Jacket, piastra, wing, mono o bibo, configurazione hogartiana, sidemount…
Le principali agenzie didattiche “commerciali” solitamente non richiedono una configurazione specifica dell’equipaggiamento durante l’addestramento di primo livello in circuito aperto, ma si limitano a menzionare solo un elenco dell’attrezzatura minima standard necessaria e richiedono che l’istruttore, durante il corso, utilizzi la stessa configurazione dello studente.
In questo scenario non c’è alcun divieto, per l’istruttore, di scegliere una delle configurazioni sopra menzionate anche per i corsi di livello base ricreativo, a condizione, ovviamente, che tutte le skills possano essere eseguite correttamente dallo studente.
Date queste diverse opzioni di configurazione è essenziale che l’istruttore, sin dalla prima lezione, funga da modello di comportamento e da esempio, mostrando la corretta configurazione dell’attrezzatura e il corretto posizionamento delle fruste. Monkey see, monkey do, dicono: la prima impressione ricevuta dagli studenti avrà un impatto su come questi configureranno la propria attrezzatura in futuro, quando si immergeranno in indipendenza con i loro buddy.
Soprattutto nella subacquea ricreativa, a mio avviso, deve essere data importanza primaria alla corretta gestione della fonte d’aria alternativa, anche alla luce delle possibilità quasi infinite offerte dai numerosi marchi e modelli di BCD disponibili sul mercato. È essenziale ricordare che la fonte d’aria alternativa deve essere fissata in una posizione accessibile e deve essere raggiunta e sganciata rapidamente e con agilità.
Troppe volte, nella mia attività quotidiana, ho visto i sub (ma anche istruttori) semplicemente piegare il tubo giallo e spingerlo attraverso un D-ring a caso del gav! Inoltre, in qualsiasi negozio o centro immersioni in cui entriamo, è possibile vedere sugli scaffali una vasta gamma di ganci di qualsiasi forma e colore, che sono “progettati” per fissare la fonte d’aria alternativa al gav tramite la frusta o, peggio ancora, direttamente per il boccaglio… Per non parlare poi di soluzioni più o meno artigianali che prevedono l’uso di O-ring, fascette in plastica, bungee e ritagli di neoprene posizionati perlopiù senza cognizione di causa!
Nel momento in cui decidiamo la modalità con cui agganciamo la fonte d’aria alternativa al jacket dovremmo porci perlomeno le seguenti domande:
- sarò in grado di localizzare e accedere alla fonte d’aria alternativa nel più breve tempo possibile, qualora fosse necessario?
- Di quanta forza avrò bisogno per liberare il regolatore secondario dal suo gancio?
- Sono sicuro di non danneggiare (o peggio di perdere!) il boccaglio se tiro troppo forte?
- In caso di necessità, il mio buddy sarà in condizione di localizzare e sganciare autonomamente la mia fonte di aria alternativa anche senza la mia collaborazione attiva?
Alla luce della mia esperienza personale, la soluzione migliore è sempre la più semplice. Nella subacquea ricreativa, ove perlopiù si utilizzano gav a giubbetto, è sufficiente piegare delicatamente la frusta dell’octopus e inserirla nella tasca apposita posizionata proprio sotto l’ascella destra.
Qualora invece optiamo per una attrezzatura più tecnica come ad esempio un imbrago con piastra e sacca a volume posteriore, ricordiamoci sempre che questi modelli sono stati progettati per un utilizzo con configurazioni specifiche: in questi casi facciamoci consigliare dai nostri istruttori e, se necessario, seguiamo corsi dedicati, invece di inventarci soluzioni personalizzate e spesso inefficaci!