Dal progetto Amphrite nasce la possibilità di una subacquea pensata per i non vedenti
Da diverso tempo si ha la percezione che il mondo dello sport e più nello specifico della subacquea sia diventato più accessibile per quanto concerne la disabilità.
Saranno necessarie figure competenti, attrezzature conformi e un’eccellente preparazione, ma la persona che si immergerà beneficerà di ogni attimo in acqua.
A mancare all’appello, tuttavia, le persone non vedenti e per loro in particolare si è pensato di fare qualcosa di davvero speciale. L’Italia, si sa, è un museo a cielo aperto ma anche sommerso. Vi sono siti d’immersione ancora da scoprire, ricchi di tesori nascosti che narrano di civiltà passate.
La sovraintendente Barbara Davidde parla dei nostri mari
«A oggi abbiamo potuto contare 1000 siti subacquei, dalla preistoria ai relitti della seconda guerra mondiale, ma ancora c’è tanto da fare. Il basso Adriatico, ad esempio racchiude molti tesori ancora da conoscere». Un’altra scoperta, «la più emozionante», è avvenuta nel canale di Otranto a 780 metri di profondità. «Quel fondale, così abissale, è quasi un altro Pianeta, solo la luce di un apparecchio molto specifico, il Rov (Remotely operated vehicle), un robot sottomarino con 20 fari e 15 telecamere, ha potuto illuminare quel buio senza fine e far emergere un unicum nella storia».
Parte del carico di vasellame caduto da una nave corinzia 2700 anni fa, le ceramiche dirette in Puglia per essere vendute nel VII secolo avanti Cristo.
Impossibile oggi fare una stima di quante navi, quanti aerei o oggetti si nascondano ancora sotto il mare
Il progetto Amphrite e i suoi sviluppi per la subacquea accessibile
Il progetto Amphrite vedrà La Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo impegnata nei prossimi tre anni in attività di tutela, ricerca, catalogazione e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo all’interno di cinque Aree Marine Protette italiane.
Parliamo nello specifico di Portofino in Liguria, di Baia in Campania, di Capo Rizzuto in Calabria, di Capo Testa – Punta Falcone in Sardegna e delle Isole Tremiti in Puglia.
Contestualmente si è pensato a quanto i tablet plastificati fossero necessari per chi svolgeva questo mestiere, ma che fossero altresì un ottimo supporto nella comunicazione non verbale, molto rapida sott’acqua. Dotando la stessa strumentazione del linguaggio braille e dopo un corso di formazione, anche le persone non vedenti hanno potuto imparare a fare i rilievi sott’acqua e conoscere ciò a cui si stavano approcciando. Sicuramente un risvolto che mira ad ampliare il turismo dei mari ma anche un’ottima azione per chi fino a poco tempo fa, esperienze tanto emozionanti poteva soltanto immaginarle.
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