Autori: Di Sergio Discepolo e Manuela Bonacina, Dan Europe Communication Department
Propeller Injuries Statistics
La Campagna di Sicurezza per la Prevenzione degli Incidenti da Natante e da Elica
Negli ultimi anni sempre più spesso ci capita di sentire, mentre siamo sott’acqua, il rombo delle eliche che sfrecciano in superficie nei pressi dei punti di immersione.
Finché si è in profondità quasi nessun pericolo, a parte la “caduta ancore” ed il fastidiosissimo rumore che, a causa della elevata densità dell’acqua, si sente molto più forte e spaventa la fauna che con molta cautela stavamo magari proprio in quel momento cercando di avvicinare. Diverso invece quando, ormai finita l’immersione, si è soliti fermarsi pochi metri sotto il pelo dell’acqua per permettere all’azoto accumulato di fuoriuscire nel corso delle tappe di deco o della semplice sosta di sicurezza, soprattutto durante i corsi, quando non si ha ancora dimestichezza con il corretto mantenimento dell’assetto e può capitare di ritrovarsi involontariamente in superficie.
E’ proprio questa, infatti, insieme al momento della riemersione definitiva, la circostanza più pericolosa, poiché si è in balìa delle eliche e delle carene delle imbarcazioni di passaggio nonostante tutte le precauzioni prese, palloni segna-sub e/o bandierine sulla barca appoggio comprese.
Il risalire lungo la cima del pallone o della parete, infatti, non ci mette completamente al riparo dal pericolo poiché le imbarcazioni più piccole, che quindi “pescano” poco, sono in grado di avvicinarsi anche ai picchi più scoscesi per gettare l’ancora non troppo in profondità e fare meno fatica, poi, al momento di salpare.
Il subacqueo in apnea inoltre, a differenza di colui che utilizza il gruppo ARA, effettua ripetute discese e risalite, quindi rimane per un tempo molto maggiore in o nei pressi della superficie ed è perciò ancor più esposto al pericolo di incidenti.
Un po’ meno topico, ma altrettanto preoccupante, è quando siamo sul fondo ed il rumore del motore si sente più cupo e sordo, poiché è sintomo che la barca è in fase di avvicinamento ed ancoraggio ed allora cominciano gli sguardi verso la superficie, proprio per evitare che l’ancora, sovente gettata a ridosso degli scogli, ci piova addosso, cosa che ormai accade sempre più frequentemente.
Chi, infatti, soprattutto tra i sub del Mediterraneo, non ha mai visto un’ancora posarsi pesantemente sul fondo o risalire velocemente e pericolosamente vicina mentre stava tranquillamente esplorando gli anfratti del fondale nei pressi del proprio “pallone segnasub”?
Chi pratica l’attività subacquea con una certa frequenza sa perfettamente quanto sia rischiosa la riemersione proprio a causa delle troppe imbarcazioni che incrociano nei pressi delle zone di immersione malgrado la presenza dei palloni di segnalazione e delle barche appoggio dotate di bandiera regolamentare.
A nulla valgono le intimidazioni di coloro che stanno in barca, lo sbracciarsi e le grida di avvertimento: anzi, spesso addirittura ci si ritrova a venir scherniti o insultati, se non peggio, come risulta da numerose segnalazioni pervenuteci.
Talvolta ci è capitato addirittura di assistere a “tentativi di recupero” dei segnali (l’imbarcazione di passaggio si avvicina più o meno lentamente alla boa segna-sub e cerca di tirarla in barca) da parte di ignari diportisti incuriositi da quell’ ”insolito palloncino con annessa bandierina” e tanti altri subacquei ci hanno confermato che questo accade, purtroppo, di sovente. E sì che chi comanda un’imbarcazione, sia pur essa di modeste dimensioni, dovrebbe almeno conoscere le regole fondamentali di una sicura navigazione sottocosta.
La legge, recentemente modificata da una direttiva del Ministro dei Trasporti proprio al riguardo delle norme inerenti la tutela dei bagnanti e dei subacquei, istituisce nuovi indirizzi in materia di controllo della navigazione e di previsione di norme sulla sua sicurezza, definita dal Ministro una priorità assoluta ( http://www.guardiacostiera.it/ACFE38/diretiive2004pdf.zip ): impone infatti ai subacquei in immersione di segnalarsi con una boa dotata di bandiera rossa con striscia diagonale bianca, oppure, in alternativa, da una bandiera rossa con striscia diagonale bianca issata sul mezzo nautico d’appoggio; il subacqueo deve inoltre operare nel raggio di 50 metri dalla boa di segnalazione o dal mezzo nautico su cui è issata detta bandiera, mentre le imbarcazioni di passaggio devono transitare a non meno di 100 metri di distanza dai segnali.
Il popolo dei subacquei è perfettamente a conoscenza di queste norme e la stragrande maggioranza di esso (oltre il 97%) le applica scrupolosamente, come avremo modo di vedere in seguito.
Gli incidenti provocati dal risucchio causato dal moto dell’elica o dall’urto contro la carena dell’imbarcazione derivano molto spesso dalla distrazione o dalla ignoranza, da parte dei conducenti delle imbarcazioni, del significato dei segnali di sub in immersione e delle norme da rispettare per evitare collisioni ed incidenti; in gran parte ciò è dovuto anche al fatto che in diversi Paesi chiunque può porsi alla guida di un mezzo spinto da un motore con potenza fino a 40 cavalli, a patto di avere più di 16 anni e di navigare entro le 6 miglia, anche se non si è a conoscenza delle norme che regolano il transito delle imbarcazioni.
Discorso a parte, invece, va fatto per coloro che, pur essendo perfettamente a conoscenza delle norme, le ignorano volutamente, per i motivi più disparati. Tra questi vanno purtroppo annoverati proprio alcuni tra coloro che sono gli “addetti ai lavori” e cioè i proprietari di imbarcazioni e /o di diving che accompagnano i gruppi di subacquei sui luoghi di immersione (il 25-45% delle imbarcazioni segnalate per aver provocato o sfiorato l’incidente è risultato appartenere a questa categoria) o, seppur molto più raramente, addirittura da coloro che son deputati a far rispettare le norme (Capitaneria di Porto).
Questo appare abbastanza logico, considerando il fatto che sui più noti siti di immersione si convogliano le attenzioni della maggior parte di coloro che frequentano la zona e così capita che in poche decine di metri quadri di mare si concentrino diverse imbarcazioni.
E’ vero che talvolta i “cappelli” delle secche sono piccoli e, per poter ancorare, occorre necessariamente avvicinarsi alle altre imbarcazioni eventualmente presenti, ma nel farlo occorrerebbe una maggior prudenza sia all’arrivo che alla partenza.
In ogni caso, l’unico sistema per provare a ridurre il bilancio di questi tragici incidenti è una campagna di sensibilizzazione e di diffusione della regola della distanza, in modo da far sì che un sempre maggior numero di conducenti di imbarcazioni sia cosciente del fatto che il pallone e/o la bandiera rossa con striscia diagonale bianca significa che in quella zona vi è almeno un sub in acqua e che quindi, per evitare di investirlo con la barca o, peggio, con le eliche del motore, è necessario transitare ad almeno 100 metri di distanza o, dovendo necessariamente avvicinarsi, almeno farlo con accortezza e maggior prudenza, facendo caso alle bolle in superficie e magari accostarsi a motore spento o in folle.
Quello della sicurezza dei sub in acqua, nei confronti dei natanti che sono sempre più numerosi nei pressi dei più noti ed interessanti punti di immersione, è insomma un problema ed un disagio comune e diffuso, molto sentito da tutta la comunità subacquea (apneisti e cosiddetti bombolari) in tutto il mondo.
Ne è la prova la grande quantità di segnalazioni e testimonianze (https://www.daneurope.org ) che ci sono pervenute da moltissimi Paesi in seguito alla Campagna di Sicurezza per la Prevenzione degli Incidenti da Natante e da Elica che il DAN Europe ha intrapreso, nell’ambito di quell’impegno che il DAN ha sempre profuso a sostegno della sicurezza dell’attività subacquea e dei subacquei tutti.
Il DAN Europe da anni ormai promuove questa campagna, mettendo gratuitamente a disposizione di chiunque ne faccia richiesta adesivi da attaccare nelle bacheche dei circoli nautici, nei diving, all’ingresso dei pontili nei porti turistici, nelle agenzie di noleggio di imbarcazioni o dovunque essi possano essere visti dal maggior numero di persone che conducono imbarcazioni nei luoghi di affluenza turistica e subacquea.
La campagna si basa sull’ampia e capillare diffusione di un semplice messaggio visivo di immediata comprensione che fornisce, a prima vista, l’informazione necessaria a prevenire l’incidente ed a rispettare le norme vigenti.
Inoltre, a partire dalla primavera scorsa ed unitamente agli adesivi, il DAN ha anche approntato e messo a disposizione sul proprio sito un modulo dati con un semplice questionario, da compilare ed inviare (via e-mail, mail@daneurope.org o anche per posta all’indirizzo DAN Europe, casella postale DAN n° 77, 64026 Roseto, TE) in caso di incidente o di eventi che avrebbero potuto determinare un incidente, in modo da poter creare una banca dati che possa tornare utile a fornire maggiori informazioni sull’inquietante fenomeno, con notizie e dettagli sugli eventi e poter così ridurre ulteriormente il pericolo di incidenti.
Il DAN ha inoltre provveduto a contattare Enti, riviste del settore nautico e subacqueo e quant’altri interessati al fenomeno per poter sensibilizzare al problema un più vasto pubblico di “praticanti” possibile.
In soli sette mesi ci sono giunte moltissime segnalazioni via e-mail, posta, sito DAN e telefono; abbiamo analizzato quelle, più dettagliate, pervenuteci tramite il questionario che abbiamo diffuso presso gli iscritti e che è presente sul sito www.daneurope.org/safety_programs.htm; ecco alcuni dati preliminari che cominciano a dare un’idea della vastità e della gravità del fenomeno:
–Nel solo periodo luglio-dicembre 2004 sono pervenute 133 segnalazioni;
di queste, 35 riguardavano episodi accaduti negli anni immediatamente precedenti e ben 98, invece, concernenti episodi avvenuti nel solo anno 2004.
–Delle 133 segnalazioni, 16 sono relative ad incidenti avvenuti, 100 sono le segnalazioni di incidenti sfiorati e 17 sono invece le notifiche di un problema ricorrente e frequente, in zone ad elevata densità di sub e di siti di immersione ben noti.
–Nei 116 casi di incidente avvenuto o sfiorato, 23 sono stati quelli che hanno visto coinvolti sub apneisti e 93 quelli invece relativi ad immersioni con l’ausilio di autorespiratori;
–Ben 34 sono i casi in cui l’imbarcazione che ha provocato o sfiorato l’incidente era condotta da un “addetto ai lavori” .
–Quasi tutti i subacquei erano opportunamente segnalati tramite pallone segnasub e/o bandiera regolamentare esposta sulla barca appoggio e che sono comunque emersi entro i limiti di sicurezza (50 mt.) dai loro segnali, mentre solo 3 sono stati i casi in cui la presenza in acqua del subacqueo non era regolarmente segnalata.
–In 6 occasioni è stata l’ancora, calata in acqua o salpata senza preoccuparsi delle persone in immersione, ad essere causa di incidente avvenuto o sfiorato.
–Nei 16 episodi di incidente registrati si sono purtroppo verificati 4 decessi, 7 casi di ferite gravi, 4 feriti lievi ed un caso di danni all’attrezzatura (il sub, vedendo sopraggiungere l’imbarcazione, ha cercato di spostarsi ed è stato colpito dall’elica sulla bombola, riportando quindi solo un grosso spavento, mentre la bombola è stata scalfita dalle pale dell’elica).
–Le segnalazioni provengono in gran parte dall’area Europea e dal bacino del Mediterraneo, le rimanenti da altre zone note per la bellezza e la ricchezza delle immersioni subacquee;
–Le denunce riguardano soprattutto episodi avvenuti in mare (116); 10 quelli avvenuti in acque dolci (laghi e fiumi), 7 i casi non specificati. (tab.1)
Analizzando gli episodi relativi al solo anno 2004 vediamo che nelle 98 segnalazioni pervenute, a parte l’incidenza dei “bombolari” rispetto agli apneisti (che è lievemente aumentata passando dall’ 80 all’ 85%), l’unico dato alquanto preoccupante è l’aumento delle imbarcazioni cosiddette commerciali nel coinvolgimento degli episodi, che passa dal 25 al 46%, mentre le percentuali degli altri dati di riferimento rimangono grosso modo invariate (Tab. 2).
Quest’anno la nostra e la vostra battaglia continua e, anche grazie ai consigli e ai suggerimenti forniti tramite il modulo di segnalazione, si estende a numerose altre iniziative:
è stato infatti approntato un simpatico poster (68 x 48 cm.) per rendere la segnalazione ancora più visibile ed accattivante ed è stato preparato un pieghevole il quale, oltre a fornire informazioni sul problema, contiene anche il modulo di segnalazione incidente, così da estendere anche ai non iscritti la possibilità di inviare notizie.
Sono inoltre in preparazione le magliette recanti impresso lo stesso logo del poster e del pieghevole, uno spot animato da mandare in onda nel corso di trasmissioni dedicate agli sport ed alle vacanze, articoli da diffondere su riviste specializzate e, nel clou del periodo estivo, su quotidiani locali delle più note località balneari.
L’invito che rivolgiamo a tutti i subacquei ed a chi ama il mare è quello di diffondere questo messaggio di sicurezza il più possibile e collaborare con noi indicandoci altri giornali, riviste, organizzazioni, siti internet, trasmissioni televisive e quant’altro possa essere coinvolto nella campagna di sicurezza per la prevenzione degli incidenti da natante e da elica.
Vogliamo infine ringraziare calorosamente tutti coloro che con così tanto entusiasmo hanno riposto al nostro invito inviandoci segnalazioni e suggerimenti per far diventare più incisiva ed efficace questa nostra “battaglia” .
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