Il cavalluccio pigmeo sta diventando un po’ il gattino della subacquea, nel senso che è carino, coccoloso, fotogenico, e di solito una sua bella foto fa il pieno di “like” sui social.
Già, ma fare una bella foto di un cavalluccio pigmeo non è facile come fotografare il gattino sul divano di casa. Intanto non siamo sul divano, siamo in acqua, con una pesante attrezzatura, magari profondi, e poi il nostro soggetto è maledettamente piccolo e difficile da vedere. Vedi l’articolo Vita da Nani, su Scubazone 14
La prima cosa è localizzarlo. Ma diciamo subito che nel Sud Est Asiatico, patria della maggior parte delle specie conosciute, le guide sono molto attente alle esigenze del fotosub e di solito sanno come e dove trovarli. Diciamo quindi che lo hai localizzato (o che te lo hanno indicato), adesso cosa è importante?
Come fare una bella foto a un cavalluccio pigmeo
1. Mantenere il controllo della situazione
I subacquei e in particolare i fotografi dovrebbero mantenere una piena consapevolezza dello “spazio acquatico” che occupano. Sono in galleggiamento neutro? Ho il controllo sui movimenti delle mie pinne vicino al fondo? Sto gestendo la mia posizione rispetto alla corrente? Sto gestendo bene l’emozione di un grande incontro?
Tutte queste considerazioni hanno una grande importanza quando si fotografano i cavallucci marini pigmei. Sollevare il sedimento con le pinne o prendere a pinnate gli animali sessili su una parete della barriera corallina per uno scarso controllo dell’assetto può danneggiare l’ambiente locale e le opportunità di cattura delle immagini per gli altri subacquei.
2. Non toccare
Sono abbastanza sicuro che non vorresti essere preso a ditate da un gigante. Lo stesso vale per il piccolo e delicato cavalluccio marino pigmeo. Non dovremmo mai toccare fisicamente il cavalluccio marino ed evitare al massimo di toccare la gorgonia ospite. Oltre a rischiare di fargli male, possiamo spaventarlo e ottenere che si rinchiuda su sé stesso, rendendosi impossibile da fotografare.
Le guide subacquee hanno il compito di proteggere questi animali e il loro habitat. Si immergono con queste creature quasi ogni giorno e hanno coscienza di ciò che si può fare per permettere ai subacquei di ottenere la loro immagine senza arrecare danno. Lascia che la guida subacquea ti aiuti.
3. Sii comprensivo con gli altri fotografi
È probabile che ti troverai con un gruppo di subacquei, tutti desiderosi di portare a casa almeno una foto del soggetto. È quindi importante che siate ben disposti a condividere l’opportunità. Spesso i cavallucci marini pigmei vivono in profondità, diverse specie al di sotto dei 20 m, o ancora più spesso sotto i 30 m, dove il tempo di fondo è poco e il computer avanza velocemente. Non essere egoista, assicurati di lasciare il tempo agli altri fotografi per scattare. Se per te è più importante ottenere lo “scatto perfetto”, tieniti per ultimo, magari aspettando un poco sopra al gruppo.
4. Sii un fotografo conservativo
Melle destinazioni più popolari e frequentate da molti subacquei, questi animali possono essere colpiti dal flash centinaia di volte al giorno! Tienilo presente, anche se sembra che il lampo del flash non dia danni permanenti, 100 lampi negli occhi ogni giorno sono una penitenza anche per una star di Hollywood… Detto questo, l’equilibrio tra l’essere comprensivo e egoista dovrebbe essere ovvio. Ricordo un’immersione con un fotografo, che fu decisamente avaro, scattando solo cinque volte… ma impiegò 20 minuti per farlo: il cavalluccio lo ringrazia, i compagni di immersione che aspettavano il loro turno un po’ meno.
5. Chiedi l’aiuto della tua guida subacquea
La sua assistenza può essere concordata prima dell’immersione e ti darà buone opportunità di riuscire a portare a casa una bella foto di un cavalluccio pigmeo.
Che attrezzatura utilizzare per fotografare un cavalluccio pigmeo
Poiché i cavallucci marini pigmei misurano in media tra 1 e 2 cm di lunghezza, sono perfetti per la macrofotografia one-to-one. Pertanto, qualsiasi sistema, che si tratti di una fotocamera compatta con aggiuntivo macro umido o di una reflex 35 mm professionale con obiettivi intercambiabili funzionerà bene, a condizione di garantire almeno un rapporto di riproduzione di 1:1. Chi usa una compatta (o una mirrorless) può avere il vantaggio della maggiore maneggevolezza di un sistema piccolo, e della messa a fuoco sullo schermo LCD, che consente inquadrature varie e un maggiore controllo della propria posizione.
Personalmente con una reflex o una mirrorless preferisco obiettivi a focale medio-lunga, da 90 mm a 105 mm, che mi permettono di stare un poco più lontano dal soggetto e di ottenere lo stesso ingrandimento disturbandolo meno, e di gestire meglio la posizione del flash (o dei flash).
Lavorando con soggetti così piccoli ed elusivi io sento l’esigenza di un puntatore, una luce pilota, per non perderlo di vista e facilitare l’autofocus. Avere una torcia puntata addosso può infastidire l’animale, anche se nella mia esperienza ho visto spesso cavallucci pigmei illuminati da una luce fissa cominciare a mangiare, approfittando della luce che illuminando le loro piccole prede le rende evidentemente più visibili anche a loro.
Infine, poiché le fotocamere compatte utilizzano sensori più piccoli, hanno il vantaggio di una maggiore profondità di campo, il che consente spesso una messa a fuoco nitida.
Indipendentemente dal tipo di fotocamera che si sceglie di utilizzare, il flash esterno è quasi d’obbligo. Se un doppio flash può essere utile per dare luce a entrambi i lati del soggetto, un singolo flash posizionato sopra la linea centrale dell’obiettivo darà risultati eccellenti, e col vantaggio di rendere il sistema compatto, e manovrabile in spazi ridotti senza urtare l’ambiente.
Con i flash esterni, specialmente se sostenuti da braccini lunghi, è facile urtare la gorgonia col risultato magari di allontanare il nostro soggetto o di metterlo in ombra. Ecco un altro argomento in favore del flash singolo posizionato sopra l’obiettivo.
Gli snoot sono diventati molto popolari, ma possono essere difficili da usare quando si riprendono soggetti piccolissimi e mobili come i cavallucci pigmei. Ancora una volta l’uso di un assistente opportunamente istruito può tornare utile per dirigere uno stretto fascio luminoso nel punto giusto.
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Tutte le foto di questo articolo sono dell’autore, realizzate con vari apparecchi reflex Nikon e con mirrorless Sony α 7 III, custodie Easydive Leo 3 e Leo 3 wi, flash Sea&Sea D1 e D2.