Noi sub scegliamo spesso di viaggiare per combinare la nostra voglia di immergerci e di viaggiare. A volte però le cose vanno non vanno nel verso giusto, sia per nostra responsabilità che per problemi dell’organizzazione a cui ci affidiamo.
Una vacanza sub è un’esperienza che non capita tutti i giorni e vale certamente la pena fare tutto il possibile per evitare rimpianti al ritorno.
Ecco i nostri consigli che speriamo siano utili ad evitare disappunti più o meno gravi.
1. Essere dimenticati in acqua
“Avevo prenotato una vacanza insieme a un amico con un operatore australiano molto conosciuto, eravamo in barca, pronti a saltare e il mare era calmo. In meno di mezzora, mentre noi eravamo sottacqua, le condizioni metereologiche sono precipitate e -come se non bastasse- il motore della barca è andato in avaria”, racconta Bruno, PADI Rescue Diver. “Quando siamo riemersi le onde erano altissime, la barca un punto lontano alla deriva e i nostri tentativi di attirare l’attenzione praticamente inutili. Il capitano della barca, probabilmente preoccupato per le conseguenze, ha atteso troppo per chiamare i soccorsi e noi siamo stati in superficie, in balia delle onde, per quasi due ore. Fortunatamente tutto è andato bene, ma la nostra esperienza avrebbe potuto avere un esito molto diverso. Nessuno di noi, inclusa la guida, aveva fischietti di segnalazione ne’ il pedagno. Questa esperienza mi ha insegnato a non tralasciare mai più questo dettaglio, anche nelle destinazioni più conosciute.”
Non c’è altro da aggiungere, vero?
2. Partire impreparati
Francesca ci racconta: “Prima di prenotare una crociera sub alle Maldive avevamo fatto una ricerca approfondita: selezionato la barca, i voli, ricercato informazioni sul Paese e naturalmente sull’operatore che avevamo scelto. L’unico “dettaglio” che avevamo tralasciato era capire meglio la tipologia di immersioni che ci aspettavamo e che includevano correnti discensionali, procedure di discesa in assetto negativo e gestione della corrente nelle famose pass, di cui non avevamo assolutamente idea.”
Giacomo, direttore di crociera alle Maldive, annuisce e aggiunge: “Mi capita spesso dopo briefing approfonditi in cui spiego come gestire per esempio le “lavatrici”, di dover intervenire per aiutare sub con centinaia di immersioni durante le soste di sicurezza.
Problemi come questi sarebbero semplici da gestire non sottovalutando le fasi della ricerca e…ascoltando attentamente i briefing della propria guida!
3. Il consumo d’aria
“Il mio consumo d’aria è molto alto, e nonostante cerchi di mantenermi in forma e migliorare continuamente il mio assetto controllando anche la respirazione spesso arrivo ai 50bar mentre gli altri sub del gruppo ne hanno più di 100.”, racconta Carla.
“Quando ancora avevo solo una trentina di immersioni, mi imbarazzava questa situazione, sapendo che avrei potuto comunque fare affidamento su mio marito che invece ha consumi ottimi.In un’occasione, eravamo a Sharm, la sua fonte d’aria alternativa non funzionava correttamente e io -con 10bar rimasti, a 25 metri di profondità, sono andata letteralmente nel panico. Da quel giorno sono felice di pagare il supplemento per le bombole da 15litri e ho imparato a prestare molta più attenzione alla gestione del profilo di immersione.”
Valeria, istruttore sub al Camel Dive Club di Sharm ci dice: “II Mar Rosso è perfetto per sub con queste problematiche, in quanto le possibilità di avvistamenti, la visibilità e la bellezza della barriera corallina sono spettacolari già dai primi 2-3 metri sotto la superficie. Rimanendo “alti” a volte si vede anche di più di chi preferisce profondità maggiori, che -naturalmente- implicano consumi più elevati e tempi di fondo inferiori”.
4.Tornare sempre nello stesso posto
Le immersioni in Mar Rosso sono alla portata di molti grazie alla convenienza dei prezzi, alla vicinanza della destinazione e ovviamente alle caratteristiche spettacolari delle decine di siti di immersioni disponibili, adatte ai sub di ogni livello di esperienza.
Ecco perché tanti italiani si sentono a casa in mete come Sharm El Sheikh e Marsa Alam dove tornano anche più volte l’anno. Tornare nella stessa destinazione può avere i suoi vantaggi, ma con così tante mete sub disponibili al mondo perché limitarsi?
“Al Camel più della metà dei nostri ospiti sono sub che sono stati da noi almeno già due volte. E’ comune tra i membri del nostro staff sentire commenti tipo “Eccovi ancora qui! Vi ho visto più della mia famiglia quest’anno!”, ci dice Federica, addetta alla reception del diving.
D’altra parte, dopo numerose visite, diventa sempre più difficile soddisfare le aspettative.
Una soluzione? Tornare nello stesso posto, ma cambiando periodo, così da imparare di più anche sui cambiamenti stagionali della nostra meta sub preferita.
5. Continuare ad immergersi con un operatore che non soddisfa
Mi è piaciuto subito il centro sub di Koh Tao dove la mia compagna ha fatto il Corso Open Water. Questo sino a quando il suo istruttore, nella prima immersione dopo il corso, ha cercato di forzarla a immergersi in un sito che io conoscevo e che non era affatto adeguato alla sua poca esperienza. Quando gliel’ho fatto notare, sono stato preso in giro per la mia troppa apprensione. Avremmo dovuto cambiare centro, ma non l’abbiamo fatto e abbiamo sbagliato. Come temevo, lei era terrorizzata dalla corrente, che a dire il vero non era neppure troppo forte. Dopo quella esperienza, la mia compagna non ha più voluto immergersi”.
Se non siete soddisfatti del centro che avete scelto o sentite di essere spinti a fare cose oltre la vostra volontà, cambiatelo. La vita è più importante di qualsiasi imbarazzo o penale richiesta per la cancellazione.
6. Sacrificare un’immersione per una foto
E’ sempre eccitante la prima volta che si decide di portare una macchina fotografica sottacqua. C’è chi lo fa da subito, c’è chi aspetta di sentirsi più a suo agio sottacqua prima di dedicarsi alla fotografia.
I fotografi sub compulsivi, un po’ come i cellulare-dipendenti a terra, spesso si ritrovano a selezionare centinaia di scatti fatti in una sola immersione, rendendosi poi conto di non essersi goduti l’immersione quanto avrebbero potuto.
Se non sei un fotografo professionista, prova a limitare un po’ la tua vena da paparazzo, liberati dal pensiero della foto perfetta e perditi nell’immensità del Mare. Nessuna foto potrà trasmetterti l’emozione che puoi provare con i tuoi occhi, prova!
7. Non prestare attenzione ai pericoli
Preoccuparsi di non danneggiare l’ambiente in cui ci si immerge è fondamentale, anche perché’ spesso tralasciare di farlo può avere conseguenze antipatiche anche rispetto al nostro benessere.
I coralli di fuoco, per esempio, se urtati anche lievemente, provocano escoriazioni e irritazioni dolorose che rimangono nel tempo e possono causare fastidi durante le immersioni successive.
Mantenere alta la concentrazione è sempre fondamentale, soprattutto se ci si immerge in condizioni non conosciute. Ricordiamolo!
8. Sottoscrivere una copertura assicurativa subacquea
Anche per chi si immerge raramente, la necessità di una copertura per incidenti subacquei è essenziale.
Specialmente quando si viaggia in Paesi dove l’assistenza sanitaria non è ai livelli europei e/o è molto costosa, investire pochi euro in una copertura assicurativa può farcene risparmiare migliaia se qualcosa va storto.
E’ responsabilità di tutti i sub certificati preoccuparsi della propria copertura e ormai la maggior parte dei centri sub offrono la possibilità di acquistare polizze temporanee. Non sottovalutiamo questo punto, potrebbe essere la nostra salvezza.