Ha compiuto un anno il progetto Bordighera Blu Park. Andiamo a vedere, con i due ideatori, cosa è successo in questo anno e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro.
Intervista a Franco Borgogno, divulgatore scientifico ed esperto in tema di inquinamento da plastica.
Cosa ha ispirato l’ideazione di Bordighera Blu Park e quali obiettivi si prefigge il progetto?
“Il progetto nasce dalla necessità di preservare un’area di grande pregio ambientale, culturale, sociale ed economico, caratterizzata dalla presenza di specie protette, rare ed elencate in annessi internazionali. Il suo potenziale di sviluppo è straordinario, ma la pressione antropica la minaccia. Un lavoro di recupero e valorizzazione rappresenta quindi l’occasione per costruire un percorso condiviso e sostenibile di sviluppo.
Il progetto agirà con iniziative su tutte le tre zone identificate:
- Capo Sant’Ampelio
- ‘I Tuvi’
- ‘Le Bianche’
Queste iniziative saranno diverse in base agli interlocutori e stakeholders, ma con lo scopo comune di recuperare, valorizzare e promuovere la fruizione di un’estesa e variegata area marina prospiciente il tratto di costa che si apre davanti a Bordighera. Obiettivi trasversali a tutte le zone sono eventi di sensibilizzazione, sia a terra che attraverso attività sulla spiaggia, attività di snorkeling e immersioni, anche molto tecniche, conferenze nelle piazze, divulgazione e produzione di materiali educativi”.
Domanda a Monica Previati, biologa marina ed educatrice ambientale, da anni coinvolta in progetti di promozione e tutela del territorio marino.
Puoi accompagnarci alla scoperta delle diverse zone marine coinvolte e spiegarci come ciascuna contribuisce alla diversità dell’area?
“Partiamo col dire che, fin dall’Ottocento, Bordighera è conosciuta per le sfumature di blu del suo mare, una tavolozza di colori che affascinò Monet e lo sfidò a immortalare la stessa luce sulla tela. Partendo dal blu più chiaro della costa fino ad arrivare al blu intenso del mare profondo, il progetto vuole far conoscere non solo ai turisti ma anche ai cittadini di Bordighera cosa si nasconde sotto a questi diversi azzurri. Per questo abbiamo deciso di eleggere tre siti come punti di partenza per questo viaggio sottomarino: il primo è quello più superficiale, un tratto che costeggia la chiesa di Capo sant’Ampelio.
Qui obiettivo è quello di istituire un’area a vocazione turistica, delimitata da boe fisse dove saranno vietati pesca e ancoraggio e sarà invece permessa la balneabilità tutto l’anno, in totale sicurezza. In quest’area sarà creato un percorso di snorkeling con pannelli subacquei dedicati ai più piccoli, per descrivere e riconoscere gli organismi che abitano il nostro mare”.
Non vi occuperete solo della zona costiera, vero?
Esatto. Oltre all’area costiera, il progetto si occupa anche della tutela e della promozione di due siti di immersione caratterizzati da habitat, profondità e peculiarità diversi: il primo sito si chiama “I Tuvi”, si trova di fronte al porto di Bordighera a una profondità di circa 30m ed è caratterizzato dalla presenza di una densa popolazione di gorgonie Leptogorgia, coralli mediterranei di estremo valore naturalistico.
Durante un’immersione di ricerca però in quest’area abbiamo trovato anche molti rifiuti: copertoni, reti, lenze, pezzi di plastica. Ecco perché nell’ambito del progetto organizzeremo anche attività di pulizia dei fondali riducendo l’impatto dei materiali inquinanti. Il secondo sito d’immersione si trova a 1 miglio dalla costa, a circa 50m di profondità ed è conosciuto come “Le bianche” per la presenza di numerose gorgonie, bianche appunto, note in gergo scientifico come Eunicella verrucosa.
Questi coralli mediterranei, animali a lungo scambiati per delle piante, formano vere proprie foreste sottomarine e con il loro portamento arborescente danno riparo a moltissimi organismi. Grazie alla collaborazione con esperti fotografi subacquei, il progetto Bordighera Blu Park porterà fuori dall’acqua splendide immagini di questo straordinario tratto di mare per raccontarlo nelle piazze e nelle scuole e metterlo a disposizione di tutti.”
Monica, quindi se le principali minacce che attualmente affronta questa zona costiera sono gli impatti generati dall’azione umana, come potrà il progetto contribuire a proteggere la biodiversità marina e a ripristinare l’ecosistema?
“In primo luogo, se l’istituzione di una zona vocazione turistica dovesse andare in porto, l’area ridurrebbe l’impatto della pesca sportiva e favorirebbe la riproduzione delle specie di pregio presenti, contribuendo così all’arricchimento della valenza naturalistica dell’intera area circostante. Inoltre, tutte le attività di comunicazione ed educazione previste aumenteranno non solo nei turisti ma anche negli stessi cittadini, quella consapevolezza necessaria ad attuare comportamenti più virtuosi”.
Qual è l’importanza della Ocean Literacy e come il progetto incoraggerà il pubblico a conoscere il mare e la sua connessione con l’umanità?
“La vita sul Pianeta, la nostra e quella di ogni altro organismo, sono legate indissolubilmente al mare. Comprendere questo dato di fatto, scientificamente scontato, è fondamentale per arrivare a una vera tutela del mare e quindi del nostro benessere, inteso sotto ogni punto di vista. Si perché esiste un unico grande mare, solo per convenzione diviso in bacini oceanici, che copre il 70% della superficie terrestre e contiene il 97% della massa d’acqua presente sulla Terra. Il vapore che da questa massa si solleva in atmosfera, ritorna come pioggia, ghiaccio o neve reintegrando costantemente le scorte di acqua dolce che, con una fitta rete di ruscelli, torrenti, fiumi e laghi, rendono la Terra abitabile. L’oceano fornisce ossigeno e assorbe anidride carbonica, è fonte di cibo, regola completamente le temperature e il meteo. A partire dall’oceano si sono sviluppate le prime forme di vita sul nostro Pianeta, poi uscite dall’acqua e sviluppatesi sulla terra ferma.
L’Ocean Literacy, sviluppatasi a partire dalla fine degli anni ‘90, grazie a un gruppo di ricercatori ed educatori statunitensi che evidenziarono la quasi totale mancanza delle scienze del mare nei programmi scolastici, si occupa proprio di questo: promuovere la conoscenza del mare in ogni campo, non solo quello scolastico e non soltanto dal punto di vista biologico, ma anche storico, geologico, chimico, economico, antropologico e diffondere la comprensione dell’influenza che l’oceano ha sulla nostra vita e l’influenza che le nostre scelte e le nostre azioni hanno sull’oceano. Di questo parleremo con tutti i nostri interlocutori nel corso del progetto Bordighera Blu Park.”
In che modo Bordighera Blu Park promuoverà la sensibilizzazione pubblica e individuale riguardo ai benefici dell’investimento nel capitale naturale? Come coinvolgerà anche la comunità locale, i professionisti del turismo, le associazioni e i turisti?
“Come accennato, terremo conto della tipologia di interlocutori e del loro interesse o coinvolgimento: siamo convinti che parlando della loro esperienza diretta sia quasi automatico ottenere un coinvolgimento attivo e propositivo. Con le scuole del territorio lavoreremo sulla conoscenza delle specificità del mare che i ragazzi frequentano nel corso della loro vita, ma che probabilmente non conoscono in dettaglio, portandoli a vedere – tramite video e fotografie – cosa c’è sotto la superficie dell’acqua, quale ruolo ecologico hanno questi organismi, come sono legati alla loro quotidianità.Lo stesso facciamo con i subacquei che partecipano e parteciperanno alle nostre uscite, o con le persone che assisteranno agli eventi pubblici, o alle attività come la pulizia della spiaggia o allo snorkeling. Infine, con i professionisti impegnati sul territorio, ci confronteremo per arricchire la conoscenza delle opportunità, anche economiche, frutto di un turismo consapevole e interessato alla natura e alla sua preservazione. Evidenzieremo come tutto questo abbia anche conseguenze positive sulla conservazione del territorio e della sua eccellenza dal punto di vista della qualità della vita.”
Concludiamo questo viaggio nel progetto Bordighera Blu Park facendo a Franco e Monica una domanda più personale: quanto amate la Riviera e il suo mare?
“Beh, non esiste un tratto di mare che non abbia storie meravigliose da raccontare. Quelle del mare della Riviera di Ponente sono storie conosciute da pochi e che hanno il diritto di essere tramandate. Tutti hanno il diritto e il dovere di sapere quanta ricchezza, quanta bellezza ma anche quanta fragilità si nascondono sotto la superficie del mare!”