Il relitto del Santo Spirito? A febbraio due sommozzatori professionisti, in immersione nella zona di Porto Pidocchio, nell’Area Marina Protetta di Portofino, a una profondità di 50 metri si imbattono in un’area coperta di detriti, reti abbandonate, concrezioni.
Esaminando meglio quello che a prima vista sembra solo un mucchio di rifiuti, con grande emozione, trovano i resti di un grande veliero di legno risalente al periodo del Rinascimento.
Potrebbero appartenere al leggendario Santo Spirito, uno dei più grandi galeoni italiani, naufragato al largo di Camogli nel 1579. Gli era stato proibito l’ingresso in porto per il sospetto che avesse a bordo marinai affetti da peste.
A confermare la precisa identità dell’imbarcazione saranno gli studi, già in corso da parte della Soprintendenza che, assieme ai carabinieri subacquei ha avviato le operazioni di ricognizione. Il ritrovamento è comunque importante in quanto il primo in Italia di un relitto di quest’epoca.
Il legno in mare di solito marcisce rapidamente, non si conserva a meno che sia protetto dal carico. E molto spesso questi relitti portavano grano o stoffe che non ne permettevano la conservazione.