Un week end “a secco”
Lunedì mattina: guida prenotata per il prossimo week end, attrezzature tirate a lucido e organizzazione dei turni in laboratorio in modo che tutti abbiano tempo per almeno due “tuffi” al giorno.
Tutto a posto e tutto calcolato. Pare.
Se non fosse che il mercoledì mattina arriva la solita allerta meteo: tre tifoni si stanno dirigendo verso Taiwan, ci arriveranno, tanto per cambiare, sabato mattina. Sembra che non saranno particolarmente forti, dei forti temporali più che dei “veri” tifoni (di quelli con acqua e vento che rappresentano le meglio scene dei disastri naturali nei film di serie B), ma poco cambia: il tempo non è comunque da diving. Bastano le onde per far capire a tutta la compagnia che non è proprio il caso.
Passare però il week end chiusi in camera a vedere serie tv perché il mare non collabora non è nemmeno da prendere in considerazione. Quindi si cambiano i programmi. Mare fuori gioco? Allora si va ad esplorare l’interno.
Così, zaino in spalla e numero di un ostello alla mano, visitiamo Kaohsiung, città che dista un paio d’ore di macchina dal nostro campus. Questo in Italia vorrebbe dire fare almeno 200 km, a Taiwan in realtà se ne fanno meno di 100: credo sia l’unico stato dove le persone rispettano un limite di 100 km/h su una strada veloce.
Comunque la città è molto particolare: da una parte il centro è totalmente occidentalizzato (a parte i cartelloni in cinese), mentre nelle zone più antiche si mantiene un certo alone di mistero.
La nostra tappa è il Lotus Lake, un grande lago artificiale circondato da statue rappresentanti i vari dei del pantheon locale: sono tutte costruzioni assurdamente colorate con dei e regine celesti in equilibrio su tortuosi corpi di draghi cinesi. Sembra in realtà di essere in un cartone animato: i colori delle statue sono tutti molto accesi ed è completamente diverso da quello che in occidente viene considerato luogo di culto. Dopo aver superato un immenso guerriero a guardia di un coloratissimo tempio, dove ogni statua è decorata con nastri rossi di buono auspicio, siamo arrivati a delle pagode: la “Pagoda della Tigre” e la “Pagoda del Drago”, dove abbiamo potuto vedere le rappresentazioni dei 24 figli più ubbidienti della Cina e del paradiso e dell’inferno. Anche in questo caso i colori la fanno da padroni e i diavoli locali si tingono di rosso e blu.
Nonostante le nuvole però, la giornata è caldissima e, dietro suggerimento dei miei compagni, proviamo del succo di bambù preparato al momento. Assurdamente dolce devo dire, ma sicuramente dissetante. A questo punto un panino al volo e siamo pronti per la seconda tappa della giornata: il Tempio commemorativo di Buddha, per me semplicemente “Big Buddha”, vista l’altezza della statua commemorativa.
L’ambiente cambia totalmente: ora passeggiamo tra giardini curatissimi con immense statue di animali e, superato l’ingresso, mi aspettavo di trovare una statua con un piccolo tempietto. In realtà mi sono trovata circondata da pagode che orientavano la vista su questa immensa statua sacra. Penso ancora che sia incredibile che dalla strada non si veda una cosa così imponente.
A questo punto scatta la “caccia al souvenir”, qualche decina di foto e poi siamo pronti per tornare a casa.
Bellissimo week end, nulla da togliere ai templi e alle statue, ma non ci sono storie: lunedì i tifoni lasciano l’isola. Questo vuol dire che il prossimo fine settimana sarà tutto sott’acqua. Macchinetta carica e ci si immerge.
Figata =)
Sempre bella e sempre brava