Autore: Laura Vernotico
Esistono due approcci per il calcolo della decompressione:
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il sistema compartimentale (elaborato dal prof. Buhlman partendo dagli studi del prof. Haldane creatore delle tabelle U.S. Navy),
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il sistema a controllo della formazione e sviluppo delle bolle (Varying Permeability Model – VPM, Reduced Bubble Gradient Model – RGBM, Tissue Bubble Dynamics Model – TBDM)
Applichiamo questo ragionamento ad un computer da immersione che utilizzi un algoritmo compartimentale. Teniamo presente la formula delle pressioni parziali per gas azoto:
PN2 = FN2 x P
Dove:
PN2 = pressione parziale dell’azoto
FN2 = frazione dell’azoto
P = pressione assoluta
Ogni volta che il subacqueo inizia la risalita il computer ragiona su quanto azoto c’è nel compartimento che ha preso in considerazione. Se ci sono meno di 1,6 bar, dà l’ok per la risalita. Fare immersioni in curva di sicurezza significa che per ogni profondità il tempo massimo di permanenza sul fondo è tale che una volta arrivati in superficie nel nostro organismo ci sono al massimo1,6 bar di azoto. Se il computer verifica che risalendo direttamente in superficie nell’organismo ci sono più di 1,6 bar di azoto (e quindi si formano le bolle) pianifica le tappe. Come fa il computer a fare i calcoli? Per vedere se è possibile risalire almeno fino ai tre metri deve vedere se ci sono meno di 2,1 millibar di azoto (0,8 bar + 1,3 bar) se sono di più allora bisognerà fermarsi a 6 metri, se sono oltre 2,4 bar (0,8 bar + 1,6 bar) allora bisognerà fare la tappa a 9 metri. Questo ci dice che, tanti più tessuti prende in considerazione un computer e tanto maggiore è il numero delle campionature che fa al minuto il computer, tanto più precisa sarà l’analisi fatta e quindi l’affidabilità del computer.
I computer da immersione che adottano un algoritmo che “ragiona sulle bolle” prevedono che appena il subacqueo inizia la risalita (la pressione esterna sull’organismo si riduce e l’azoto accumulato fuoriesce dai tessuti per passare nel sangue) il 90% dell’azoto contenuto nei tessuti si diffonde nel sangue per essere eliminato con l’espirazione, mentre il 10% penetra nelle bolle che sono sempre presenti in circolo. Se il distacco dal fondo è troppo veloce, si crea una differenza di pressione tra i tessuti e l’ambiente esterno che favorisce l’ingresso di azoto nei nuclei di bolla che poi si ingrandiranno.
Se vogliamo tradurre questi concetti teorici in termini pratici, possiamo affermare che il mercato ci offre diverse tipologie di computer che appoggiano un modello decompressivo piuttosto che l’altro. Non è però questo il momento per affrontare il problema relativo alla scelta del computer subacqueo, lasciamo questo argomento per un altro capitolo del nostro viaggio nel mondo della subacquea.
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