È questo il dilemma che affligge l’essere un virus. Ad oggi il coronavirus sta facendo grande scalpore per il numero di danni che sta provocando alla popolazione umana mondiale e la domanda fondamentale che affligge l’intera comunità ne riguarda l’origine. Un’invenzione da laboratorio o un inevitabile evento naturale?
Probabilmente non lo sapremo mai. Certo però che la scienza, in questo caso la microbiologia o meglio la virologia, può esserci d’aiuto per capire quello che sta accadendo. Esistono delle ipotesi che riguardano il ruolo dei virus nella storia evolutiva di alcuni esseri viventi, nella competizione nell’utilizzo delle risorse naturali o nel riciclo di sostanze nutrienti in mare.
Si pensa infatti che i virus abbiano un ruolo importantissimo nella rete alimentare in mare. I virus per replicarsi hanno bisogno di sfruttare una o più cellule causandone, nella maggior parte dei casi, la rottura. Questo processo porterebbe molte sostanze nutritive, presenti nella cellula, nell’ambiente marino rendendole subito disponibili per altri organismi.
I Virus in mare
Nel caso in cui, invece, un organismo diventasse dominante sfruttando le risorse a discapito di altri organismi, i virus potrebbero ricoprire un ruolo di moderatori. Ovvero, utilizzando le cellule della specie dominante come substrato e provocandone la morte, ridurrebbero l’aumento di questa popolazione riportando un equilibrio naturale. Questo avviene ad esempio quando alcune alghe unicellulari sfruttano particolari condizioni favorevoli e aumentano esponenzialmente. Tale esplosione demografica causerebbe dei danni nell’ambiente in cui avviene questo evento, tra cui diminuzione drastica delle risorse o aumento di sostanze potenzialmente tossiche per altri organismi. In queste condizioni la potenzialità di infezioni da virus è molto alta e infatti l’attività patogena diminuisce la presenza dell’alga unicellulare portando l’ambiente ad essere bilanciato e con le risorse equamente disponibili per tutti gli organismi.
Altro aspetto incredibilmente interessante riguarda la condizione stessa dei virus nell’essere considerati viventi o no. I virus sono fondamentalmente capsule formate da una parete proteica e lipidica (vario tipo di proteine e grassi) e un contenuto di materiale genetico (DNA o RNA). L’approccio scientifico è ancora di fronte ad un dibattito che apre un discorso ancora più ampio: qual è la definizione di vivente?
Vivente è ciò che può riprodursi. Considerazione molto ampia e forse troppo generica. Infatti i virus effettivamente si riproducono, o meglio, si replicano. Tuttavia mancano di tutte le funzioni biologiche di cui una cellula è caratterizzata.
Perciò “Essere o non Essere” resta ancora un dilemma, per noi umani, perché tendiamo a categorizzare tutto ciò che riusciamo ad osservare. Certo è che se fossimo un virus adesso saremmo alla ricerca di una bella cellula e non staremmo qui a farci queste “assurde” domande.
Fonte
Moniruzzaman et al. (2018). Infection by a Giant Virus (AaV) induces widespread physiological reprogramming in Aureococcus anophagefferens CCMP1984 – A harmful bloom algae. Frontiers in Microbiology, https://doi.org/10.3389/fmicb.2018.00752