In Grecia il turismo subacqueo è stato poco spinto soprattutto per evitare razzie su siti archeologici, oggi per fortuna il turismo subacqueo si sta espandendo e ci fa trovare fondali poco sfruttati a livello turistico.
Dal punto di vista di noi subacquei c’è fermento nelle isole Sporadi che sono sede di un ampio parco marino, con regole molto severe anche sulla navigazione, questo sia per salvaguardare i fondali ma anche i tanti reperti archeologici ancora presenti.
Punto di partenza ottimale è sicuramente l’isola di Alonissos dove troviamo due diving center il Triton (www.alonissosdiving.com) che si trova nel paese più grande dell’isola, dove attraccano tutti i traghetti, Patitiri e l’Ikion diving (www.ikiondiving.gr)che si trova a Steni Vala, un borgo all’interno di una graziosa insenatura non lontano da Patitiri.
Sull’isola di Alonissos troviamo sistemazioni per tutti i gusti dal resort, all’hotel al B&B, io sono stato all’Hotel Paradise (http://paradise-hotel.gr/) che è in una parte rialzata di Patitiri lontano dal traffico: in due minuti ero al centro immersioni, e non ultimo aveva una vista fantastica con la sua piscina quasi a sfioro.
Le Immersioni ad Alonissos
Purtroppo sono stato ad Alonissos pochi giorni, ma ho potuto avere un assaggio di ciò che offrono i suoi fondali. Oggi i diving center sono attrezzati per immersioni ad aria e nitrox, ma hanno già in previsione di dotarsi di ricariche trimix per i subacquei tecnici.
Essendo parco marino ma anche zona archeologica le immersioni e soprattutto i siti di immersioni sono strettamente regolamentati. Ne sono stati individuati 22 diversi sia come ambiente che come profondità, perciò indipendentemente dal livello le immersioni soddisferanno tutti. Il fondale in diversi punti scende rapidamente fin oltre i 50 metri.
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Gorgonia Wall
in realtà ci sono tre siti di immersioni con pareti quasi verticali fino a circa 60 metri piene di gorgonie, si trovano tutte sul canale tra Alonissos e gli isolotti di Agios Georgios. Io ho fatto quella sulla punta di Agios Georgios che guarda Alonissos. L’acqua è cristallina, attorno ai 20 metri iniziano a vedersi dei bei ventagli di Eunicella cavolini, man mano che si segue la parete verticale, attorno ai 25 metri, iniziano le gorgonie rosse (Paramuricea clavata) e sotto i 30 metri troviamo un vero bosco di grossi ventagli di gorgonie rosse, a 45 metri ho iniziato a trovare qualche ramo di falso corallo nero mediterraneo (Savalia savaglia). Attorno alle gorgonie troviamo gli immancabili Anthias e all’interno della foresta anche qualche murena, nella parte superficiale dell’immersione siamo accompagnati da un nuvolo di donzelle pavonine, qualche castagnola e possiamo trovare i nudibranchi: cratene, flabelline e dondici.
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Il Relitto delle anfore greche
Ho avuto il privilegio di immergermi in questo relitto in anteprima: sarà aperto al pubblico solo nel 2020 come test, e poi dal 2222 saranno aperti altri 4 relitti di epoca ellenica.
Il relitto è all’interno di una baia ad una profondità che varia dai 25 ai 28 metri, le anfore greche sono tutte raggruppate e molte intere come se fossero ancora stivate nella barca di legno. Sono presenti due tipi di anfore: le anfore Peparethian prodotte nell’attuale Skopelos e anfore di tipo Mendaian costruite nella città di Chalkidice. La nave trasportava più di 1000 anfore per il trasporto di olio e vino.
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Il relitto del Christoforos
È una nave cargo, affondata a causa di una tempesta: si adagiò in assetto di navigazione su un fondale sabbioso di 42 metri.
La nave è lunga circa 82 metri, il ponte della nave si trova ad una profondità di circa 30 metri mentre la parte più alta inizia attorno ai 20 metri di profondità.
Scendendo dalla cima del pedagno, il relitto man mano che si scende prende forma e di vede bene la zona di prodiera perfettamente intatta, mettendosi davanti alla prua sembra che stia ancora navigando, solo le lamiere che toccano il fondo sono appena contorte, effetto del contatto con il fondale marino. Risalendo la prua si arriva sul ponte dove troviamo il grosso argano delle ancore, proseguendo sorvoliamo le stive e arriviamo al cassero, all’interno troviamo presenza di cavi e altre strutture perciò se ci si vuole entrare lo si può fare ma bisogna essere esperti. La parte prodiera invece è la meno interessante perché ci sono parecchie lamiere contorte e si capisce che la nave ha toccato il fondo prima con le eliche e il timone e poi solo in un secondo momento con la prua.
Il relitto è incrostato di spugne, idrozoi oltre alla presenza di qualche anthias, è una zona di passaggio per ricciole e altro grossi pesci a caccia.