La guerra è cosa da uomini, non riguarda gli animali? Sbagliato! Pare che per difendere la flotta del Mar Nero, la Russia si serve anche di delfini addestrati. Lo afferma l’Istituto navale degli Stati Uniti , sulla base di immagini satellitari che individuano due recinti di delfini posizionati all’ingresso del porto di Sebastopoli al momento dell’invasione russa dell’Ucraina.
Sebastopoli, in Crimea, è la principale base navale russa nel mar Nero. Le navi nel porto militare sono fuori dalla portata dei missili ucraini, ma rimangono vulnerabili ad attacchi subacquei. Per questo sono impiegati delfini, addestrati dai russi (ma anche dagli americani) per prevenire attacchi da parte di sommozzatori.
Nel 2019 un delfino beluga con un’imbracatura con la scritta in russo «Equipaggiamento di San Pietroburgo» è stato trovato a largo della costa norvegese. Ribattezzato poi Hvaldimir, ovvero la balena di Vladimir (Putin), con un gioco di parole in norvegese, il cetaceo appariva chiaramente addomesticato dall’uomo e si è speculato su un suo possibile addestramento da parte delle forze militari russe.
Come sono utilizzati questi delfini da guerra?
Un sistema consisterebbe nello sfruttare la loro abilità nell’individuare oggetti sommersi, grazie anche al loro bio-sonar. Delfini pattugliatori insomma, che trasmettono informazioni su cosa c’è là sotto individuando oggetti nuovi. In alternativa (ma non vogliamo pensar male) delfini-kamikaze potrebbero trasportare cariche esplosive nelle vicinanze di obiettivi vari, ed essere fatti saltare in aria al momento giusto.
Buon giorno, leggo con molto piacere i vostri articoli. Riguardo ai delfini caminare credo sia molto difficile “armarli” senza il fattore “ libero arbitrio” umano. Nel senso che trovo difficile lasciare uno più delfini liberi e armati e sopratutto o in grado di decidere dove quando e sopratutto chi colpire. Credo possano essere addestrati a segnalare eventuali intrusi, un po’ come i cani con esplosivi, droghe o denaro.