Chi non ha mai smontato con un soffio i soffioni del tarassaco, che sono i semi alati di una nostra pianta spontanea, il tarassaco appunto, o dente di leone, conosciuto anche con decine di nomi dialettali, che in primavera punteggia di giallo i prati? Ma sentite cosa hanno studiato all’Università di Trento.
Per la prima volta è stata misurata in laboratorio la capacità dei soffioni del tarassaco immersi in acqua di immagazzinare aria, con una scoperta che apre la strada allo sviluppo di nuovi dispositivi e di soluzioni tecnologiche avanzate, e a possibili applicazioni per garantire l’aria da respirare durante immersioni subacquee rapide.
Il lavoro, Air-encapsulating elastic mechanism of submerged Taraxacum blowballs è pubblicato dalla rivista Materials Today Bio.
Il team ha osservato come, in immersione, i soffioni diventassero argentei e la loro chioma soffice assumesse una forma assottigliata e romboide intrappolando bolle d’aria. È andato quindi a misurare le proprietà meccaniche che danno origine al fenomeno naturale per poterle riprodurre con processi di ingegnerizzazione.
Tra le sfide che questa scoperta lancia all’ingegneria bio-ispirata c’è la miniaturizzazione di componenti simili ai soffioni per realizzare dispositivi innovativi e soluzioni tecnologiche avanzate, dal peso e costo contenuti, per incapsulare e trasportare le bolle d’aria sotto acqua con possibili applicazioni, ad esempio, nel settore delle immersioni subacquee.