In fotografia, tenere tra le mani un bell’oggetto fa sempre piacere, ancora prima di usarlo.
Ogni fotografo prova infatti una piacevole sensazione se la sua fotocamera è gradevole ed ergonomica, oltre che funzionale; ed ogni fotosub prova altrettanto godimento nell’avere a disposizione una custodia che ricalchi le peculiarità della fotocamera mantenendone funzionalità ed efficienza, oltre che plasticità ed estetica. Ma non vogliamo parlare solo del look delle custodie Isotta, gradevole come di rado accade nel mondo degli scafandri sub, ma di quei dettagli che lasciano al fotografo la magica sensazione di continuare a impugnare la fotocamera, con i comandi posti sempre nella stessa posizione e semplicemente “espansi” nella conchiglia stagna che la riveste.
Una delle unicità delle custodie Isotta è la chiusura dei due elementi che compongono la conchiglia: la parte anteriore e la parte posteriore del tutto si fondono incernierandosi con due perni alla base, per l’incastro iniziale di un pezzo con l’altro; poi, con una chiusura a libro che termina al centro in alto, un nuovo perno accede a una manopola che ruotando in senso orario permette l’incastro definitivo e la chiusura.
Il dorso è provvisto di doppio o-ring, ma questa è una peculiarità che riguarda anche gli oblò e tutti gli altri comandi.
La comodità nell’inerire la fotocamera all’interno della custodia è unica: un gesto semplice e preciso, agevolato da una piccola slitta avvitata alla base delle camera, ci rende la vita facile in questa operazione delicata e ripetitiva.
La custodia prevede la possibilità di usare sia cavi tradizionali con spinotto Nikonos sia cavi in fibra, secondo i gusti (sede con tappo per cavo tradizionale).
Le impugnature laterali sono poste alla giusta distanza dalla custodia, cosa molto importante, in modo che allungando il pollice con la custodia in mano si possa comodamente arrivare ai pulsanti riportati sul dorso.
Ma il bello viene quando parliamo delle manopole che agiscono su tempi e diaframmi, preziosissime per chi lavora in manuale e desidera regolare sempre di sua iniziativa tali valori.
Queste manopole sono fantastiche per la loro facilità di utilizzo anche con le mani guantate e sono poste in posizione perfetta.
Il comando del pulsante di scatto, posto in alto sopra la ghiera dei diaframmi, è altrettanto agevole, anche per la forma che accoglie il dito e le sue generose dimensioni. Si scatta quindi con assoluta precisione e senza difficoltà alcuna, anche con una sola mano se l’assetto dello scafandro è ben calibrato!
Uno sguardo all’interno della custodia vuota ci mostra un attrezzo pulito, semplice ed efficace, di ottima fattura e con rifiniture impeccabili. Tutto ciò semplifica l’uso e la manutenzione, agevolando il fotosub amatore o professionista che sia.
Per rendersi conto di quanto i dettagli sopra analizzati facciano la differenza bisogna usare la custodia, in ogni condizione operativa. Personalmente, dopo anni di utilizzo, considero lo scafandro rosso come un’estensione della mi mente operativa di fotografo subacqueo, come accade sulla terra quando sei tutt’uno con la tua fotocamera in mano e percepisci la scena da fotografare. Agisco sui comandi con rapidità, senza esitare o sbagliare, e questo è importante quando si fotografa sott’acqua dove, in molte situazioni, si scatta al volo cimentandosi in vere e proprie foto d’azione.