Autore: Jason Heller
Recentemente ho avuto il piacere di intervistare una persona veramente sorprendente ed uno dei pionieri della fotografia subacquea, Bruce Mozert. Devo ammettere che non avevo sentito parlare di Mozert prima di maggio di quest’anno quando ricevetti un comunicato stampa su un libro di imminente pubblicazione scritto da Gary Monroe intitolato “Silver Springs: La Fotografia Subacquea di Bruce Mozert”. Cercai ripetutamente informazioni su Mozert ma non ne trovai. Finalmente contattai Gary Monroe che elogiò questo umile vecchio di grande ingegno che Monroe "riscoprì" per caso, e noi tutti dobbiamo essergli molto grati per questo. Ora ha 91 anni ed è ancora pieno di vita come sempre, sta tuttora facendo fotografie regolarmente e gestisce uno studio vicino a Silver Springs in Florida. La sua energia, umiltà e le sue doti sono tutte qualità a cui tutti noi dovremmo aspirare.
In un’era antecedente Disneyland ed i mega-parchi che i turisti oggi affollano, la fotografia di Mozert e la sua mente creativa hanno giocato un ruolo notevole nel promuovere sul mercato una attrazione turistica popolare in Florida chiamata Silver Springs. Crociere su barche col fondo di vetro sono state l’attrazione principale.
Questa era l’era del modello pin up, e Mozert attribuisce il merito a sua sorella Zoe, una famosa modella pin up per averlo aiutato indirettamente quando egli la seguì a New York dove stabilì contatti col mondo della fotografia e dell’editoria con cui lavorò. Per lo più lavorò con il famoso fotografo del periodico “Life Magazine” prima di avventurarsi verso quel lavoro in proprio che gli avrebbe portato successo e che alla fine lo portò a Silver Spring. Amava ricordare come avesse iniziato guadagnando un dollaro per immagine, ma di quel lavoro gli piacque ogni singolo minuto. Le sue immagini andarono in copertina e sulle pagine di molte pubblicazioni prestigiose come Life, Time, Look e National Geografic. Una delle sue immagini icona contribuì a rendere Jayne Mansfield una celebrità, perché questa immagine venne pubblicata in tutto il mondo. Quello che segue è una storia di abilità creativa, in quanto Mozert, parte di un lignaggio di inventori, creò quello che molto probabilmente è la prima custodia subacquea per creare immagini per i primi film di Tarzan. Le sue prime custodie erano fatte di metallo galvanizzato e tagliate su tubi interni che gli permettevano di usare i controlli della sua Rolleiflex. Successivamente costruì custodie di acciaio e fece uso di specifiche quantità di piombo per rendere l’assetto neutro.
Continuò a raffinare il disegno della sua custodia sia per le immagini da fermo che per quelle da film. Mozert girò tutte le sequenze subacquee per The Creature from the Black Lagoon, e lavorò per tutte le principali reti televisive, incluse ABC Sport, Mike and the Mermaid dell’NBC, e Sea Hunt della CBS. Per 15 anni durante gli anni 60 e 70 fu fotografo a contratto ed operatore cinematografico per la Mercury Engines. L’aver girato le riprese subacquee delle eliche a grande velocità è stata un’impresa di cui va particolarmente orgoglioso.
Il lascito di Mozert è la serie di immagini subacquee uniche di bei modelli in situazioni di vita veramente reale sotto le limpide acque di Silver Springs. Le sue immagini sono esempi di prima classe di fotografia concettuale nella sua migliore espressione. Per quarantacinque anni Bruce Mozert sviluppò immagini memorabili e di grande impatto che non solo hanno richiesto un lavoro di sostegno creativo, ma anche una pionieristica sperimentazione di custodie e di sistemi di illuminazione artigianali. Infatti alcune delle attrezzature subacquee di Mozert sono in esposizione nei musei in tutto il paese. Egli cominciò a scattare sott’acqua prima dell’invenzione degli erogatori, e spiegò come era solito riemergere in un casco di immersione collegato ad un tubo di gomma in cui alcune persone alla superficie pompavano aria a mano. Più tardi raccomandò di collegare il tubo di gomma ad un compressore ed in sostanza inventò il primo sistema ad aria compressa. Questi erano i giorni precedenti alle tabelle di immersione della marina ed alle problematiche delle immersioni come le embolie. Ripensando ad alcune situazioni dove egli dovette compiere una risalita di emergenza può dirsi fortunato di non aver avuto embolie. Noi tutti dovremmo essere altrettanto felici perchè dobbiamo a Mozert il merito di averci portato nell’era moderna della fotografia subacquea.
Quello che mi colpì maggiormente nella mia conversazione con Mozert è la sua umiltà e come si trovi a disagio nel discutere le sue realizzazioni, e quanta passione egli nutra per la fotografia subacquea. Ancora oggi egli è tutto concentrato a creare l’immagine, risolvendo il problema, e materializzando la visione creativa nella sua mente. Egli parlava di quello che noi fotografi digitali chiameranno temperatura di colore, usando filtri rossi o gialli sul suo stroboscopio per creare colori più ricchi e migliorare il dettaglio nelle ombre, e posizionando lo stroboscopio il più lontano possibile ai lati della macchina fotografica per conferire dimensionalità alle sue immagini.
In caso ve lo stesse chiedendo, egli usa ancora la pellicola, principalmente Kodak Ektachrome, anche se possiede una Sony Alpha 700 DSLR. Gli piace lo schermo LCD, ma preferisce continuare con la sua passione di creare immagini su film.
Mozert congeda i fotografi subacquei di oggi con le seguenti parole di saggezza. "Fate cose che nessun altro sta facendo, sarete in grado di riflettere su quello che avete creato e potrete dire-Dio mio, guardate quello, è proprio bello-."
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