La Posidonia oceanica, pianta marina endemica del Mediterraneo che ricopre molti ruoli ecologici importanti, può anche bloccare e rimuovere plastica dal mare. È quanto ha scoperto un team dell’Università di Barcellona.
Lo studio descrive per la prima volta in questo campo il ruolo della Posidonia, che agisce come filtro e trappola per la plastica nelle zone costiere, diventando un meccanismo naturale per prendere e rimuovere questi materiali dal mare. Le Praterie di posidonia sono importanti in tutto il Mediterraneo per la loro azione di protezione della costa dall’erosione, per l’habitat che mettono a disposizione di molte forme di vita, in fase adulta e giovanile, e per la produzione di materiale organico.
Ora questa ulteriore proprietà: la plastica è intercettata dalle foglie, e intrappolata attraverso l’incorporazione negli agglomerati di fibra naturale a forma di palla, detti egagropile o palle di Nettuno, che successivamente sono espulsi dall’ambiente marino e gettati sulle spiagge durante le mareggiate.
Le egagropile, nome impossibile da pronunciare, sono grovigli di fibre derivate dalla decomposizione delle foglie di posidonia: il moto delle onde modella queste palle, molte delle quali sono state viste contenere frammenti di plastica. I ricercatori hanno contato circa 1.470 particelle di plastica inglobate nelle egagropile ogni kg di fibra vegetale, e stimato un totale di 867 milioni di frammenti bloccati ogni anno.
Insomma, non manchiamo di stupirci di fronte agli espedienti messi in atto dalla natura per rimediare ai nostri misfatti, e ora abbiamo un motivo in più per proteggere la posidonia.
Per chi volesse approfondire: Anna Sanchez-Vidal, Miquel Canals, William P. de Haan, Javier Romero, Marta Veny. Seagrasses provide a novel ecosystem service by trapping marine plastics. Scientific Reports, 2021; 11 (1) DOI: 10.1038/s41598-020-79370-3