Quando all’inizio degli anni ’80 cominciai a dedicarmi alla subacquea, alimentavo la mia passione leggendo numerose riviste ricche di fotografie: i pesci e le barriere coralline avevano colori vivaci e brillanti: esattamente quanto non vedevo l’ora di riprodurre personalmente!
Quando mi immersi però rimasi deluso scoprendo che, già a pochi metri dalla superficie, la magia dei colori svaniva e tutto diventava di un verdognolo grigiastro…….un vero problema per me che volevo riprodurre i colori reali nelle mie foto e riprese così da potermeli godere anche una volta all’asciutto!
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L’acqua è circa 800 volte più densa dell’aria ed assorbe la luce in modo estremamente veloce. Per questo più a fondo ci si immerge e più i colori diventano insaturi ed appaiono sempre più spenti. Alcuni svaniscono più velocemente di altri ma, grazie alla nostra incredibile capacità mnemonica, “vediamo” colori che nemmeno la realtà o la configurazione standard di una fotocamera o di una videocamera permetterebbero mai. Una delle esperienze più diffuse fra i video-fotosub alle prime armi, è entusiasmarsi durante l’immersione per poi rimanere delusi quando, riemersi, riguardano i propri scatti o i propri video: le macchine, infatti, non avendo le stesse capacità del cervello umano, si limitano a registrare le cose come sono senza “aggiungere” il background mnemonico.
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I colori con lunghezze d’onda più lunghe hanno un’energia
inferiore quindi sono i colori che scompaiono per primi. Dunque, seguendo
l’ordine dell’arcobaleno, il rosso scompare dai 5 metri, l’arancione inizia a
sbiadire dai 7 metri, il giallo dai 10 metri seguito dal verde a 20 metri e poi
dal blu e dal viola che, avendo le lunghezze d’onda più corte ed un’energia più
elevata, sono i più “resistenti”.
Anche la situazione meteorologica e l’ora influiscono sull’assorbimento del
colore. Per catturare belle immagini sott’acqua è necessario ridurre al massimo
la quantità di luce riflessa: il vento causa l’acqua mossa in superfice e
questo rifletterà molta più luce rispetto alle acque calme; il sole che tramonta
o sorge dall’orizzonte rifletterà più del sole allo zenit in una giornata
limpida e soleggiata. Quindi, le condizioni e il momento migliori per la
fotografia o la ripresa subacquea sono una giornata tranquilla e soleggiata tra
le 10:00 e le 14:00. Ma non sempre le situazioni sono così favorevoli inoltre,
come detto, già dai 5 metri i colori cominciano comunque a perdere saturazione
perciò, per garantirti immagini di alta qualità, dovrai investire in attrezzatura:
la luce aiuterà a ripristinare lo spettro dei colori.
Il consiglio è, oltre a filtri speciali, di dotarti di due illuminatori-flash per
le foto e di luci video per le riprese e di lavorare in manuale sul
bilanciamento del bianco per assicurarti che le tue fedeli compagne rendano al
meglio.
Consiglio numero due: non scoraggiarti se all’inizio non sarai per nulla
soddisfatto dei tuoi risultati, ci siamo passati tutti! Con la giusta
attrezzatura fotografica o video che sia, la giusta luce che taglierà l’assorbimento,
tante immersioni e, perché no, un corso tenuto da un buon fotografo subacqueo,
avrai soddisfazione anche tu. Troverai un mondo completamente nuovo sott’acqua,
diverso a seconda se utilizzerai fotocamera o videocamera, ma ne trarrai sempre
grande divertimento.
O grande emozione, dipende dall’ immersione……….Premessa: la ricerca contesta il
mito che la vista di uno squalo sia scarsa o che gli squali non possano vedere
i colori. In effetti, la visione di uno squalo è fortemente sintonizzata sui
fattori ambientali della sua tipica area di caccia (ad esempio, gli squali che
predano in acque profonde hanno occhi progettati per vedere la bioluminescenza.
La retina di un grande squalo bianco, invece, è divisa in aree distinte da
vedere in condizioni di scarsa illuminazione o diurna) ma, sebbene non sia
chiaro come gli squali interpretino il colore, i ricercatori hanno determinato
che gli squali possono discernere il contrasto e il colore.
Non sono né uno scienziato né un ricercatore ma posso affermare con la più
totale sicurezza, non solo che gli squali vedono i colori ma anche che li
interpretano perfettamente!
Spiego: mi trovavo alle Fiji dove gli incontri con tante diverse specie di squali è garantita.
Isola di Beqa (ne ho già parlato in un recente articolo), immersioni con shark feeding. Non aspettammo che qualche minuto ed arrivarono degli squali toro, molto eccitati e nervosi. E anche noi subacquei lo eravamo, o meglio, “preoccupati” per l’adrenalina palpabile. Era però un’occasione unica per riprendere i “toro” da vicino per cui buttammo giù la saliva e ci facemmo coraggio. Il nostro gruppo era “protetto” da un incavo naturale di roccia in cui ci si infilava e da lì si potevano vedere gli squali “in sicurezza”. Ma io volevo di più: non mi pareva di essere abbastanza vicino per poter effettuare delle riprese come dico io e quindi decisi di uscire dall’incavo per spostarmi in acqua libera. Mi avvicinai lentamente, rigorosamente in posizione verticale come mi aveva insegnato Fabrizio di Shark School, assieme alla mia Go-Pro montata sull’asta allungabile. Notai che gli squali parevano quasi intimoriti e, più mi avvicinavo più loro si allontanavano. Non sapevo se essere più sollevato o deluso perché non riuscivo ad averli abbastanza a “tiro” per catturare le immagini come avrei voluto. Decisi allora di rientrare nell’incavo, al sicuro, e mi girai per tornare indietro. Ma i miei compagni d’immersione, da là dentro, smaniavano e si agitavano cercando di segnalarmi qualcosa: mi girai di scatto e mi trovai vis a vis con un gran bel squalo toro. Invece di scappare gli puntai contro l’asta allungabile a mo’ di lancia e lui, grazie Dio, dopo uno scatto repentino, si allontanò.
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Mi girai allora di nuovo verso l’incavo e cominciai a pinneggiare più veloce che potevo ma, di nuovo, i miei compagni si agitarono e mi segnalarono di girarmi nuovamente e, per la seconda volta, mi ritrovai quasi a baciare il “toro”. Mai asta si rivelò più utile! La brandeggiai nuovamente e lo squalo di nuovo scartò e se ne andò. Decisi quindi di tornare indietro, ma questa volta faccia allo squalo, asta in resta.
Arrivato anche io al sicuro, i miei compagni cominciarono a ridere fra loro. Fra me e me pensai: “Ho rischiato di farmi azzannare da un “toro” e voi ve la ridete?”. Uscimmo dall’immersione e non avevano ancora smesso di ridere. A quel punto, piuttosto arrabbiato, chiesi spiegazioni. Indicarono il mio GAV (tecnico, solo posteriore): avevo dimenticato che era rosso brillante! Scoppiai a ridere anch’io……… isterico però!
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