Autore: Laura Vernotico
Prima di occuparci di come il gas inerte viene eliminato dal nostro organismo, cerchiamo di capire come fa il gas ad entrare nel nostro corpo (passaggio in soluzione del gas).
Per capire concettualmente cosa avviene ricorriamo ad un esempio.
Immaginiamo di avere due contenitori che sia possibile mettere in comunicazione: uno vuoto ed uno sempre pieno. Inizialmente tra i due contenitori ci sarà una grande differenza di pressione, che andrà pian piano riducendosi man mano che il contenitore vuoto si riempie. Al ridursi della differenza di pressione si ridurrà anche la velocità con la quale si riempie il contenitore.
La legge che è alla base di questo concetto – la legge di Henry il cui enunciato -: a temperatura costante, la quantità di gas in soluzione è proporzionale alla pressione che il gas esercita sul liquido. Il volume totale di gas disciolto in un liquido (quando siamo in condizione di saturazione) dipende dal solubilità del gas, volume del liquido e la pressione con cui il gas preme su di esso.
La legge di Henry, formulata da William Henry nel 1803, regola la solubilità dei gas in un liquido. In particolare essa sostiene che: Un gas che esercita una pressione sulla superficie di un liquido, vi entra in soluzione finchè avrà raggiunto in quel liquido la stessa pressione che esercita sopra di esso.
Raggiunto l’equilibrio, il liquido si definisce saturo di quel gas a quella pressione. Tale stato di equilibrio permane fino a quando la pressione esterna del gas resterà inalterata, altrimenti, se essa aumenta, altro gas entrerà in soluzione; se diminuisce, il liquido si troverà in una situazione di sovrasaturazione ed il gas si libererà tornando all’esterno fino a quando le pressioni saranno nuovamente equilibrate.
Facciamo adesso un esempio pratico per arrivare ai concetti di misaturazione ed emitempo:
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un contenitore contiene gas ad una pressione costante di 100 bar
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un contenitore con liquido all’interno del quale deve passare in soluzione il gas che è contenuto nell’altro contenitore
Se trascorso il primo minuto nel liquido sono passati 50 bar di gas (quindi in ogni minuto passa la metà della differenza di pressione tra il gas che deve passare e quello disciolto), all’inizio del secondo minuto il nostro contenitore di partenza contiene sempre 100 bar di gas, il contenitore pieno di liquido (inizialmente privo di gas) ne contiene ora 50 bar. La differenza di pressione tra i due contenitori è pari a 50 bar, e visto che ne deve passare la metà ne passeranno 25 bar. Adesso il contenitore con liquido conterrà 75 bar di gas. All’inizio del terzo minuto nel contenitore col liquido passerà una quantità di gas pari alla metà di 25 bar (100 bar meno 75 bar). E così fino alla saturazione completa del contenitore col liquido, che di fatto si avvicina sempre di più a 100 senza raggiungere mai l’equilibrio: è questo il motivo per cui si parla di tempo di emisaturazione e non di tempo di saturazione (la saturazione completa non avviene mai).
Nell’esempio il contenitore con liquido rappresenta il caso di un tessuto con un tempo di emisaturazione di 1 minuto (emitempo). Vi sono tessuti più lenti con tempi di emisaturazione maggiore, per esempio 5 minuti (questo significa che il passaggio della metà della differenza di pressione tra il gas che deve passare e quello disciolto impiega 5 minuti) o più veloci, per esempio 30 sec (il
passaggio della metà della differenza di pressione tra il gas che deve passare e quello disciolto impiega 30 secondi).
I tessuti poi seguiranno lo stesso andamento temporale quando dovranno eliminare il gas.
I tessuti esaminati prendono il nome di tessuti pilota. Da qui l’importanza di prendere il considerazione nei calcoli della decompressione più tessuti pilota possibile per avere calcoli più precisi ed un’analisi più affidabile.
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