Fisheye: guida all’uso e tecniche creative
Cos’è un obiettivo fisheye e come funziona
Il termine Fisheye (occhio di pesce) fa riferimento al fatto che un pesce, data la configurazione del suo occhio, in acqua vede un’immagine che corrisponde ad una semisfera. Nella foto di apertura è rappresentato il dettaglio dell’occhio di un pesce pappagallo ed è chiaramente evidente, nell’area centrale del fotogramma, che l’occhio ha una curvatura a cupola analogamente agli obiettivi Fisheye; questo fatto unitamente ad altri artifici ottici, permette a questi obiettivi di avere un’immagine nitida ed un angolo di copertura di 180°. Un obiettivo Fisheye può consentire al fotografo di conferire una maggiore espressione artistica alle immagini, oltre alla capacità di mettere a fuoco in prossimità del soggetto e ottenere una profondità di campo considerevole.
Immagine distorta caratteristica
A differenza degli obiettivi grandangolari a prospettiva rettilinea, il Fisheye fornisce un’immagine distorta. In particolare quanto più ci si allontana dal centro più aumenta la distorsione. Perciò, se le linee curve sono un difetto da correggere nelle ottiche grandangolari, nei Fisheye sono un tratto distintivo.
Linee curve come tratto distintivo
Negli obiettivi Fisheye sono dritte e perfettamente perpendicolari solo una linea orizzontale e una linea verticale che formano una croce al centro dell’immagine, tutte le altre linee sono simmetricamente curve. Ovviamente anche i fotografi subacquei si avvalgono di questo interessante obiettivo che, date le sue eccezionali caratteristiche, offre la possibilità di realizzare immagini originali e di grande effetto.
Attrezzatura necessaria per l’uso subacqueo
Oblò correttori semisferici
Per il mantenimento dell’angolo di campo, che si ridurrebbe sott’acqua per effetto della rifrazione e per evitare il fenomeno dell’aberrazione cromatica, sulla custodia devono essere montati appositi oblò correttori semisferici; in questo modo la fotocamera “vede” sott’acqua come se fosse in aria. Ma attenzione non tutti gli oblò vanno bene; infatti l’elemento determinante per la qualità del Dom è il raggio di curvatura. In genere si tratta di calotte sferiche adatte a specifici obiettivi, l’impiego di un oblò inadatto sarà causa di aree sfuocate sui bordi e, in particolare, di “compressioni” alla base del fotogramma.
Uso di uno o due flash
Sott’acqua possiamo operare a luce ambiente oppure avvalerci di lampeggiatori, in questo caso, dato l’ampio angolo di campo da illuminare, è preferibile impiegarne due, con bracci lunghi per allontanare i Flash e tenerli arretrati rispetto alla fotocamera; in determinati casi e per situazioni particolari, può essere impiegato anche un solo Flash.
Tecniche creative con il fisheye sott’acqua
Detto questo, vediamo alcune situazioni che evidenziano come cercare di sfruttare al meglio le potenzialità di questa interessante ottica, tenendo soprattutto conto delle sue caratteristiche più salienti.
Creazione di ampi panorami subacquei
L’orizzonte fotografico subacqueo, anche in acque particolarmente trasparenti, è molto limitato. Utilizzando un Fisheye, come se stessimo fotografando un panorama terrestre e sfruttando quindi la sua capacità di allontanare e ridurre visivamente la dimensione degli sfondi, possiamo dare l’impressione di muoverci in grandi spazi, anche se stiamo operando in un’area abbastanza ristretta.
Riduzione delle distorsioni
Se vogliamo invece sfruttare le caratteristiche di angolo di campo di un Fisheye e ottenere comunque un’immagine apparentemente priva di curvature, sarà necessario mantenere la fotocamera “in bolla”, ovvero l’asse ottico dell’obiettivo dovrà essere “normale” al piano su cui si trova il soggetto; bisognerà inoltre cercare di posizionare il centro del soggetto stesso al centro del fotogramma.
Effetti di chiaroscuro
Molto importante è curare l’inquadratura, per mantenere le immagini “pulite” da elementi estranei che, dato l’importante angolo di copertura, possono facilmente entrare nel fotogramma. In caso di inquadrature impostate verso l’alto, sia che l’asse ottico sia perpendicolare al piano della superficie, sia che risulti parzialmente inclinato; spesso si creano gradevoli zone di chiaroscuro di forma semicircolare, che contribuiscono a rendere l’immagine più interessante e di maggior effetto.
In caso di riprese vicino al soggetto ed in presenza di zone curve, i Fisheye aumentano considerevolmente questo effetto, attribuendo all’immagine un aspetto singolare; paradossalmente la gorgonia potrebbe sembrare un albero piegato dalla forza del vento.
Applicazioni pratiche del fisheye
Fotografia di relitti
I Fisheye sono particolarmente adatti alle riprese di relitti. Lo scatto è stato effettuato sul relitto dell’Umbria, nelle acque prospicenti Port Sudan. Nel caso specifico è stato illuminato soltanto il pesce e una piccola parte dell’intorno, con l’impiego di un solo flash. Lo sfondo è rimasto a luce ambiente e le linee curve che lo caratterizzano, esaltate dall’uso di un Fisheye, attribuiscono un gradevole effetto di “circolarità” all’immagine. Il Pomacantide in primo piano, elemento portante dell’immagine, diventa il centro di interesse della stessa.
Tra le diverse particolarità dei Fisheye, molto utile nella fotografia subacquea è la capacità di aumentare visivamente le dimensioni dei primi piani, a patto di andare molto vicino al soggetto e, di conseguenza, di allontanare gli sfondi. Le gorgonie in primo piano Elliessella sp. che appaiono, in confronto allo sfondo, di grandi dimensioni; erano invece alte max 50 cm. A parte casi particolari (immagini di relitti interi, la rappresentazione di grandi spazi …), lavorando con ottiche Fisheye è sempre bene stare più vicini possibile al soggetto; in questo modo, oltre ad altri vantaggi, si ridurrà lo spessore di acqua tra soggetto e fotocamera, con notevoli benefici per la limpidezza e la leggibilità dell’immagine.
Macro ambientata
Impiegando specifici oblò correttori dedicati (Minidom), ma anche con un Dom “normale”, si possono effettuare riprese di soggetti di non grandi dimensioni (nel nostro caso Antennarius commersonii della lunghezza di 30 cm.); realizzando quella che, se portata all’estremo, viene definita “macro ambientata”. Quando si va molto vicino al soggetto possono insorgere problemi di illuminazione, nel caso specifico l’antennaride era all’interno di una spugna che, nel caso di posizionamento dei lampeggiatori sui lati della zona di ripresa, avrebbe impedito alla luce di passare. Per ovviare a questo inconveniente è stato impiegato un solo flash, il secondo è stato spento e la luce è stata fatta scendere dall’alto, come fosse la luce del sole.
Riprese over-under (metà sopra e metà sotto l’acqua)
Dulcis in fundo, con i Fisheye si possano realizzare immagini over-under, ovvero immagini in parte dentro ed in parte fuori dall’acqua. Il primo fotografo ad avvalersi di questa originale tecnica è stato David Doubilet, fotografo ufficiale della “National Geographic Society “, tecnica poi ripresa da altri importanti fotografi: “Kurt Amsler, Borut Furlan, Alexander Mustard… e, ovviamente, da molti appassionati. La grande profondità di campo di cui sono dotati i Fisheye, permette di mettere a fuoco sia la parte del fotogramma sommersa che quella di superfice.
Per ottimizzare questo tipo di riprese, l’ideale darebbe dotarsi di un “Mega Dom”, uno speciale oblò correttore di grandi dimensioni.
Naturalmente ci sono altre modalità per sfruttare appieno i vantaggi forniti dall’uso di un Fisheye, delle quali prenderemo coscienza man mano che, per le nostre riprese, ci avvarremo di questo straordinario sistema ottico.
Testo e foto di Claudio Ziraldo, Collaboratore Alessandro Ziraldo.
Articolo originale pubblicato su ScubaZone 73
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