C’è uno Strombidae in Mediterraneo, ma pochi lo conoscono. Non è una specie lessepsiana, perché non viene dal Mar Rosso. Ma è entrata in Mediterraneo molti anni fa (la prima segnalazione risale al 1978 in Turchia), col trasporto marittimo. Si tratta di Conomurex persicus.
Proviene dal Golfo persico e grazie alla mano dell’uomo ha trovato dimora anche nel nostro mare. Quindi la vogliamo definire aliena? Direi di no. Io credo di più nel divenire casuale delle cose, nella metamorfosi costante degli ambienti. Anche se in questa metamorfosi c’è sovente lo zampino dell’uomo, nel bene e nel male.
Distribuzione e stabilizzazione nel Mediterraneo
Nuovi ritrovamenti sparsi hanno ulteriormente esteso l’areale di distribuzione della specie alle acque della Libia (2007), Israele (1984), Libano (1987) e in Grecia per le acque del Golfo di Saronikos (2007) ed oggi, la specie, può ritenersi definitivamente stabilita in mediterraneo (come ci spiega in un articolo Pamela Balocchi).
Recentemente pare sia stata segnalata nel mare di Linosa, segno che la migrazione dal Mediterraneo meridionale verso nord stia iniziando in coincidenza con l’aumento della temperatura delle acque (forse).
Adattamento del Conomurex persicus e considerazioni ecologiche
Sembra che questa specie indopacifica si sia perfettamente adattata al nuovo ambiente come sembra anche che abbia occupato una nicchia ecologica vuota. Ma l’ecologia lascia il tempo che trova e noi umani spesso ci arroghiamo la facoltà di decidere quale deve essere la casa di un animale, come ci fossero dei confini invalicabili simili a quelli della nostra specie.
Caratteristiche e osservazioni sul campo
Questo splendido gasteropode forma colonie piuttosto numerose, con una trentina di esemplari per metro quadro e mediamente le sue dimensioni si aggirano sui tre o quattro centimetri.
Tutto ciò è naturalmente confermato dalla mia avventura di ieri 11 settembre quando, durante un tranquillo giro in apnea, ho avvistato i gasteropodi dalla superficie, su un fondale sabbioso di cinque o sei metri, al margine di una scogliera frangiflutto litoranea nelle acque di Pellaro. Incredulo nel vedere un simile animale, in un primo momento ho pensato a conchiglie vuote cadute in mare a qualcuno che magari le aveva acquistate in negozio, dove sono raccolte in sacchetti e vendute a scopo decorativo-casalingo (purtroppo). Ma osservandole da vicino mi sono accorto che si trattava di molluschi vivi e attivi.
Osservazioni nello Stretto di Messina e progetti futuri
Ho quindi deciso di perlustrare meglio l’area circostante per capire con maggior precisione la distribuzione e la quantità di pezzi presenti. Ho prelevato alcuni esemplari per motivi di studio anche sulle conchiglie (morfologia, disegno, ecc) e adesso son qui ad informarVi che sui fondali dello Stretto di Messina ha iniziato a vivere un bellissimo gasteropode dell’indopacifico!
Tornerò per fotografarli con calma vivi nel loro ambiente e vi racconterò di questo animale e dei dettagli che sarà possibile cogliere sulla sua vita nelle nostre acque.