Torniamo a parlare del cambiamento climatico, fenomeno che desta grande preoccupazione presso gli scienziati. Gli oceani si riscaldano a un ritmo ancora più veloce della terra, per la proprietà dell’acqua di trattenere il calore, e si calcola che le temperature marine medie entro la fine del XXI secolo saranno dai 2 ai 4 gradi superiori alle attuali.
Finora si era misurato l’effetto del riscaldamento sui pesci considerandoli come se fossero fermi, ma… i pesci possono decidere di nuotare via, alla ricerca di acqua più fresca. E se interi ecosistemi potessero spostarsi alla ricerca di acque fresche? In fondo tutti gli organismi marini hanno una fase larvale pelagica che può spostarsi.
In un recente esperimento, pubblicato dalla rivista Global Change Biology, è stato utilizzato un pesce di reef diffuso in tutto l’Indo-Pacifico, la castagnola verde Chromis viridis. Esposto a temperature alte, tutte le volte che ne aveva la possibilità il pesciolino si spostava verso l’acqua più fredda.
Avremo quindi reef corallini sotto casa? Non contiamoci troppo: il raggio di mobilità degli animali del reef è probabilmente troppo limitato per opporsi all’aumento della temperatura, che non è regolare, ma avviene piuttosto a salti, con effetti ancora più catastrofici (ne è un esempio il fenomeno di sbiancamento dei coralli che ha colpito quest’anno la Grande Barriera Australiana, accompagnato da mortalità di pesci). Ma il fatto che chi ha troppo caldo possa muoversi per cercare il fresco è da tener presente.