È vero che poche gocce di sangue umano nell’acqua possono scatenare l’attacco degli squali?
Si dice spesso che uno squalo sia capace di percepire, con il suo olfatto sviluppatissimo, una concentrazione di sangue pari a una goccia diluita in una piscina olimpionica. Sulla base di questo, si dice anche che l’odore del sangue scatenerebbe il suo istinto predatorio, portandolo ad individuare ed attaccare subito l’animale sanguinante (in quanto ferito, e più debole). Si dice anche che le donne (non me ne volete, mi limito a riferire cose sentite dire) non dovrebbero entrare in acqua durante il ciclo mestruale, proprio perché il sangue potrebbe attirare gli squali.
La prima affermazione è esatta, gli squali hanno un olfatto sviluppatissimo
Lo squalo ha un senso dell’olfatto sviluppatissimo, e può sentire una preda che sanguina da chilometri di distanza, e portarsi su di essa seguendo la concentrazione della traccia olfattiva.
Tutto il resto è leggenda, l’odore di sangue non scatena l’attacco di uno squalo
È plausibile che lo squalo senta l’odore anche di poche gocce del sangue di un essere umano, non è vero che questo scateni l’attacco, semplicemente perché il nostro odore allo squalo non piace, fa schifo.
Se fosse un pesce a sanguinare, allora la situazione sarebbe molto diversa. L’olfatto guiderebbe lo squalo sulla preda, assieme all’udito (un pesce ferito nuota in un modo irregolare e produce rumori strani, suoni a bassa frequenza. Presumibilmente questa combinazione di odori e suoni convince gli squali che una preda facile è disponibile, ed allora li fa convergere velocemente sulla preda.
Squali e falsi miti
Non ci credete? Guardate il video. Skyler Thomas, di White Shark Video, si taglia volontariamente in mezzo a un carosello di squali pinna nera ad Aliwal Shoal, Sud Africa. Gli squali continuano a passargli vicino, indifferenti. Non lo considerano proprio. Probabilmente sono stati attratti con resti di pesce, è pesce che vogliono, non carne umana!
Come giudicate il video? Io lo trovo forse un poco estremo, nella ricerca della spettacolarizzazione, ma se la gente lo guarda e se il messaggio arriva avrà raggiunto il suo scopo. Che è di presentare gli squali come predatori molto selettivi, che riconoscono benissimo dall’odore la preda potenziale
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il fatto che il sangue umano gli facia schifo da cosa l’hai dedotto Massimo? L’hai chiesto allo squalo?
Sempre polemico, eh? Diciamo allora che lo squalo non manifesta il minimo interesse per il sangue umano, mentre è attratto da quello dei pesci.
Anche il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi gli attacchi dello squalo all’uomo si limitano a un solo morso, potremmo dire un assaggio, non ripetuto, depone a favore della teoria per cui noi allo squalo facciamo schifo.
caro massimo Boyer, avere dei riscontri per sapere se lo squali, gli squali, sono tirati dal sangue umano o meno é davvero difficile. si possono solo avere dei riscontri su quanto successo, fatti accaduti cioè-
dato che risolutamente negli anni 80 sono stato il primo a sperimentare e studiare attentamente gli squali e che quanto successo venne pubblicato non solo sulle riviste del settore ma pure sulla RAI, io le dico che quando la mia compagna fu addentata ad un braccio sul polso, durante uno shark feeding a shark thila( Maldive) dovetti a fatica riportarla a bordo della barca e solo la corrente forte ci salvo da situazioni pericolose. infatti gli squali ( squali grigi di barriera) non solo ci seguivano ma tentarono anche di azzannarci le pinne. fummo fortunati a cavarcela cosi. per cui non credo si possa sostenere che non sono attratti dal nostro sangue. proprio no!! non sapesse chi sono lo chieda a enrico cappelletti. cordialità
marco eletti
Caro Marco Eletti,
certo che non dev’essere stata una bella esperienza. Tuttavia, credo che il sangue nello specifico non c’entri molto. Hai senz’altro un bel po’ di esperienza e saprai sicuramente come gli squali reagiscano ai fluidi corporei delle loro prede (i pesci). Non appena li percepiscono, si avventano sulla preda e la fanno a brandelli in un attimo. Nel caso specifico del sangue umano, se c’è sanguinamento è perché c’è una ferita e, indicativamente, questo porta a stress e a movimenti disarmonici nella persona ferita. Questo è un primo fattore attrattivo per gli squali. Nel caso poi di un morso di squalo, lo stress arriva ai massimi livelli (sempre che non si traduca in panico puro). La prima reazione è quindi quella di allontanarsi, magari velocemente. Questo innesca un secondo e un terzo fattore attrattivo per gli squali: le onde di pressione generate dal movimento delle pinne e la vista della persona in “fuga” (che, agli occhi dello squalo, si comporta come una preda). Insomma, è una reazione a catena. Il fatto che gli squali di cui parli vi siano venuti dietro dopo il morso non è (a parer mio) dovuto al sangue in acqua, quanto piuttosto ai tre fattori che ho citato. Non per niente ciò che hanno morso durante la vostra risalita sono state le pinne (che immagino muoveste parecchio vista la situazione e la forte corrente). Detto questo, grazie per aver condiviso questa esperienza.
Saluti,
Fabrizio Gioelli
A parte che poteva portare un po’ di sangue in provetta piuttosto che pugnalarsi in modo così “spettacolare” ed eclatante, ho visto prove dove gettavano qualche goccia di sangue, senza dover tagliare polsi a qualcuno, in una vasca con degli squali e loro non esserne interessati. Non interessati o non percepivano? Impossibile dirlo, naturalmente. L’uomo, per quanto possa dominare o interagire con gli animali, per esempio come con i cani, non riesce comunque a “parlargli”. Andiamo per deduzioni e anche la più rigorosa ricerca, ma uno che si taglia con un pugnale non lo sembra, è soggetta a suggestioni. Con gli animali non è mai scienza esatta e sia dire che sono interessati al nostro sangue, che dire il contrario, è solo una supposizione.
OK, ci sono molte concessioni alla spettacolarità. Se avesse aperto una provetta sarebbe stato più scientifico forse ma anche più noioso, no? Sono d’accordo con te che siamo nel campo delle deduzioni, ma gli odori li sentono! Almeno quelli che interessano loro!
Concordo sull’idiozia dell’esperimento. Prova di machismo? Ricordo bene l’episodio di Marco Eletti e il racconto di Enrico Cappelletti con cui all’epoca lavoravo. Un casop simile accadde anche a Valerie Taylor se ricordo bene. Detto questo, la maggior parte (quasi la totalità) degli attacchi di squali non sono determinati da perdita di sangue da parte della vittima. Una componente molto importante è data dal comportamento. I pesci feriti attirano gli squali per i loro movimenti scomposti e non per il sangue. La carne umana per gli squali non è il massimo. Molto dipende dalla specie di squalo coinvolta. Forse un longimano sarebbe stato più interessato e probabilmente un gruppo di squali qualche problema avrebbe potuto crearlo.