchisce e rende la fotografia densa di un significato che altrimenti non potrebbe avere. La conoscenza consente di realizzare immagini che altrimenti sono irrealizzabili. La conoscenza invita alla riflessione e al piacevole approfondimento del sapere. Fotografare sott’acqua conduce inevitabilmente alla conoscenza della vita nel mare, dell’ambiente acquatico che è così vicino a noi e tuttavia ancora così poco noto.

Foto di Dario Viccari. Ci sono pesci facili da fotografare per il loro carattere pigro e la scarsa propensione al nuoto e agli spostamenti. Come nel caso dello scorfano ripreso in questa immagine, molto bello ed elegante e relativamente facile da avvicinare, anche se difficile da individuare per il suo forte potere mimetico.
Il fotografo subacqueo si ritroverà, nel tempo, ad aver fotografato un pesce, un mollusco, una stella marina e pian piano inizierà a comprendere la differenza tra un ambiente sabbioso e uno roccioso, tra un ambiente costiero e uno profondo. Fotografando, il subacqueo imparerà a comprendere una serie di cose importanti, alcuni tra i segreti basilari della vita nell’acqua. In un secondo momento, utilizzando le sue immagini, il fotosub diventa divulgatore, diffondendo la conoscenza. Si può divulgare proiettando foto in casa tra amici o a scuola per un progetto di educazione ambientale. Si può divulgare per passione o per mestiere, ma per far conoscere la vita nel mare la fotografia resta sempre uno strumento di primaria importanza, direi fondamentale.

Foto di Dario Viccari. Conoscere il mare significa riuscire ad allenare lo sguardo per l’individuazione di quei piccoli animali facenti parte di un microcosmo infinito e ricco. Come nel caso del cavalluccio marino, piccolo pesce sempre difficile da individuare per le sue abilità nel risultare quasi invisibile sui fondali che frequenta.
Più ore passeremo sott’acqua e più ricco sarà il nostro bagaglio di conoscenze. Più fotografie scatteremo e più numerose saranno le occasioni per comprendere il comportamento animale e, non ultime, le problematiche ambientali.
Personalmente ho scelto di fare della fotografia subacquea una compagna di vita per documentare e divulgare la biodiversità dei mari e la sofferenza degli ecosistemi devastati dall’uomo. Solo la fotografia è in grado di rendere perfettamente l’idea di ciò che esiste nelle profondità del mare, laddove tutti possono tuffarsi con la fantasia ma dove solo il fotosub è in grado di portare a galla la realtà nuda e cruda, nel bene e nel male.

Foto di Francesco Turano. Il soggetto di una fotografia può essere interpretato e fotografato nel suo contesto, l’habitat in cui vive, e nei dettagli che lo caratterizzano. Nel caso di questo celenterato, uno spettacolare cerianto, le due foto lo ritraggono nella sua interezza, ambientato sul fondale che ha scelto per vivere, e nel dettaglio dei tentacoli, che nello specifico si arricciano alle estremità in caso di percezione di vibrazioni.
Le meraviglie del pianete acqua, se conosciute attraverso la fotografia, possono stimolare gli individui della specie umana alla tutela e alla conservazione, attraverso un sano processo educativo verso la consapevolezza. L’importante è provarci…

Foto di Francesco Turano. Una medusa diventa microcosmo vivente e rifugio per una serie di pesciolini che nei primi mesi di vita necessitano di nascondiglio alla vista dei predatori. Una situazione stupenda, una delle tante che la natura offre all’osservatore consapevole, ma è necessario conoscere le stagioni del mare per imbattersi in occasioni come questa, uniche per il fotosub naturalista.

Foto di Francesco Turano. Il cavalluccio marino, singolare nelle sue fattezze, è un pesce di una bellezza strepitosa e il fotografo, abile nel seguire i suoi piccoli movimenti, può cogliere attimi straordinari e immagini uniche.
Vediamoci sabato 5 marzo all’Eudi Show alle ore 15 per parlare di questo aspetto piuttosto importante della fotografia, interpretazione artistica e personale della realtà ma anche documento scientifico di inestimabile valore.
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