La vita durante il COVID-19 è una sfida costante per tutti noi e in tanti fanno fatica a continuare a sognare ed essere proiettati sulla ripresa.
In queste settimane surreali, il nervosismo e la frustrazione sono alle stelle per tanti che si sono ritrovati a gestire paure e preoccupazioni sconosciute, a condividere forzatamente spazi angusti o a stare completamente soli, non essendo abituati a farlo.
Come superare i momenti più duri? Cosa ci può insegnare una campionessa che ha fatto dell’acqua e del mare non solo la sua passione, ma anche la sua ragione di vita?
Per scoprirlo, abbiamo fatto due chiacchiere con la campionessa mondiale di apnea Alessia Zecchini.
Umile come non mai, nonostante i suoi incredibili successi, Alessia è una giovane donna, oltre che una campionessa straordinaria, che ha già affrontato sfide immense e continua a sognare in grande.
Alessia, che cambiamenti ha portato l’emergenza Coronavirus nella tua vita sportiva e personale?
Direi…parecchi! Innanzitutto la piscina in cui mi normalmente mi alleno è chiusa da settimane. Gli allenamenti sono vietati quindi mi sto allenando da sola. Per ora mi concentro prevalentemente su esercizi a corpo libero, all’aperto, nei piccoli spazi esterni alla casa dove abito dall’inizio della quarantena.
Questo tutto sommato è soltanto un piccolo cambiamento. Il grande cambiamento sarà che non credo potrò partecipare a nessuna gara per i prossimi mesi. E’ inutile negarlo, per un atleta non avere un obiettivo è una delle cose più negative che possano esserci. Però supereremo anche questa.
Come sono cambiati i tuoi programmi di allenamento, gli eventi futuri e la tua vita privata?
Nella vita personale, ovviamente, si sono ridotti allo zero i contatti con gli amici e i familiari, inclusi i miei genitori.
Non vado più a trovare le mie nonne, e vivo con il mio ragazzo a Ladispoli, a casa di una zia. Per me è veramente molto strano perché l’affetto, la vicinanza fisica e il contatto sono tratti molto caratterizzanti per la nostra famiglia. Dover stare a distanza di almeno un metro da chiunque non è facile, ma è sicuramente un piccolo sforzo che dobbiamo fare per ottenere un grande risultato.
Per quanto riguarda gli allenamenti, gli esercizi a corpo libero sono sempre stati inclusi nel mio training, ma manca naturalmente tutta l’acqua. Manca tutta la parte fondamentale.
Riguardo le gare…tutto è molto in bilico e incerto. Il Vertical Blue sarebbe stato il mio primo appuntamento importante, dopo aver già rinunciato a una gara alle Filippine, per via della diffusione del virus in Cina.
Purtroppo anche il Vertical Blue è stato rimandato a data da destinarsi, mentre sinora rimane invariato l’appuntamento per i Mondiali CMAS, previsti a Ottobre a Kas, in Turchia.
Penso che soltanto vivendo giorno dopo giorno scopriremo come gestire le prossime gare o le loro cancellazioni. Non c’è davvero nulla che possiamo fare se non attendere gli sviluppi.
Tanti in questi giorni hanno paura.
Paura di ammalarsi, di contagiare, di perdere occasioni di lavoro. Tu, hai paura?
Ho paura? No. Diciamo che non ho paura di ammalarmi. Io penso che bisognerebbe controllare tutte le emozioni prima che prendano il sopravvento. Questo vale anche per la paura. Più che aver paura è meglio razionalizzare e fare le cose con la testa. Perché la paura certe volte ci fa perdere di vista ciò che è veramente importante e ci fa perdere la lucidità nelle nostre azioni. L’unica cosa a cui penso è che voglio preservare me stessa, ma soprattutto i miei cari. Soprattutto le mie nonne che sono anziane.
Sostituisco quindi la paura con la prevenzione e cerco di rimanere comunque positiva. Penso che se tutti ci impegneremo ce la faremo tranquillamente a superare anche questa grande sfida.
Due chiacchiere con Alessia Zecchini
Cosa ti ha insegnato l’apnea per gestire la paura, che può essere utile a tutti noi? Come si fa a evitare che la paura diventi panico?
In questo periodo, come prima di una gara, cerco di ascoltarmi. Di ascoltare le mie emozioni, di ascoltarle prima che possano prendere il sopravvento. Cerco di comprenderle e di capire perché, capire la motivazione che scaturisce un’emozione. Faccio un esempio. A inizio Marzo, quando ho saputo che non potevo più partire per la Colombia, sono stata molto triste, ho pianto.
Ma è più importante ciò che ho fatto dopo: ho respirato, per rilassarmi e cercare di capire cosa potessi fare di positivo per andare avanti mantenendo comunque il sorriso, e la forza e la costanza, nei miei allenamenti come nella mia vita privata.
Perciò quello che posso consigliare a tutti è fermarsi, respirare e cercare di comprendere e ascoltare le nostre emozioni, per capire ciò che ci necessita per andare nella direzione in cui vorremmo, nel modo migliore possibile per noi stessi. Perché non dobbiamo farci sormontare dalla paura, dalle emozioni, dall’ansia, dallo stress. Fare questo non ci aiuterà. Questa è una situazione che durerà per un bel po’, perciò la cosa migliore da fare è cercare di stare bene mentalmente e fisicamente. Continuare a fare sport anche se si è soli a casa, e avere sempre una carica di emozioni positive. Le emozioni negative non ci aiuterebbero affatto.
Uno degli aspetti che molti in questi giorni molti lamentano è la solitudine, l’isolamento necessario per superare il contagio.
Qual è il tuo rapporto con la solitudine? Come questo rapporto è stato rimodellato dall’apnea?
L’apnea ovviamente mi ha insegnato a stare bene con me stessa. Perché è la cosa più importante, cercare di stare bene con se stessi. Veramente io penso che in questi giorni di solitudine, di lontananza dagli amici, è importante cercare di riscoprire il proprio nucleo familiare. Cercare di stare insieme, cercare di parlare finalmente di nuovo con chi abbiamo “dentro casa”. Cercare di non attaccarsi assolutamente troppo al televisore. Spegnere il televisore, staccarsi dal telefono, darsi delle regole, evitare la situazione malsana del non avere nulla da fare. La solitudine non è una cosa brutta, ma ti dà la forza di riscoprire te stesso, di dirti come sei fatto, come funziona il tuo corpo. E’ importante staccare, fermarsi un attimo, cercare di respirare, 10-15-20 minuti. Se poi ci piace, farlo anche di più, ascoltare il nostro respiro, cercare di ascoltare il battito cardiaco che può accelerare, se pensiamo a qualcosa che ci fa stare sotto stress, o può calmarsi, quando ci concentriamo su qualcosa che ci fa essere felici.
Il respiro ci aiuta a capire che possiamo noi controllare le nostre emozioni, i nostri sentimenti, perciò questa solitudine non dobbiamo prenderla come una prigionia, ma come un’opportunità che ci porterà a riscoprirci molto e molto più in profondità.
Nella vita normale e anche nelle competizioni apneistiche i momenti di allerta e tensione sono solitamente limitati nel tempo.
L’emergenza coronavirus invece ci sta sottoponendo a un senso di allerta continuato. Quali sono i tuoi “trucchi” per superare la tensione, sia fisica che mentale?
In genere una gara dura 3-4 minuti; non va considerato però soltanto il momento della gara, ma anche gli allenamenti nei giorni precedenti, diciamo dal momento in cui si parte da casa e si prende lo zaino. Già lì inizia un po’ il senso di tensione, non di preoccupazione, ma di tensione per la gara. Questa sensazione bisogna gestirla sin dall’inizio, perché come abbiamo detto la cosa importante è non fare prendere il sopravvento alle proprie emozioni.
Perciò sin da subito cerchiamo di controllare le nostre emozioni. Non facciamo prendere il sopravvento alla paura, perché la paura poi può portare a generare rabbia. Iniziamo a rispondere male alle persone che ci sono vicino e ci vogliono bene e questo è qualcosa di completamente sbagliato. Perciò fermiamoci, quando sentiamo che qualcosa può andare storto.
In una situazione come quella che stiamo vivendo, quando diamo spazio alla paura, il nostro cuore inizia ad accelerare. Questa situazione durerà per un bel po’. Allora che dobbiamo fare?
Di nuovo, cerchiamo di fermarci, continuare a respirare e focalizzarci sull’obiettivo.
Il nostro obiettivo è arrivare a questa estate bene, perciò la parola d’ordine è “pazienza”. Molta pazienza e focalizzazione, giorno dopo giorno, su quello che vogliamo fare in quella giornata.
Io sono arrivata a fare i 113 metri al record del mondo, ripetendo giorno dopo giorno un allenamento perfetto. Perciò giorno dopo giorno dobbiamo fare quello che ci siamo predisposti di fare nel modo perfetto, impegnandoci al massimo. Giorno dopo giorno. Questo impegno costante, con un po’ di pazienza porterà al risultato finale, il risultato a cui tutti stiamo ambendo. Il trucco è impegnarci, essere presenti nel momento in cui si sta facendo quella cosa al 100%. Prefiggiamoci dei mini obiettivi giornalieri, cerchiamo di attuarli impegnandoci al massimo, essendo presenti al 100% in quello che stiamo facendo. Questo ci porterà ad arrivare al risultato finale, al nostro massimo e a fare il record del mondo.
Sui social in questi giorni, se ne leggono di tutti i colori. Molti parlano come se fossero esperti epidemiologi o virologi solo per avere un po’ di notorietà.
Quanto è importante nell’apnea come nella vita formarsi e studiare prima di pensare di raggiungere conoscenze da professionista?
Nell’apnea, come in qualunque altro sport, è fondamentale studiare, avere delle proprie basi e nozioni principali che poi verranno approfondite con l’esperienza, giorno dopo giorno. E’ la stessa cosa in questa situazione. Tante persone farebbero meglio a tacere, dovremmo far parlare e avremmo dovuto far parlare fin dall’inizio solo chi aveva veramente le competenze per poterlo fare. Adesso forse è un po’ tardi e abbiamo così tante informazioni nel nostro cervello che non riusciamo più a distinguere cosa sia vero, cosa sia falso, cosa sia inventato. Perciò è fondamentale, come in qualunque situazione nella vita, fermarsi, pensare, capire se quello che si sta dicendo è giusto o sbagliato e se non si è sicuri studiare prima di parlare. E’ meglio forse appunto spegnere la televisione ogni tanto, questo è il consiglio che do. E al massimo se si vuole sapere qualcosa in più andare a informarsi su fonti certe, certificate da istituti scientifici. Ma la cosa migliore sarebbe proprio smetterla, prendere atto che non possiamo fare niente. Non ci è stato detto di studiare, c’è stato detto di stare dentro casa e fare il possibile per preservare noi e i nostri cari. Perciò smettiamola di studiare su cosa e come si possa curare il coronavirus. Ci stanno pensando sicuramente tante persone più preparate di noi in questo campo.
Qual è il rischio di fidarsi di “ciò che dicono gli altri” piuttosto che impegnarsi direttamente a capire, prima di buttarsi a capofitto in qualcosa solo perché lo fanno “gli altri”?
Il rischio è quello che sta succedendo in questi ultimi giorni tra migliaia di informazioni provenienti dai social, dalle persone, dal sentito dire. Tutto questo porta a confusione, porta a emozioni contrastanti, a panico e a caos.
Tutto ciò che non ci fa assolutamente bene. Il nostro obiettivo adesso è mantenere una mente chiara, lucida, pensare a ciò che dobbiamo fare. Cerchiamo di svuotare la nostra mente, non di riempirla. In questi giorni cerchiamo di puntare a questo obiettivo che mi ha insegnato l’apnea. Cerchiamo
di non pensare in alcuni momenti della nostra giornata, cerchiamo di fermare i nostri pensieri. In questo momento potrebbero essere migliaia: coronavirus, parenti, amici che ci mancano. Cerchiamo di fermare il nostro pensiero: STOP! Sei tu a decidere ciò a cui vuoi pensare. Pensiamo ad altro, pensiamo a dare produttività alla nostra giornata, pensiamo a qualcos’altro che ci può far felici. Non facciamo sì che i pensieri invadano la nostra mente. Perché siamo proprio noi gli artefici del pensiero che vogliamo veramente pensare.
Prima di salutarci, vorrei che ci lasciassimo con un consiglio per chi è a casa, che magari sognava di incontrarti all’Eudi, sta muovendo i primi passi nell’apnea e non può allenarsi in piscina. Come si può ottimizzare questo tempo?
Cerchiamo di fare esercizi di respirazione. Possiamo farli a casa. Se abbiamo un balcone ancora meglio; il sole, l’aria aperta aiutano sempre avere un contatto maggiore con noi stessi e con quello che ci circonda. Chiudiamo gli occhi, ci fermiamo e impariamo a respirare bene, impariamo a respirare con il diaframma. Mano sul petto, una mano sul diaframma, cerchiamo di fare dei bei respiri riempendo i nostri polmoni dal diaframma, al torace, alla parte clavicolare. Cerchiamo di chiudere gli occhi, cerchiamo di controllare i nostri pensieri e di rilassarci veramente.
Pensiamo ai risvolti positivi che questo rallentamento dell’umanità ha avuto sull’ambiente e sulla Natura. Pensiamo al Mare e ai cieli che sono più liberi dall’uso e abuso di noi umani. Pensiamo a quanto sarà bello farsi riabbracciare dal Blu e riflettiamo sull’importanza che la Natura ha sul nostro benessere psicofisico.
Sicuramente ci incontreremo presto e questa situazione passerà presto nel migliore dei modi. L’importante è impegnarci tutti al massimo e i risultati arriveranno.