Autore: Claudio Cangini
Cuba, la Isla Grande, un’esplosione di vita, di colori, di musica, di bellezze naturali e di gioielli architettonici a cui non si può restare indifferenti. Camminando per le strade di Trinidad o dell’Havana o di qualsiasi altra città o paese dell’Isola si respira un’aria diversa da qualsiasi altro paese caraibico……e non solo!!! E’ impossibile non farsi coinvolgere dalla vita movimentata ma ordinata che anima le strette vie che si snodano tra le costruzioni dall’architettura coloniale, la cordialità e l’orgoglio di appartenere ad un popolo davvero “speciale”, lasciano un segno negli occhi e nell’anima di chi non si ferma alle apparenze ma sa spingere la sua curiosità e la sua sensibilità oltre la banalità e l’ignoranza. Lungo le strade il traffico, ordinato e “vivibile”, è costituito per la maggioranza da auto degli anni 50/60 perfettamente funzionanti e, se i “collezionisti” avessero la possibilità di acquistarle, con il ricavato si sanerebbe l’Economia di tanti Paesi…anche non lontani da noi.
I paesaggi e i panorami mozzafiato non si fermano in superficie ma continuano sott’acqua con reef e costruzioni madreporiche talmente ricche di vita da lasciare sbalorditi anche i subacquei più “navigati” ed “esperti”!!
Tra tutte le aree di interesse subacqueo che ci sono al largo delle coste cubane, una su tutte si differenzia per la ricchezza dei fondali, per la densità eccezionale di pesci che li abitano e per l’ambiente che nei secoli qui si è creato: los Jardines de la Reina.
Cristoforo Colombo ha dato il nome all’arcipelago in onore di Isabella, Regina di Castiglia, dopo essere rimasto intrappolato tra il dedalo di questi cayos per alcuni giorni nel 1494!
Il territorio dei Giardini della Regina si allunga con una catena di isole e mangrovieti per oltre cento miglia, 50 miglia al largo e paralleli alla costa sud-orientale di Cuba. Sono candide spiagge dalle quali svettano gli alti fusti delle palme e di tutte le forme vegetali tropicali, calme lagune bordate da reefs semiaffioranti, abitate da rettili come le iguane, i coccodrilli e i caimani, simpatiche nutrie, chiamate Topon, ed altri mammiferi. Un discorso a parte merita la fauna avicola: navigando lungo i canali tra la vegetazione si vedono aquile, fenicotteri, aironi, cormorani, pellicani e un numero incredibile di altri volatili acquatici. Oltre duecento differenti specie di pesci sono presenti in queste acque; la particolarità e la ricchezza di fauna marina di questo arcipelago ne fanno l’area più interessante di tutta la costa cubana/caraibica: con una biomassa ed una densità di vita marina tripla rispetto a qualsiasi altra regione caraibica.
Da un punto di vista geologico, Jardines de la Reina, è una formazione relativamente recente, la si può far risalire al Pleistocene – Holocene. I cayos sono molto sensibili alle variazioni dei processi meteomarini perché si alzano meno di due metri sul livello del mare e il 95% del territorio è formato da mangrovie e sedimenti; è quindi facile immaginare quanto sia precaria la salute di questo ecosistema incredibilmente affascinante. Fortunatamente gli uragani dell’estate 2008, che hanno devastato altre zone di Cuba, e non solo, qui non hanno arrecato nessun danno alle coste e ai fondali e ancora oggi ci si immerge lungo pareti e reef completamente integri.
Un tempo i Giardini erano abitati da famiglie di pescatori dediti principalmente alla raccolta ed al commercio di crostacei come gamberi ed aragoste, nel 1970 Fidel Castro, anche lui subacqueo, visitò l’arcipelago per monitorare un progetto di conservazione e protezione delle aree di riproduzione e nidificazione delle tartarughe marine della specie Eretmochelys Imbricata coordinato da Pedro Guerra. Conosciute le precarie condizioni di vita dei pescatori locali iniziò un progetto di reinserimento di queste famiglie sulla costa e, una volta disabitati, i cayos vennero dichiarati Parco Marino e venne bandita qualsiasi forma di pesca commerciale e presenza umana.
La quasi totale assenza di sfruttamento delle risorse ittiche da parte dell’uomo ha creato una sorta di paradiso sommerso difficilmente riscontrabile in altri fondali.
Fin dalla prima immersione ci si rende conto della ricchezza di queste pareti sulle quali crescono veri alberi di corallo nero, enormi ventagli di gorgonie e cespugli di coralli a frusta, le formazioni di spugne, da quelle a canna d’organo ai grovigli di spugne coloniali, raggiungono dimensioni e colorazioni incredibili; vicino al fondo si muovono banchi di dentici dalla livrea gialla percorsa da striature argentate, in acqua libera si assiste continuamente alle scorrerie di compatti gruppi di carangidi, al riparo delle numerose asperità del fondale stanno in agguato solitari barracuda di spettacolari dimensioni che si lasciano facilmente avvicinare. All’interno degli stretti canjon che si formano nel reef madreporico stanno al riparo numerose famiglie di Tarpon, gli inconfondibili siluri argentei sogno di ogni pescatore cannista. Ad ogni tuffo si incontrano tartarughe impegnate a staccare pezzi di spugna con il robusto becco per cibarsene e cernie veramente enormi: alcuni esemplari sono ormai diventati “storici” e un incontro con la Pastorita o con la Julia resterà per sempre nella memoria perché una cernia di quasi due metri di lunghezza e 300 kg di peso che ci viene incontro e ci guarda curiosa da meno di un metro di distanza è uno spettacolo unico!
Ma i veri Signori dei Jardines sono gli squali, se ne incontrano a decine ad ogni immersione e ne sono presenti ben 7 tipi diversi.
Sono gli Squali Seta ( Carcharhinus falciformis ) , che arrivano ad almeno due metri di lunghezza, dalla forma affusolata e il muso appuntito che ci aspettano in superficie sotto lo specchio di poppa ( hanno ormai associato la forma della barca al cibo visto che il cuoco getta fuori bordo i resti dei succulenti pasti che prepara mentre noi siamo in immersione ), sono i Caribbean ( Carcharhinus perezi ) dal corpo tozzo ed imponenti nelle loro dimensioni che arrivano comodamente ai tre metri di lunghezza, a profondità più impegnative si possono incontrare gli squali Martello ( Sphyrna lewini ) , inconfondibili nel loro avanzare ondeggiante quasi a pennellare l’acqua con la possente coda; non mancano gli incontri con gli squali Grigi ( Carcharhinus amblyrhinchos ) e, spesso sulla sabbia, al riparo all’interno di qualche grotta, ci si può avvicinare a tranquilli e sonnolenti squali Nutrice.
Un discorso a parte merita lo squalo Balena ( Rhincodon typus ). Il gigante buono che, secondo le fasi lunari, si avvicina regolarmente alle coste dei Jardines seguendo gli enormi banchi di tonnetti che fanno letteralmente ribollire la superficie del mare. Entrare in acqua vicino a questa stupenda creatura, purtroppo minacciata di estinzione, è una esperienza unica e veramente emozionante.
Tra un immersione e l’altra si effettuano bellissime escursioni a terra sulle incontaminate spiagge che bordano le isole; si fanno incontri ravvicinati con iguane, nutrie e con tutta la fauna che abita questo straordinario santuario della Natura.
Esistono due possibilità per soggiornare ed immergersi a Los Jardines de la Reina, la prima prevede la sistemazione su di un Hotel galleggiante, ancorato in una tranquilla laguna e fornito di ogni comfort, dal quale partono le veloci lance che portano i sub sui luoghi di immersione: il Tortuga. La seconda, più coinvolgente e più a contatto con la meravigliosa realtà marina del mondo delle mangrovie, è una crociera su di una delle confortevoli barche da crociera di Avalons, la società italo-cubana che gestisce le operazioni subacquee ai Giardini.
ALCUNE IMMERSIONI
Pequeno Paradiso
Max.depth :20 m
Da un fondale sabbioso a circa 20 mt di profondità si innalzano enormi formazioni rocciose che arrivano a meno di 10 metri dalla superficie. Le pareti di questi enormi funghi sono completamente colonizzate da alberi di corallo nero, gorgonie, spugne ramificate e costruzioni madreporiche a cervello e a corna d’alce. Iniziando l’immersione sulla sabbia si incontrano numerose razze, banchi di grugnitori striati si muovono compatti sulle sommità delle conformazioni ma l’attrattiva del posto sono le cernie: se ne incontrano decine dalle piccole Nassau ( Epinephelus striatus ) dalla bella colorazione marrone a striature gialle, alle gigantesche Epinephelus itajara che possono raggiungere i 400 kg. di peso.
Appoggiati sul fondo numerosi ad immancabili gli Squali Nutrice. Tante le murene che abitano gli anfratti, dalle imponenti murene Verdi alle fotogeniche murene maculate. Si incontrano anche numerose coppie di corpulenti pesci angelo grigi ( Pomacanthus arcuatus ) dalla particolare macchia bianca sul muso. Ogni parte del reef è abitata da creature appariscenti o perfettamente mimetizzate; e mai un punto di immersione è stato nominato più a proposito
Coral Negro I e Coral Negro II
Max.depth :40 m
Due punti di immersione nella stessa zona che presentano simili caratteristiche morfologiche: sono alcuni pianori a poca distanza l’uno dall’altro con la sommità che arriva tra i 16 e i 20 metri dalla superficie. Il panorama è davvero superlativo, sembrano enormi colonne che arrivano da notevoli profondità, le pendici di queste formazioni sono abbellite da spugne tubolari e ramificate, cespugli di coralli molli, gorgonie viola e madreporari. E’ il regno dei grandi pelagici, gruppi di aquile di mare volteggiano in acqua libera, bande di carangidi si aggirano veloci e compatte sempre pronti a sferrare l’attacco a qualche pesce distratto. Onnipresenti gli squali, sono loro i padroni di casa! Nuotano tranquilli pattugliando il loro territorio e spesso si lasciano avvicinare senza timore; sono una gioia per gli occhi, il loro nuotare, apparentemente senza sforzo, ha sempre un fascino indescrivibile. Ci accompagnano per tutta l’immersione, dalla discesa sul fondo alla risalita in barca.
El Tunel azul
Max.depth: 50 m
Per chi vuole scendere più profondo, e ne ha la relativa preparazione, questa è senza dubbio una immersione molto particolare ed impegnativa. La barca si lega ad una cima di ormeggio fissata a circa 25 metri di profondità su di un pianoro tormentato da profondi canyon e spaccature. Ad una profondità di circa 30 metri la sommità della secca si apre in una larga fenditura che forma un cunicolo che si inabissa e sbuca sulla parete verticale ad una profondità di circa 50 metri. Il percorso verso il basso è agevole visto il diametro del tunnel e, quando si sbuca all’aperto, ci si sente come sospesi su di un abisso senza fondo.
Non è raro, nelle prime ore del mattino assistere al passaggio di gruppi di squali martello e di grossi Caribbian, ogni incontro con pesce pelagico è possibile e non mancano gli avvistamenti di aquile e grossi esemplari solitari di carangidi.
Mangroves
Esperienza da non perdere è una immersione a bassa profondità tra il groviglio delle radici sommerse delle mangrovie. Tutte le specie di pesci presenti in zona usano la protezione delle ramificazioni per la fase giovanile e si vedono fitti addensamenti di piccoli pinnuti riparati nella sicura penombra della vegetazione. Sul fondo si trovano anche numerose aragoste insolitamente non intanate. Molto particolare e senza dubbio molto interessante dal punto di vista biologico. Non raro l’avvistamento di qualche coccodrillo.
LA CUCINA
Sia sulle barche che sul Tortuga, la cucina è eccellente. I pasti sono a base di pesce, gamberi ed aragoste (ma è disponibile anche carne di qualsiasi tipo), insalate, frutta tropicale e squisiti dolci.
Da questa stagione è operativa ai Giardini la nuova barca del Gruppo: la Avalon 1.
Grandi spazi interni e una vera “sorpresa” per questo mare!!!
IL CENTRO DIVING dispone di 200 bombole di alluminio 12/15 litri con attacco INT (Adattatori DIN a disposizione) e di 30 bombole in acciaio 12 litri , attaccoDIN/INT. Sono inoltre disponibili 20 attrezzature complete da noleggio nuovissime. 10 istruttori CMAS di grande esperienza e professionalità, che parlano oltre alla lingua madre italiano ed inglese ci accompagnano in acqua sempre attenti alle nostre esigenze.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Per info. dettagliate sull’operativo:
www.divingincuba.com
info@divingincuba.com
Documenti
Passaporto con validità di almeno sei mesi, e visto turistico d’ingresso che viene fornito al momento della prenotazione.
Clima
La temperatura si mantiene nelle varie stagioni intorno ai 25-30°C, nei mesi tra ottobre e aprile il clima è più secco, mentre in quelli estivi l’umidità è più elevata. La temperatura dell’acqua è sempre molto gradevole e una buona 3mm è sufficiente.
Lingua
La lingua ufficiale è lo spagnolo, ma in barca è parlato e compreso anche l’inglese e l’italiano.
SPECIALE: nel mese di Ottobre 2011 è previsto un Viaggio ai Giardini accompagnato dall’Italia dal più esperto conoscitore di quella destinazione!
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