Torno al diving per cambiare la bombola pregustando già la prossima immersione all’Isola di Bergeggi quando sento alcune persone che parlano della splendida immersione che hanno appena fatto da riva citando pesci e altri animali immortalati dalle loro macchine fotografiche.
Curioso mi avvicino e chiedo cosa hanno visto, mi rispondono che non sanno bene il nome scientifico, alcuni parlano di capone ubriaco. Sicuramente la foto che ho visto rappresenta un pesce assai strano, sembra cammini sul fondo più che nuotare. E quando apre le pinne..beh..rimango quasi a bocca aperta dai colori che mi si presentano agli occhi.
Quasi quasi faccio un cambio di programma…tanto l’Isola è sempre li..aspetterò il prossimo giro. Ora vado a caccia da riva!
Ormai la strada la conosco…metto la testa sott’acqua ed ecco l’ambiente familiare delle precedenti immersioni. Ho sentito parlare molto bene di Lembeh, piccola isola a poche centinaia di metri dalla costa nord-orientale dell’isola del Nord Sulawesi in Indonesia, paradiso della muck dive. Le immersioni a Lembeh sono tutte caratterizzate da fondale sabbioso, un po’ come il nostro fondale di Capo Noli. Non penso di fare un paragone azzardato dicendo che Capo Noli, come tipologia di fondale, possa essere la Lembeh ligure!
Anche come biodiversità non stiamo a scherzare, fotografi della zona mi hanno detto che sono riusciti a contare in queste acque circa 600 specie marine diverse.
Ecco appunto un esempio di biodiversità, un esemplare di cerianto (Cerianthus membranaceus). Vediamolo nel dettaglio facendo molta attenzione ad avvicinarsi perché potrebbe ritirarsi nel tubo nel quale vivono. I cerianti appartengono al phylum degli Cnidari; ve li ricordate?!?! Ne abbiamo parlato all’inizio con le meduse. Ovviamente fanno parte di un’altra classe, ordine, famiglia, genere e specie!
E’ un esacorallo (polipi caratterizzati da sei o multipli di sei di tentacoli semplici) dalla forma polipoide, vive all’interno di tubi membranacei infossati nel sedimento, dal quale fanno uscire solamente una corona di un centinaio di tentacoli di colore bianco, bruno o violaceo disposti su 4 file attorno all’apertura boccale. Quelli vicino alla bocca sono più corti rispetto a quelli esterni notevolmente più lunghi con funzione di catturare le particelle di cibo.
Altro cnidario solitario è l’anemone di mare (Anemone viridis). Anch’esso esacorallo ma di dimensioni piuttosto elevate (circa 20 cm) che presenta una morfologia a polipo dalla colonna liscia con lunghi tentacoli grigi non retrattili e molto fragili. L’animale presenta una colorazione biancastra ma può assumere una colorazione giallo-verde con punte violacee grazie all’associazione con delle alghe simbionti (zooxantelle) al suo interno. Avendo quest’associazione con le alghe predilige superfici illuminate per favorire la fotosintesi di queste, si nutre di piccoli invertebrati o pesci che cattura grazie alle nematocisti presenti su suoi tentacoli.
Il capone ubriaco di Capo Noli
Ma ecco che vicino a me si presenta l’obiettivo della mia immersione, il capone ubriaco (Chelidonichthys lastoviza). Appartiene alla famiglia dei Triglidi, caratterizzati da due pinne dorsali e in quelle pettorali alcuni raggi sono liberi e portano papille gustative. Si spostano sul fondale “camminando” con le pinne pelviche trasformate in raggi digitiformi con cui cercano anche le prede.
E’ però quando apre le pinne pettorali che capisco la beltà di questo pesce, il contorno è di un colore blu elettrico e presenta piccole chiazze su tutta la superficie della pinna sempre di colore blu. Peccato che le tiene aperte per poco tempo, solo per spostarsi perché infastidito, e non è per nulla facile immortalare l’attimo di quando le apre.
Il restante del corpo è rosso con macchie scure, vive su fondi sabbiosi e nel coralligeno.
Mi sembra che come organismi a contatto con il fondo siamo messi bene qui a Noli!
Vediamo di staccare lo sguardo dalla sabbia e vedere cosa c’è che mi nuota di fianco!
Subito una nube impressionante di castagnole (Chromis chromis). Sono pesci comunissimi, abbondano in qualsiasi immersione mediterranea. Sono però gli unici rappresentanti mediterranei dei Pomacentridi, famiglia comunissima nei mari tropicali della quale fanno parte ad esempio i pesci pagliaccio (i pesci Nemo per chi non lo sapesse!!).
Le castagnole sono anche dette pesci “relitto”, in quanto sono stati i primi pesci che hanno ricolonizzato il Mediterraneo dopo la crisi del Messiniano datata oltre 5 milioni di anni fa, nel corso del quale le acque del mar Mediterraneo evaporarono quasi completamente a causa della chiusura dello stretto di Gibilterra.
La specie ha corpo ovale, compresso lateralmente e di piccole dimensioni (circa 15 cm al massimo). Caratteristica distintiva del pesce è la coda che risulta a forbice. Gli adulti hanno una colorazione bruno scura con scaglie contornate di bruno ancora più scuro mentre i giovani sono facilmente distinguibili per via della colorazione blu cobalto iridescente.
Con il passare del tempo la colorazione blu cobalto si riduce alla zona cefalica per poi scomparire con l’età adulta. E’ però possibile trovare dei giovanili in fase di maturazione con la metà corpo blu e l’altra metà nera.
La riproduzione avviene in estate e non è difficile scorgere i maschi che si esibiscono in danze nuziali così da attendere che la femmina rilasci le uova per poi poter essere fecondate. Dopo tre giorni la femmina lascia il nido e affida al maschio il compito di accudire la future prole.
Come al solito quando faccio immersioni mi dimentico di tener sotto controllo la scorta d’aria, soprattutto quando ci sono molte cose da vedere, e quindi è giunta l’ora di cambiare nuovamente la bombola!
Mi chiedo perché non mi hanno fatto le branchie…avrei risparmiato un sacco di tempo!!