In Turchia, nello stretto dei Dardanelli, sebbene non ci siano i resti delle leggendarie navi di Troia, si possono trovare numerosi relitti di navi della Prima Guerra Mondiale. Queste imbarcazioni appartenevano alla flotta degli alleati della Triplice Intesa e furono impiegate nella campagna di Gallipoli per sostenere la corona britannica contro le forze dell’Impero ottomano. Oggi, queste navi giacciono sui fondali del mare di Marmara, dove rappresentano un patrimonio storico e culturale che gli appassionati di immersioni possono visitare e ammirare.
La guerra di Troia
Nella parte nordovest della regione di Çanakkale, in Anatolia, Turchia odierna, si trova l’altura di Hissarlik. Dove gli scavi condotti dalla caparbietà dell’archeologo Schliemann hanno, finalmente, rivelato, fra gli strati VI e VII (1700 – 1250 AC) , i resti della città di Troia.
Il famoso teatro della decennale omonima guerra vede opposte le fazioni della popolazione locale e una coalizione di re e principi achei (greci) di varie città stato e isole.
Come noto la guerra di Troia ha alimentato miti e culture popolari per secoli, dando vita prima di tutto ai due grandi poemi epici dell’antichità greca, l’Iliade e l’Odissea. Il primo racconta l’ultimo dei dieci anni di conflitto fra Achei e Troiani, il secondo le peripezie per il rientro a casa dell’eroe greco Odisseo.
In particolare, nell’Iliade, nel libro II, Omero ha stilato un ampio catalogo delle navi che mossero dalle acque greche verso l’ingresso dei Dardanelli, su cui Troia dominava. Probabile ragione, al di là di quella romantica proposta dai poemi, che indusse allo scontro originario.
Per qualcosa come poco più di 300 versi Omero si lancia nell’elenco di circa 1200 navi e relativi condottieri e popolazioni d’appartenenza. Un catalogo archeologico impressionante. Leggere navi da guerra e trasporto uomini, senza coperta, dotate di vele quadrate e una ventina di postazioni remiere. Interamente in legno.
Per questo, anche dando credito alla narrazione di un feroce e duraturo conflitto, le loro vestigia sarebbero pressoché nulle: delle navi greche e troiane affondate a seguito di tempeste o impedimenti lanciati dalle varie divinità schierate con l’uno o l’altro popolo, nel corso di 3000 anni o poco meno non sarebbe rimasto davvero niente.
I relitti visitabili della prima guerra Mondiale
Eppure, quella porzione di mare, la connessione naturale fra l’Egeo (e quindi il Mediterraneo) e l’interno del Mar di Marmara, è costellata di altri relitti interessanti, quelli, sì, ancora visibili e resistenti all’inesorabilità del tempo.
Si tratta di una ventina di imbarcazioni impiegate nella I Guerra Mondiale, nella campagna di Gallipoli, dalla flotta degli alleati della Triplice Intesa: Francia, Regno Unito, Russia – in particolare le forze dell’ANZAC (Australian and New Zealand Army Corps) e indiane, a sostegno della corona.
Senza la pretesa di arrivare ai picchi compositivi di Omero, ecco di seguito la LISTA DEI RELITTI VISITABILI in questa zona: per informazioni su viaggi, alloggio e immersioni, non esitate a chiedere ai vostri fidati nocchieri di Albatros Top Boat. Buona lettura!
Lista dei relitti della prima guerra mondiale
1. SS MILO, nave a vapore per trasporto uomini. Costruita nel 1865; appartenenza Royal Navy. Dimensioni 74×9 mt. Sito: Anzac Cove. Profondità: 5-7 mt.
2. MASSENA, nave da guerra. Costruita fra il 1849 e 1898; appartenenza Marine Nationale. Dimensioni 113x20x9 mt. Sito: Ertruğrul Bay. Profondità 5-7 mt. Affondata come frangiflutti a protezione dei movimenti di evacuazione delle forze alleate.
3. SAGHALIEN, nave passeggeri. Costruita nel 1880; appartenenza Marine Nationale. Dimensioni 113x20x9 mt. Sito: Ertruğrul Bay. Profondità 5-7 mt. Affondata come frangiflutti a protezione dei movimenti di evacuazione delle forze alleate.
4. VINCENZO FLORIO, mercantile a vapore. Costruita nel 1880, acquistata dalla Royal Navy nel 1915. Dimensioni 113x20x9 mt. Sito: Cape Tekke. Profondità 5-7 mt. Affondata nel 1915 per costituire un molo galleggiante a Cape Tekke.
5. SANTA MARIA DELLA VITTORIA, mercantile a vapore. Costruita nel 1882. Dimensioni: 100×11 mt. Sito: Cape Tekke. Profondità 5-7 mt. Affondata nel 1915 per costituire un porto protetto a Cape Tekke.
6. TUZLA, nave a vapore. Costruita nel 1885, acquistata da una società di navigazione turca nel 1913. Dimensioni: 65×5 mt. Sito: Akbaş Port. Profondità: 10 mt. Affondata nel 1915 da una torpediniera.
7. HMS LOUIS, cacciatorpediniere. Costruita nel 1912; appartenenza Royal Navy. Dimensioni: 130,8×12,1 mt. Sito: Suvla Bay. Profondità: 13 mt. Danneggiata per la collisione con un rimorchiatore il 30 ottobre 1915, si è inabissata di lì a dopo.
8. ARIBURNU LIGHTER, bettolina. Le imbarcazioni più leggere, chiamate anche “mule barges”, erano utilizzate per trasportare i materiali militari tra le navi ormeggiate al largo e la costa. Dimensioni: 11,50×3,50 mt. Sito: Nibrunesi Point. Profondità: 18 mt. Il peschereccio Arıburnu fu affondato dopo aver compiuto la sua missione durante la ritirata, nel dicembre 1915.
9. HMS MAJESTIC, nave da guerra. Costruita fra il 1893 e il 1895. Appartenenza Royal Navy. Dimensioni: 118×23 mt. Sito: Seddülbahir. Profondità: 18-23 mt. Nonostante la nave fosse
circondata da reti anti-siluro, non riuscì a sfuggire al nemico e fu affondata dopo essere stata silurata dal sommergibile tedesco U-21 all’alba del 27 maggio 1915.
10-11. HELLES BARGES, chiatte. A tenuta stagna, scafo largo con o senza motore. Originariamente utilizzate per trasportare soldati, rifornimenti e i supporti per le costruzioni dei moli durante gli
sbarchi di Gallipoli. Dimensioni: 18×5,8 mt – 23,5×6,6 mt. Sito: Seddülbahir. Profondità: 24-25 mt. Ancora visibili e apprezzabili parte delle strutture, la catena e una caldaia.
12. LUNDY, DRAGAMINE. Costruita nel 1908. Appartenenza Royal Navy. Dimensioni: 33,6×6,5×3,6 m. Sito: Suvla Bay. Profondità: 27 mt. Lundy entra in collisione con il Kalyan, un’imbarcazione che cercava di sfuggire alle dai cannoni turchi e affonda il 16 agosto 1915. Ad eccezione dei danni a poppa, il relitto è rimasto intatto.
13. ARIBURNU BARGE, chiatta. Dimensioni: 17,5×6,5 m. Sito: Ariburnu. Profondità: 28,5 mt. Affondata per ragioni ignote, la chiatta presenta ancora intatte le componenti metalliche, mentre quelle in legno di sono naturalmente deteriorate. Una seconda chiatta con le stesse caratteristiche giace a 54 metri di profondità non lontano da questo relitto.
14-15. NIBRUNESI POINT BARGES, chiatte. Dimensioni: 17,5×6 m. Sito: Nibrunesi Point. Profondità: 30 mt. L’affondamento di queste chiatte rimane un mistero. In origine utilizzate per sbarcare i soldati dalle navi da trasporto alla terraferma. Le componenti in legno di questi relitti (il ponte) si sono decomposti nel tempo, ma i componenti metallici (lo scafo) sono rimasti intatti.
16. RETI ANTI– sottomarino. Produzione: cantieri Haliç, Istanbul. Avevano il compito di impedire il passaggio dei sommergibili e hanno avuto un’importanza strategica cruciale durante la guerra. Dimensioni: lunghezza 60 mt, formavano un reticolo di quadrati di 4×4 mt. Sito: Akbaş Bay, Cape Nara, Bigalı Fortress. Profondità: 30 mt.
17. HMS TRIUMPH, nave da guerra. Varata nel 1903. Appartenenza Royal Navy. Dimensioni: 132,9×21,64×7,72 m. Sito: Kabatepe. Profondità: 72 mt. Colpita da un siluro sparato dal sottomarino tedesco U-21, affondò in un’ora e mezzo con un equipaggio di 73 persone.
La nave, che ha conservato il suo stato originale ed è stata trasformata in un mausoleo, è riservata a un pubblico di esperti di immersioni tecniche.
18. FRANCO, nave cargo. Appartenenza, Grecia. Dimensioni: 125 mt. Sito: Havuzlar, Profondità: 26-44 mt. La porzione superiore del relitto si trova a 26 metri di profondità e l’inferiore a 44 metri, relativamente vicini alla riva, inclinati su lato di mancina. Il relitto si presenta intatto nel suo insieme. È molto concretizzato, quindi ricco di vita marina oltre che degli aspetti strutturali tipici delle navi affondate. In particolare, su questo relitto e solo qui si è ripresentato dopo anni di assenza il corallo rosso. La porzione inferiore è riservata a un pubblico di subacquei tecnici, stante la profondità.
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