Autore: Cristina Giusti
Le balene hanno vinto! La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia
dichiara che le attività di baleneria del Giappone in Oceano del Sud “non sono a
scopo di ricerca scientifica”
Sea Shepherd applaude la Corte internazionale per aver dato protezione alle
balene del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud.
Nel contesto di una splendida vittoria per le
balene, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ – International Court of
Justice) dell’Aia ha annunciato oggi la propria decisione vincolante
sull’importante caso che ha visto l’Australia contro il Giappone, stabilendo che
il Programma di caccia alle balene del Giappone in Antartide, JARPA II, non è a
scopo di ricerca scientifica e ha, quindi, ordinato che tutti i permessi
rilasciati sotto il Programma JARPA II siano revocati. La notizia è stata
applaudita e celebrata da Sea Shepherd Conservation Society Stati Uniti e Sea
Shepherd Australia, le quali sono entrambe direttamente intervenute contro i
balenieri giapponesi in Oceano del Sud.
Il Capitano Alex Cornelissen, Direttore Esecutivo di Sea Shepherd Global e Geert
Vons, Direttore di Sea Shepherd Olanda hanno rappresentato Sea Shepherd in aula
durante l’emissione di questa storica sentenza sulle attività baleniere del
Giappone in Antartide, accompagnati dal legale olandese di Sea Shepherd Global.
Il caso contro il Giappone è stato discusso presso la Corte Internazionale di
Giustizia nel luglio dello scorso anno per decidere se il Giappone abbia violato
i suoi obblighi internazionali nell’attuazione del Programma “a scopo di ricerca
scientifica” in Oceano del Sud JARPA II, per decidere sulla richiesta di
cessazione dell’attuazione del JARPA II e sulla richiesta di revoca di tutti i
permessi relativi fino a quando il Giappone non fornirà garanzie che le proprie
attività siano conformi al diritto internazionale.
Con 12 voti contro 4, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che i
permessi concessi dal Giappone per il suo Programma di baleneria non rispondono
ai requisiti dello scopo scientifico, come delineato dalla normativa della
Commissione Internazionale per la Baleneria (IWC – International Whaling
Commission).
Ordina quindi al Giappone di revocare i permessi a scopo scientifico emessi
sulla base del Programma JARPA II e di astenersi dal concedere ulteriori
autorizzazioni in forza di tale programma.
Prima dell’emissione del verdetto, qualcuno aveva ritenuto che la Corte
Internazionale di Giustizia non avrebbe permesso la caccia di balenottere comuni
e megattere a rischio estinzione, ma avrebbe forse cercato un compromesso per
consentire la prosecuzione della caccia alle balenottere minori.
Tuttavia, Sea Shepherd ha sempre sostenuto la tesi che, non importa di quale
specie si tratti, le balene non devono essere uccise, soprattutto all’interno di
un Santuario. Santuario significa “un luogo di rifugio o sicurezza; una riserva
naturale” dove gli animali sono protetti.
Uccidere in un Santuario internazionalmente istituito significa farsi beffa
degli accordi internazionali intervenuti tra quei paesi che hanno voluto la
nascita del Santuario nel 1994.
Allora, 23 paesi sostennero l’accordo e il Giappone fu l’unico stato membro
dell’IWC ad opporvisi.
Anche l’ambasciatore del Giappone negli Stati Uniti, Kenichiro Sasae, nel corso
di un incontro pubblico a
Los Angeles nel dicembre 2013, cui partecipavano anche i rappresentanti di Sea
Shepherd Stati Uniti, si è espresso in questi termini sul tema balene e
baleneria:
“Come individuo, mi piacciono le balene e se esci in barca e vedi una
balena, non ti viene in mente alcun motivo per uccidere un animale così bello.
Ma ci sono storia e politica. Solo un piccolo numero di giapponesi vuole
ottenere questa vittoria. Ma la maggioranza dei giapponesi non mangia più carne
di balena.”
Durante lo stesso incontro, l’ambasciatore Sasae ha dichiarato che il Giappone
si sarebbe attenuto alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia.
L’equipaggio internazionale di volontari di Sea Shepherd Conservation Society ha
agito in prima linea nelle acque ostili e remote dell’Antartide per otto anni,
ha poi passato questa sfida nelle mani di Sea Shepherd Australia negli ultimi
due anni e continuerà ad affrontare i baleniere giapponesi in Antartide fino a
quando non verrà messa la parola fine, una volta per tutte, alle uccisione in
questa “zona di sicurezza” istituita a livello internazionale per le balene. Nel
corso degli anni, Sea Shepherd è stata l’ unica organizzazione ad intervenire
direttamente contro la caccia commerciale ed illegale alle balene del Giappone,
condotta sotto il pretesto della ricerca scientifica, mentre tale pretesa di
scientificità veniva messa in discussione a livello globale.
Infatti, Sea Shepherd è stata l’unico ostacolo che si è infrapposto tra le
maestose balene e gli arpioni dei balenieri, quando queste specie, protette a
livello internazionale con molti esemplari in stato di gravidanza, migrano
attraverso le acque antartiche ogni anno.
“Con la sentenza di oggi, la Corte Internazionale di Giustizia ha
assunto una posizione corretta ed equa che si colloca nel corso giusto della
storia, proteggendo le balene del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud ed il
vitale ecosistema marino antartico, una decisione che riguarda direttamente la
comunità internazionale e le generazioni future”
ha detto il Capitano Alex Cornelissen, Direttore Esecutivo di Sea Shepherd
Global.
“Anche se gli arpioni implacabili del Giappone hanno continuato a
spingere molte specie di balene verso l’estinzione, Sea Shepherd è sicura che in
seguito alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sarà la baleneria
ad essere relegata nelle pagine dei libri di storia“,
ha aggiunto.
“Nonostante la moratoria sulla caccia commerciale alle balene, il Giappone ha
continuato a reclamare la vita di migliaia di gentili giganti del mare in un
luogo che dovrebbe essere il loro rifugio sicuro”, ha detto il fondatore di Sea
Shepherd, Capitano Paul Watson. “Sea Shepherd ed io, insieme a milioni di
persone consapevoli in tutto il mondo, ci auguriamo che il Giappone onori questa
sentenza del Tribunale Internazionale e lasci in pace le balene.”
Sea Shepherd Global preparerà le sue navi per tornare in Oceano del Sud nel
dicembre 2014, qualora il Giappone scelga di ignorare questa sentenza.
Se la flotta baleniera giapponese tornerà in Oceano del Sud, l’equipaggio di Sea
Shepherd sarà lì a far rispettare la sentenza contro le baleniere pirata del
Giappone.
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