Autore: Silvia Vercelli
Narra una leggenda che la costa cagliaritana sarebbe stata
denominata Golfo degli Angeli a seguito di una lunga battaglia combattuta tra
angeli e diavoli per il dominio su questa regione di incomparabile bellezza.
Lucifero, sconfitto, sarebbe precipitato col proprio cavallo lasciando un segno
profondo sul promontorio di Capo Sant’Elia e creando la cosiddetta “Sella del
Diavolo“.
Peccato non avesse con sé l’attrezzatura subacquea, perché
proprio lì, sotto al promontorio c’è un piacevole punto d’immersione, poco
profondo e dal profilo variegato. Ideale e suggestivo anche per chi fa
snorkeling.
Altro punto particolare per chi ama la tranquillità e non può fare a meno della
macro è la Costa di Genn’e Mari, frastagliata e intervallata da piccoli
tunnel, dove alloggiano paguri, murene, seppie, castagnole, …
Per chi è alla ricerca di nudibranchi, invece , non può perdersi la Secca
dell’Arco (qui ne ho visto uno grandissimo ! Ma il fotografo era impegnato a
riprendere i subacquei …), con divertenti passaggi sotto l’arco (appunto) e
avvolti per tutto il tempo da nuvole di saraghi e castagnole; e gli gli occhi
più attenti verranno premiati anche da qualche scorfano in tenuta mimetica.
Ma questo è solo un assaggio; perché limitarsi alle immersioni dalla barca ?
Proprio a Capo Ferrato, c’è un sentiero sterrato – che porta ad una
piccola caletta – da cui degrada una parete tutta da esplorare, … in scooter
ovviamente, … e al traino della guida per i più pigri (come me); i meno pigri
possono noleggiarne uno tutto per sé. Da provare, non tanto per l’immersione in
sé ma per lo spirito di avventura che si crea (Vi immaginate ? Passare dal
polverone sollevato da una FiatPunto alle bolle in Scooter).
Ma torniamo in gommone: in Sardegna non si butta via niente
(e non a caso è la terra del maialino da latte) E infatti il Golfo di Cagliari
conserva nei suoi fondali relitti che risalgono alla Seconda Guerra
Mondiale. Io ho visto quello del Romagna: nave cisterna costruita nel
1899, colpita e affondata da una mina il 2 agosto 1943; adagiato a 39 metri di
profondità, è diventato l’habitat di una variegata fauna: saraghi, castagnole,
grossi gronghi e cernie si aggirano tra le pareti e il ponte di comando,
ricoperto di spugne.
Ma non finisce qui ! Questo è quello che ho potuto vedere in
un paio di giorni; tornerò sicuramente per gustarmi il resto: il relitto
dell’Isonzo, la secca di Torre delle Stelle (gira voce che qui si incontrino le
mante), … e tanto altro!
Ma val la pena di tornare anche per rivedere lo staff, etnia triestina autoctona
sviluppatasi misteriosamente nei dintorni di Cagliari: Stefano, Max e Andrea.
Professionali e divertenti, sono supportati dai fedeli divemaster, di estrazione
rigorosamente locale, Emanuele (la Go-Pro è praticamente il prolungamento del
suo braccio destro) e Salvatore (nonché MacGyver, costantemente alla ricerca del
brevetto rivoluzionario).
Nota anche sul fattore ‘logistica’ (che per me è importante): il diving center è
dotato di ampi spazi per la vestizione (all’ombra !), l’attrezzatura viene
portata in auto (dalle guide) al gommone, a poca distanza ‘pedonabile’ dalla
struttura e sul gommone (250 cavalli !) c’è spazio a sufficienza per tutti;
manca solo la toilette, ma quella si improvvisa al momento. Così mi piacciono i
diving: no alla fatica, sì al piacere dell’immersione !
Insomma l’Explorers Team sa come soddisfare tutti i palati: da quello del
subacqueo più ricreativo a quello del più tecnico; e non solo: per tutti i
carnivori, c’è anche la sorpresina finale: il grigliatone serale al diving, con
l’aiuto di Cindy, la mascotte.
Curiosità dell’Explorers Team:
Tra le specialità del diving, rientra anche il recupero di specie rare nel
Mediterraneo, avvistate durante il rientro al porto (effettivamente si sta
parlando in questi giorni dell’aumento delle temperature del nostro mare, chi
l’avrebbe mai detto …)
Il Progetto Malachite
Stare in superficie li annoia, perciò anche nel tempo libero, si dilettano
nell’esplorazione dei dintorni sottomarini e la loro attenzione si è concentrata
sul sommergibile Malachite, a 120 metri di profondità, per cui vogliono
realizzare un documentario. Per chi vuole saperne di più …
http://www.explorers-team.it/diving/explorers-team-diving-sardegna.html
Grazie di cuore e arrivederci Explorers Team!
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