Autore: Carlo Amoretti
L’articolo sulla compensazione descrive gli spazi aerei presenti nel nostro corpo che necessitano di essere, appunto, compensati e illustra alcune tecniche per farlo, nel corso Open si insegna che esiste un altro spazio aereo, esterno al corpo, che necessità ugualmente di compensazione: la maschera.
Durante la discesa la pressione esercitata dalla colonna d’acqua comprime l’aria presente nella maschera, facilitata anche dal fatto che mentre gli spazi aerei naturali hanno pareti rigide la maschera le ha in materiali plastici più o meno flessibili. Per questo è necessario insufflarvi aria per equilibrare la pressione interna a quella esterna, questa è anche l’ovvia ragione della necessità di avere il naso compreso nella maschera. In risalita non ci sono problemi, l’aria in eccesso, dovuta all’espansione conseguente alla diminuzione della pressione ambiente, se ne va passando da sola sotto il bordo della maschera, il sub non deve far niente.
Cosa succede se non si compensa la maschera? Si incorre in uno degli incidenti più stupidi (per la facilità di prevenzione), meno gravi e, contemporaneamente, più appariscenti dell’immersione subacquea: il COLPO DI VENTOSA.
Infatti, quando non si compensa la maschera la riduzione della pressione dell’aria all’interno (compressione) della stessa crea un effetto di "risucchio" sui tessuti del viso che si trovano nell’area coperta dalla maschera, questo determina delle lesioni ai capillari della cute e dell’occhio che fanno comparire un "livido" sulla pelle e uno "stravaso" di sangue nell’occhio.
Ho detto appariscente e l’immagine che vediamo mi dà ragione è evidente sia l’emorragia sottocongiuntivale che la presenza di sangue sotto la pelle, visibile come un alone scuro.
Fortunatamente questo incidente solitamente non causa conseguenze, ma può essere una buona precauzione farsi visitare ugualmente da un medico, cosa che diventa necessaria se si hanno sintomi quali: dolore oculare, visione doppia, punti ciechi nel campo visivo o una diminuzione dell’acuità visiva.
L’esito è quello solito dell’"occhio nero", un serie di trasformazioni cromatiche che rendono conto dei processi di degradazione di riassorbimento del sangue fuoriuscito dalla sua sede naturale fino alla scomparsa totale. Il processo richiede diversi giorni e l’incidente andrebbe evitato, oltre alle ragioni ovvie, anche per motivi puramente estetici.
In conclusione ricordare la prevenzione, semplicissima, che consiste nel mandare un po’ d’aria nella maschera attraverso il naso, un "trucchetto" può essere quello di farlo subito dopo ogni manovra di compensazione dell’orecchio medio, continuando ad espirare ancora per un attimo dopo aver allentato la presa sulle narici, così non ce lo dimenticheremo.
Ringraziamo Andrea Neri per l’articolo fornito.
Se volete approfondire il discorso, visitate:
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Ciao, non sono un Sub ma sono atterrato su questo articolo cercando i criteri di scelta per acquistare una maschera per fare snorkeling. Io non dovrò compensare la maschera, ma ho letto l’articolo con interesse e c’è una cosa che non capisco: la pressione dell’acqua schiaccia la maschera contro il viso, quindi l’aria all’interno della maschera, avendo (a causa dello schiacciamento) meno spazio a disposizione, dovrebbe aumentare di pressione non diminuire, quindi se aumenta di pressione dovrebbe premere contro il viso e gli occhi e non “risucchiarli”.
Cosa sbaglio?