Siamo quasi alla fine e questa puntata esce super in ritardo.
Scusatemi, credo che il tempo scorra piu’ veloce in Arabia e gli impegni sono decisamente troppi. Tra un mese o poco piu’ rientro in Italia in maniera definitiva (per il momento) e quindi ovviamente spendo ogni attimo libero facendo immersioni. Il tutto senza dimenticare che sono qui a lavorare. Il mio responsabile, che deve aver capito che non sono in grado di stare una giornata in laboratorio senza far esplodere nulla, ha ben pensato di occuparmi tutti i week end (solo un giorno su due per fortuna) con varie cose da fare e quindi andare in acqua diventa veramente impegnativo. Ma ci si prova e, di norma, ci si riesce comunque.
Allora, dopo aver buttato il mio fratellino in acqua in Liguria, sono rientrata in quel dell’Arabia Saudita e il primo week end disponibile (tipo 4 giorni dopo l’atterraggio) ho partecipato a una favolosa minicrociera di due giorni a Yambu, sparandomi quei 300 km di macchina per arrivarci. È stato in realtà molto riposante visto che in questo paese le donne non guidano.
Comunque, dopo quelle 3 ore comode comode arriviamo alla nostra barca e si organizzano le camere: nessuna possibilità che, con l’ipotesi di dormire sotto le stelle in mezzo al mare, io scenda in cabina. Quindi mi sono impossessata di un divanetto sul tetto che è stato la mia branda per il week end. Immaginate: alba da sogno, caffè e poi in acqua. Credo che questa descrizione rasenti il mio immaginario di paradiso.
Diciamo che, come media, sono state due immersioni al giorno e una notturna bonus: abbiamo visto di tutto, veramente di tutto. Gli altri hanno anche visto uno squalo a 30 metri. Io no, perchè tentavo di fare la “subba responsabile”: il mio buddy ha deciso di mettersi a giocare con un stupido pesce palla a 20 metri, non potevo lasciarlo vagare da solo visto che aveva detto di non voler andare troppo fondo. Quindi addio squalo, non potete capire l’odio, non potete proprio. Mi sono dovuta accontentare di un gruppo di barracuda, che fanno comunque la loro bella figura.
Resta il fatto che non ho perso il tocco magico nel trovare animaletti piccoli e carini. E quindi nudibranchi come se non ci fosse un domani: da soli o in coppia, nascosti o sottoforma di uova. Per tutti i gusti proprio. Mi sono anche resa conto che non aveva senso ritornare in superficie con 80 bar nella bombola: quindi le soste a 3 metri si sono allungate paurosamente e io passavo le mezzore a sgrufolare sui coralli sotto la barca trovando anche un timidissimo polpo (ovviamente non fotocollaborativo).
Tornati da Yambu si ricomincia a lavorare, ma ormai ho preso confidenza con l’ambiente e sono in grado di sopravvivere puntando direttamente al prossimo week end: giornata in barca con tre immersioni a Jeddah. Cosa che implica la sveglia alle 5 del mattino purtroppo. Credo che il mio buddy non mi abbia ancora perdonato per questo.
Pero’ abbiamo visto, oltre a tutto il resto, un paio di “up-side-down jellyfish”(la medusa capovolta per intenderci), credo la cosa palesemente piu’ figa in acqua dopo squali e nudibranchi per quanto mi riguarda. Le avevo viste in acquario, mai in ambiente: sono decisamente degne di nota.
Immersioni sempre belle, ma purtroppo l’occhio subbo, se è allenato, vede al di là dei pesciotti fermi alla cleaning station dei pesci pulitori e oltre i pesci pagliacci che difendono la casa-anemone. Sempre piu’ spesso spiccano corali sbiancati e, chiedendo un po’ in giro per l’univeristà, si viene a sapere di eventi di bleaching (la perdita delle alghe di cui si parlava nelle scorse puntate) risalenti alla scorsa estate e di punti di immersioni che non sono piu’ utilizzati per i campionamenti dall’università perchè completamente “morti”.
È un po’ deprimente: dobbiamo decisamente diventare piu’ ecologici.