Nome: Pterois miles (pesce leone)
Classe: Pesci ossei, famiglia Scorpenidi
Prima segnalazione in Mediterraneo: 1992, Israele
Prima segnalazione in acque italiane: —
Provenienza: mar Rosso, attraverso Suez (anche possibile introduzione da acquari domestici).
La notizia è recentissima, basata in parte sui rapporti di pescatori e subacquei e confermata da un gruppo di ricerca che fa capo all’Università di Limassol. Il pesce leone Pterois miles, finora segnalato solo sporadicamente in Mediterraneo, durante l’anno in corso sembra essersi ben stabilito lungo tutta la costa sudoccidentale di Cipro. Dopo l’invasione del versante americano dell’Atlantico, partita (si pensa) con il rilascio di esemplari di Pterois miles e di Pterois volitans dagli acquari domestici, una nuova offensiva orientale si sta preparando. E, secondo gli autori dell’articolo pubblicato da Marine Biodiversity Records, il recente raddoppio del canale di Suez potrebbe essere implicato nella storia.
Descrizione:
Corpo moderatamente compresso, spine dorsali e raggi delle pinne pettorali molto allungati. Capo grande, con grande bocca, spine e cirri. Notevoli le antenne sopraorbitali che sovente terminano con una striatura o una macchia rotonda.
Colorazione con alternanza di bande verticali nere, rosse-marrone e bianche. Taglia massima 50 cm, frequente tra 15 e 35.
È un predatore soprattutto di pesci, che caccia al tramonto, applicando tecniche diverse: usa l’agguato, oppure insegue la preda cercando di chiuderla e di spingerla verso la bocca con l’aiuto delle pinne pettorali.
Somiglianze.
Inconfondibile, salvo la possibile confusione con Pterois volitans (di seguito).
Distribuzione:
Tipico dell’oceano Indiano e del mar Rosso, nel Pacifico vive la specie Pterois volitans, quasi indistinguibile (e in caso di rilascio da acquari non sarebbe impossibile imbattersi in P. volitans). In Mediterraneo finora segnalato lungo le coste di Israele e Cipro.
Vantaggi/Pericoli per l’uomo:
Le spine dorsali sono collegate a ghiandole velenifere e possono infliggere punture molto dolorose, raramente mortali. Va avvicinato con attenzione, non è aggressivo ma in presenza di un subacqueo assume una caratteristica posizione difensiva mostrando le spine.
Impatto ambientale.
È impossibile fare previsioni, ma sicuramente siamo davanti al rischio di un’invasione che potrebbe non essere indolore. Pterois è un temibile predatore di crostacei, molluschi e pesci (gli adulti mangiano quasi esclusivamente pesci). Depone le uova ogni 4 giorni durante tutto l’anno, producendone circa 2 milioni all’anno (in ambiente di reef). Le uova galleggianti e le larve possono coprire grandi distanze in circa un mese, prima di trasformarsi in una forma giovanile molto simile all’adulto. Tra l’altro, il comportamento tipico dell’accoppiamento è stato osservato lungo le coste cipriote.
Il loro successo come invasori deriva da una combinazione di fattori come la maturazione veloce, la riproduzione e le spine velenose che ne limitano la predazione.
Nell’area dei Caraibi si tenta di arginare l’invasione autorizzando i sub al prelievo, con un arpione. Vedi gli articoli di Cristina Ferrari e Luigi Dal Corona su scubazone numero 25 e numero 26, e il mio commento. Vedi anche il mio articolo su Scubazone.it. Non sono convinto che legalizzare la caccia allo Pterois possa essere una misura efficace, o trapiantabile in ambiente mediterraneo.
Per il momento, segnalateci se vedete degli Pterois nelle vostre immersioni. Sono molto facili da riconoscere, e sarebbe molto utile conoscere velocemente i progressi (eventuali) dell’invasione.