Nel contesto dell’esplorazione subacquea, l’evoluzione tecnologica e la comprensione biologica del mondo marino procedono di pari passo, con la tecnologia che fornisce un supporto fondamentale alla ricerca.
Uno dei grandi problemi della ricerca scientifica in mare è sempre stato il tempo di immersione limitato.
Immagina di essere un ricercatore che studia il comportamento degli animali marini. Il tuo obiettivo potrebbe essere quello di osservare un singolo individuo, pesce o un invertebrato che sia, per un periodo di tempo prolungato. Questo perché, in generale, più lungo è il periodo di osservazione, più affidabili saranno i dati raccolti e di conseguenza i risultati della ricerca
Il documentario Seppie: alieni sottomarini
La cosa è spiegata molto bene in questo documentario presente sul web;
Il documentario evidenzia come la ricerca sul campo presentare delle sfide.
Soprattutto nella sezione che riguarda la Sepia latimanus, la seppia dei tentacoli grossi presente in tutta l’Indonesia. Ad esempio, non è sempre garantito che il ricercatore riesca a incontrare e identificare immediatamente la specie di interesse. Questo può essere dovuto a vari fattori, come il mimetismo, che rende la specie difficile da individuare o problemi di visbilità dell’acqua.
Inoltre, il documentario sottolinea come la Sepia latimanus impieghi circa 15 minuti per familiarizzare con la presenza del ricercatore. Solo dopo questo periodo, la seppia riprende il suo comportamento naturale, come ad esempio quello della caccia, che in questo caso specifico era l’interesse principale della spedizione.
Da questo momento in avanti inizia la fase utile dell’immersione per quanto riguarda la raccolta di dati scientifici, che però ovviamente avranno durata limitata, soprattutto se si è partiti con una bombola sulla schiena, magari un monobombola da 12, come è frequente nelle immersioni tropicali.
Invece basterebbe che il ricercatore fosse equipaggiato con un re-breather per poter estendere il suo tempo d’immersione ben al di là dell’ora canonica; dipende poi sempre dalla profondità raggiunta e dalla profondità a cui si svolge la ricerca.
Il visual census, la raccolta dati per la biomassa dei pesci
Il progresso scientifico ha sempre svolto un ruolo fondamentale nel facilitare la ricerca, a volte in modi che potrebbero non sembrare immediatamente evidenti. Prendiamo, ad esempio, il caso del “visual census”, o censimento visuale dei pesci.
Nel contesto di un censimento visuale, un ricercatore si addestra per valutare la lunghezza dei pesci. Questa competenza, sebbene possa sembrare semplice, è in realtà di fondamentale importanza. Permette al ricercatore di raccogliere dati accurati sulla effettiva biomassa dei pesci, contribuendo così alla comprensione complessiva degli ecosistemi marini.
Questo lo faccio con una maschera. Lo spessore del vetro della maschera e la distanza del vetro dagli occhi sono fattori decisivi nella mia valutazione delle misure. Quindi sarà utile, se sto conducendo un censimento visuale, è consigliabile che io utilizzi sempre la stessa maschera, o almeno lo stesso modello, in cui conosco già quanto vale l’ingrandimento dovuto alla rifrazione di raggi luminosi.
Il rebreather subacqueo e la conoscenza biologica del mondo marino.
Il rebreather subacqueo è un dispositivo che consente ai subacquei di respirare l’aria in modo circolatorio eliminando la necessità di portare bombole d’aria. Questa invenzione ha avuto un impatto significativo sulla ricerca biologica marina, permettendo ai ricercatori di studiare il comportamento e l’ecologia di specie marine che altrimenti sarebbero state difficili da osservare.
Inoltre, a differenza dei tradizionali dispositivi di respirazione subacquea, come le bombole di ossigeno, i rebreather non rilasciano bolle d’aria nell’acqua durante l’espirazione, il che minimizza l’impatto nella osservazioni di creature particolarmente sensibili.
I rebreather permettono ai subacquei di rimanere immersi per periodi di tempo più lunghi e a profondità maggiori. Questo ha permesso ai ricercatori di studiare specie marine che vivono in acque profonde.
I rebreather sono utili anche per studiare il comportamento di specie marine che sono notoriamente difficili da osservare, come le seppie, i calamari e altri cefalopodi.
L’evoluzione tecnica nella fotografia e produzione di videosub
L’innovazione tecnologica ha notevolmente perfezionato le pratiche di ripresa subacquea, consentendo un’analisi dettagliata di animali marini particolarmente piccoli o elusivi. L’avvento di telecamere subacquee ad alta definizione dotate di sensori avanzati ha rivoluzionato la precisione delle immagini catturate nelle profondità marine.
Ad esempio, l’utilizzo di telecamere dotate di sistemi di imaging a spettro ampliato permette di catturare dettagli anatomici e comportamentali con maggiore chiarezza, anche in condizioni di scarsa illuminazione. Le innovazioni nell’illuminazione subacquea, come le luci a LED ad alta potenza e a temperatura di colore regolabile, contribuiscono a eliminare le ombre indesiderate, consentendo riprese più dettagliate e naturali.
Inoltre, l’impiego di droni subacquei dotati di telecamere specializzate ha aperto nuove prospettive per lo studio di organismi marini in aree di difficile accesso. Questi veicoli subacquei telecomandati consentono riprese stabilizzate e controllate con precisione, consentendo agli scienziati di studiare la biologia e l’ecologia di creature marine che abitano zone inesplorate o profonde.
L’impatto della tecnologia nello studio degli oceani
L’impatto della tecnologia nello studio del mondo sottomarino è stato profondo ed è in continua evoluzione, permettendo una comprensione sempre più dettagliata e accurata della vita marina.
Guardando al futuro, è evidente che la tecnologia continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo della conoscenza biologica del mondo sottomarino. L’innovazione costante porterà a nuovi strumenti e metodologie che consentiranno agli scienziati di approfondire la comprensione della biodiversità marina, dei cicli ecologici e dei comportamenti degli organismi.
L’applicazione di intelligenza artificiale e analisi dei dati contribuirà ulteriormente a interpretare grandi quantità di informazioni, aprendo prospettive ancora più ampie per la ricerca oceanografica.