La stampa internazionale sta tacendo su una catastrofe ecologica che alcuni paragonano già come portata a Chernobyl o a Fukushima.
Giovedì 5 novembre la rottura di un muro di contenimento ha causato l’esondazione di un deposito di residui tossici e ha generato una marea di fango tossico che ha investito il villaggio di Bento Rodrigues, Minas Gerais, nel sudest del Brasile. Decine di morti, centinaia di senza tetto. Ma la marea tossica avanza, ha invaso il Rio Doce facendo strage di pesci e sta per riversarsi nel vicino Atlantico.
Responsabile del deposito un’industria mineraria che sta semplicemente negando che i fanghi contenessero residui tossici. I livelli di arsenico, piombo, mercurio che i biologi hanno misurato nel fiume, considerato non recuperabile, probabilmente si originano altrove?
Greenpeace indaga, ma a quanto pare tutti i tentativi di chiarire le responsabilità si infrangono contro un muro di gomma. E i fanghi sono ormai arrivati al mare, dove ci vorranno oltre 100 anni per smaltirli…