Nome: Parablennius pilicornis (Bavosa africana)
Classe: Pesci ossei, famiglia Blennidi
Prima segnalazione in Mediterraneo: 1962, Algeri.
Prima segnalazione in acque italiane: 1982, Palermo
Provenienza: oceano Atlantico, via Gibilterra.
Per molto tempo è passata inosservata, nascondendosi dietro a una colorazione variabilissima, camaleontica, che la fa confondere con diverse specie native, e aggiungiamo pure che pochi subacquei sanno davvero riconoscere le bavose a livello di specie.
E così la bavosa africana, specie Atlantica tropicale, presente anche lungo le sponde Caraibiche, è entrata in Mediterraneo colonizzando le coste di Marocco e Algeria e poi, zitta zitta, approfittando di un mare sempre più caldo, ha compiuto una veloce risalita verso le coste settentrionali passando per la Spagna e risalendo il Tirreno Italiano. In poco più di 50 anni ha colonizzato in modo massiccio tutto il Mediterraneo occidentale e le coste italiane dell’Adriatico, al momento è una delle bavose più comuni in Mar Ligure e lungo le coste provenzali, presente un po’ ovunque lungo le coste italiane, francesi, spagnole. È considerata una delle specie più importanti come indicatrice del processo di tropicalizzazione in atto.

livrea marmorizzata (maschio)
Descrizione
Questa specie si confonde abbastanza facilmente con le bavose native. Cerchiamo di darvi i caratteri utili per riconoscerla, in modo schematico:
- Tentacoli sopraorbitali “a forchetta”, di solito con 4 filamenti, tutti uguali nella femmina mentre nel maschio il primo è un po’ più lungo.
- Disegni marmorizzati lungo I fianchi, di solito formano una serie di “H” bianche.
- Sulle guance un intreccio di linee più chiare forma sempre un disegno a nido d’ape.
Altre caratteristiche utili per il riconoscimento:
- Pesce curioso, se lo spaventate e poi vi fermate tornerà a guardarvi (molte bavose a dire il vero lo fanno).
- Lunghezza massima 12 cm (frequente tra 6 e 10)

livrea gialla (femmina, ma la livrea non è legata al sesso)
Esistono 4 livree di base:
- Livrea marmorizzata, la più frequente. I caratteri fondamentali sono descritti sopra.
- Livrea scura (maschio riproduttore). Il colore di fondo può essere molto scuro, quasi nero uniforme. Il tentacolo sopraorbitale ha la ramificazione anteriore più lunga delle altre. Sulle guance di solito è evidente il disegno a nido d’ape. Sulla parte anteriore della pinna dorsale si vede una macchia tondeggiante, scura o chiara secondo le circostanze.
- Livrea a banda scura. Colore di fondo chiaro, una linea scura longitudinale dalla testa alla coda, lungo I fianchi, con contorno irregolare. Sempre visibile, anche se sbiadito, il disegno a nido d’ape. Una seconda linea scura è visibile nella linea mediana del corpo (sotto la pinna dorsale).
- Livrea gialla. La più evidente, giallo oro o arancio. Il disegno a nido d’ape resta evidente. Più o meno abbondante secondo l’area geografica, non è collegata col sesso.

marmorizzata

scura

banda scura

gialla (disegni di Francesca Scoccia)

livrea a banda scura
Somiglianze
Nella livrea di base può assomigliare al Blennius gattorugine, o al Parablennius sanguinolentus. Nella livrea con linea scura si confonde facilmente col Parablennius rouxi. La livrea gialla è unica tra i blennidi, in Mediterraneo si potrebbe confondere col ghiozzo Gobius auratus.
I caratteri distintivi da guardare con attenzione sono sempre la forma del tentacolo sopraorbitale e il disegno a nido d’ape sulle guance.
Distribuzione
Vive su fondali poco profondi (tra 1 e 10 m) e ricchi di alghe, lungo entrambe le coste dell’Oceano Atlantico: tra Florida e Brasile sul versante Americano, a est lungo le coste Africane e Spagnole. Segnalata anche in Oceano Indiano occidentale. In Mediterraneo dagli anni ’60 ha colonizzato in modo stabile tutto il bacino occidentale. Specie onnivora, si nutre di alghe e di piccoli invertebrati.

maschio riproduttore in livrea scura
Impatto ambientale
È una delle specie clandestine più invasive, fortemente territoriale, vorace e aggressiva, per cui sicuramente la sua presenza massiccia può portare ad una modificazione profonda dell’equilibrio tra le specie demersali, soprattutto le molte specie native di bavose e ghiozzi.
N.d.A.: Zelig, oltre a essere un locale milanese e una fortunata trasmissione televisiva, per i meno giovani è anche il titolo di un film di Woody Allen del 1983, che racconta di uno strano personaggio (Leonard Zelig) capace di trasformarsi assumendo le caratteristiche psico-somatiche dei suoi interlocutori. Ne abbiamo ripreso il nome nel titolo proprio per sottolineare la capacità della bavosa africana di assumere livree differenti e simili a quelle delle bavose residenti.