L’HEPCA, organizzazione non governativa egiziana nata per la protezione e conservazione del mar Rosso ha presentato al governatore della regione un progetto per stabilire nuove barriere artificiali usando veicoli militari dismessi, come autoblinde e carri armati. Un museo subacqueo militare.
Lo scopo è di ridurre la pressione del turismo sui reef naturali nella zona di Hurgada, dove si è arrivati a superare le 200.000 immersioni annue in alcuni siti dove la massima capacità del reef senza subire danni (carrying capacity) dovrebbe oscillare secondo le stime tra 5.000 e 22.000 immersioni.
Allo scopo si dovrebbe arrivare creando e mettendo a disposizione del turista subacqueo dei siti alternativi: attualmente 258 siti di immersione lungo la costa egiziana sopportano la pressione di 6-9 milioni di immersioni/anno, decisamente troppo.
Le strutture affondate dovrebbero rappresentare un habitat per gli organismi marini, dando ai coralli una nuova base per crescere, punto di partenza per il sorgere di nuovi ecosistemi ad alta biodiversità.
il museo subacqueo di Hurgada
HEPCA, in collaborazione con la Red Sea National Parks Authority, ha identificato 7 siti al largo di Hurgada. In una prima fase del progetto 15 veicoli saranno affondati in 3 siti (in verde nella cartina)
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Non è il primo caso al mondo di museo sommerso, a parte installazioni artistiche un resort Giordano sul mar Rosso ha già costruito la sua barriera artificiale con carri armati, autoblinde e un elicottero.
Come al solito la discussione è animata tra sostenitori e oppositori del metodo. Da un lato si sottolinea come la crescente automazione (robot, droni) stia rendendo obsolete le macchine da guerra, e il modo più facile per liberarsene sia proprio affondarle. Si punta il dito verso la scarsa attenzione alla bonifica di sostanze tossiche, come vernici, oli, carburanti, e si sottolinea come sia necessario considerare la durata e la resistenza all’immersione del materiale affondato: vernici che si sfaldano, lamiere che si corrodono, condannano a morte gli organismi che vi si sono fissati. D’altra parte chi va sott’acqua sa come una struttura artificiale affondata cominci da subito a funzionare come centro di aggregazione per i pesci, che ci trovano cibo, riparo, o semplicemente un sito per riunirsi.
Le foto esterne sono dalla pagine facebook dell’HEPCA, https://www.facebook.com/HEPCA/posts/2658985874119742
Le fotosub si riferiscono alla struttura in Giordania.