In un mondo sempre più scandito dai ritmi incalzanti della vita moderna, è un raro privilegio scoprire un luogo in cui la natura regna sovrana. Rimane il luogo dove nuvole, uccelli e stelle si radunano nel segno della libertà assoluta e sovrana.
Aldabra é una delle meraviglie del mondo. Ed é tale perché il resto del mondo é distante da lei.
Sul nostro pianeta ci sono ancora luoghi ignorati, più sconosciuti delle costellazioni, dei pianeti, degli anelli di Saturno o della superficie di Marte. Provate a fare un breve e personale sondaggio, una semplice domanda: … Aldabra ?? Vi stupirete, constatando che la maggior parte delle persone non saprà darvi alcuna risposta. Eppure Aldabra è il secondo più grande atollo emerso del pianeta. E questo non è il solo record da Guinness dei Primati che detiene. L’atollo è formato da quattro isole principali che coprono una superficie di 155 kmq, circa un terzo dell’intero territorio emerso delle Seychelles.… Le Seychelles ?? Quelle meravigliose isole verdi, ridondanti di palme protese verso l’oceano turchese, spiagge bianchissime di sabbia intonsa, massi granitici erosi dal vento e dall’acqua in forme tanto armoniose ?? Quel paradiso glamour che occhieggia dalle copertine dei cataloghi di molti tour operators, destinazione anelata per una fantastica luna di miele … offre ancora una destinazione sconosciuta ?? Ebbene sì.
L’atollo di Albabra, isolato da tutto e da tutti, lontano dalle rotte oceaniche commerciali, ha potuto vivere la propria storia subendo solamente sporadiche e brevissime interferenze antropiche. E’ emerso definitivamente dai flutti dell’Oceano Indiano circa 125.000 anni fa e non ha subìto alcuna trasformazione artificiale dai tempi dei primi conquistadores europei, che si guardarono bene dall’approdarvi, a causa delle scogliere affioranti e delle difficoltà dovute alle correnti di marea. E’ rimasto un inferno selvaggio, un gioiello magnifico, un solitario e purissimo smeraldo che emerge dalle oscure profondità della Platea delle Mascarene, un paradiso per i naturalisti, per i ricercatori e per le anime insolite, per i quali raggiungere Aldabra rappresenta il coronamento di un sogno.
Un prezzo da pagare.
Il ponte di prua della nave è il miglior punto di osservazione per coloro che viaggiano per mare, ma a questa latitudine spesso la linea dell’orizzonte non offre alcun aiuto: l’azzurro del cielo si fonde nel turchese dell’acqua marina senza alcun intervallo di continuità. Una distesa ininterrotta di blu cobalto che vira nei toni più chiari dell’azzurro riempie l’anima di serenità ed aiuta a rilassarci, a condizionare i nostri ritmi frenetici su frequenze più fisiologiche, a sintonizzarci con i tempi lenti della natura intonsa. Solamente le soffici nuvole bianche che si rincorrono sospinte dal vento danno un aiuto effimero al senso di orientamento ed un sollievo a chi soffre di mal di mare. La pace di questo silenzio è interrotta unicamente dalle chiacchiere degli ospiti a bordo, dallo sciabordio delle onde contro lo scafo e dalle strida assordanti delle fregate che si stagliano nel cielo in cerchi concentrici, accompagnate dalle piccole sule intente a pescare e che sfruttano le antenne della nave ed ogni appiglio possibile per posarsi e riposare. Uno degli impagabile pregi di una nave è quello di garantire quasi sempre un buon sonno ristoratore sotto la coltre blu zaffiro del cielo equatoriale, cercando di ricordare il nome delle luminosissime stelle erranti delle costellazioni australi: uno dei migliori spettacoli di tarda serata che la natura possa inserire nel proprio palinsesto … Se navigherete da queste parti, vi consigliamo vivamente di non perdervelo.
Aldabra.
All’alba del sesto giorno di navigazione notiamo uno strano ed intenso riflesso verde nel cielo: non abbiamo mai notato nulla di simile, ma non può essere un miraggio. Scopriremo poi che è semplicemente il riflesso della vegetazione che si specchia nella immensa e bassa laguna interna di Aldabra, delimitata dalle isole che compongono l’atollo e sulle cui rive prosperano intricate foreste di mangrovie dalla colorazione smeraldina. La natura non finisce mai di stupirci.
La nave si avvicina cautamente ma non può avanzare sino alla costa: una barriera tagliente di corallo fossilizzato e calcare protegge le isole dell’atollo dall’azione erosiva dell’oceano. Praticamente è una cinta di corallo che si è sedimentato nel tempo: durante le ere geologiche più recenti infatti, Aldabra venne sommersa dall’acqua marina e riemerse numerose volte, a causa della variazione dei livelli oceanici.
Nell’avvicinarci alla costa, il nostro sguardo attento è rimasto catalizzato dalla sagoma verde dell’atollo: come nei fotogrammi di un film, davanti ai nostri occhi si sono succeduti una lunga spiaggia di sabbia bianchissima, delimitata da palme da cocco; adeguati “frangiflutti” naturali, le aride scogliere di corallo fossilizzato che sono incessantemente maltrattate dalla forza delle onde oceaniche; un reef di madrepore grigie, affiorante a causa della bassa marea; muri di mangrovie pullulanti di sule, fregate, garzette, aironi e di altre rare specie di avifauna tropicale: sembra il regno di Fantasia.
Poi, ecco il Main Channel: un’arteria che si inoltra nella laguna per oltre sei chilometri e che mette in comunicazione l’oceano con il grande mare interno. Un vero fiume d’acqua marina ha scavato un profondo canale nella roccia calcarea, dividendo la terra emersa in due distinte isole. Una idro-autostrada ben più turbolenta di quella rappresentata nel movie “Finding Nemo”, la superficie della quale ribollisce in mulinelli d’acqua e creste, e che costituisce il corridoio di ingresso principale ad un mondo verde: l’immensa laguna.
Lo sbarco
L’unica possibilità fisica di sbarcare sull’atollo è rappresentata dai gommoni, che durante la fase di marea crescente possono avvicinarsi alla costa. Ma esiste soprattutto un impedimento legale.
Al termine degli anni ’60 l’atollo fu dichiarato una riserva naturale integrale e la Seychelles Islands Foundation (SIF) fu appositamente istituita per garantirne una gestione manageriale. Nel 1982, Aldabra divenne il primo Territorio di Interesse Mondiale (UNESCO) delle Seychelles. Attualmente esso è legalmente inaccessibile ai visitatori privi di uno speciale permesso rilasciato dal SIF. Su Aldabra esiste un unico insediamento stabile, costituito da una stazione di ricerca scientifica eretta dalla Royal Society di Londra sull’isola di Picard. Vi possono risiedere emeriti ricercatori che ne fanno documentata richiesta, per effettuare particolari studi sull’ecosistema dell’atollo e per un massimo di quattro mesi consecutivi, e gli otto rangers della riserva, che possono sostarvi non oltre un anno. In questo modo si cerca di ridurre al minimo l’impatto antropico sull’ecosistema naturale. Per lo stesso motivo, la nave può organizzare crociere solamente nei mesi di marzo/aprile ed ottobre/novembre ed ospita al massimo 14 clienti.
E’ un atollo vergine: quattro isole principali, alcuni isolotti e scogli minori, dove non c’è alcun albergo, nessun negozio di souvenir, nessuna strada, nessun ingorgo … solo una lunga spiaggia di sabbia impalpabile e vellutata come cipria accoglie i visitatori della riserva, su cui i piccoli paguri si affannano nelle loro attività quotidiane.
I rangers della riserva ci hanno riservato una calorosa accoglienza: raramente hanno la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con i pochi turisti di passaggio. Sono persone gentilissime e guide molto preparate, disposte ad accompagnarci quasi ovunque ed a narrarci numerosi aneddoti, ma sono altresì i tutori della integrità di questo magnifico territorio e dei suoi abitanti e pertanto vigilano discretamente che il comportamento degli ospiti non crei disturbo o danni.
Aldabra. Una singolare Arca di Noè.
Abbiamo esordito scrivendo che Aldabra detiene numerosi records da Guinness dei Primati. In effetti, è come un pozzo di San Patrizio ed un enigma per i ricercatori. Su questo territorio così isolato e giovane, si è sviluppato un numero talmente elevato di specie endemiche vegetali ed animali, per la maggior parte originarie del vicino Madagascar, da lasciare stupefatti. Qui esse si sono adattate ed evolute peculiarmente, dando origine ad esemplari differenti dai loro progenitori. Ma per brevità, ci è consentito descrivere solamente quelli più evidenti.
L’atollo ospita la più numerosa popolazione mondiale di tartarughe terrestri giganti (Geochelone dipsochelys gigantea): oltre 152.000 esemplari pascolano sul terreno accidentato delle isole… ed ecco un altro record: l’atollo è l’unico territorio al mondo dove la specie animale predominante è un rettile. Vogliamo elencare un ulteriore record ?? In confronto, i circa 15.000 esemplari che hanno reso famoso l’arcipelago delle Galapagos ci sembrano essere ben poca cosa!
Beh … sicuramente il loro aspetto rugoso non le rende particolarmente attraenti, ma i nostri antenati marinai non curavano più di tanto l’aspetto fisico: nei secoli scorsi, esemplari vivi erano catturati per essere stivati nelle navi ed assicurare così cibo fresco durante i lunghi mesi trascorsi in navigazione … e sembra che le loro carni non siano affatto disgustose. Oggi il Geochelone gigantea ha trovato la giusta protezione: è classificato come vulnerabile (VU – D2) nella lista rossa dello IUNC 2002 ed elencato nell’appendice 2 del CITES (Conservation of International Trade in Endangered Species of Flora and Fauna).
Al crepuscolo, i raggi del sole tingono di rosso la superficie dell’acqua e tutto il paesaggio è immerso in una luce color ocra con riverberi di una bellezza mozzafiato: sembra che si avveri la leggenda di Re Laurino che ha reso famoso il Catinaccio, nel massiccio dolomitico del Latemar. Come in una fiaba, un altro animale di taglia extra-large invade le radure vicino alla stazione di ricerca: centinaia di granchi del cocco Birgus latro – scomparsi dalla maggior parte delle altre isole delle Seychelles – abbandonano i loro nascondigli diurni per arrampicarsi sulle palme da cocco, dove recidono i frutti verdi e si nutrono della morbida polpa in essi contenuta. Le loro chele sono così potenti da poter sollevare rocce o vegetazione pesanti sino a 25 kg: siete avvertiti ! E’ possibile avvicinarsi tranquillamente perché sono animali abbastanza lenti … ma è consigliabile mantenere una debita distanza.
Ma è soprattutto per gli ornitologi che Aldabra rappresenta una località mitica. E’ il solo sito naturale ove possono vedere il Rallo dalla gola bianca (Dryolimnas cuvieri aldabranus), l’unico uccello privo di ali sopravvissuto nella regione dell’Oceano Indiano occidentale. I circa 5.000 esemplari di questa specie sono diversi da quelli del Madagascar, dai quali chiaramente discendono.
Ed è altresì la principale area di accoppiamento dell’uccello tropicale dalla coda rossa Phaethon rubricauda, delle sule dai piedi rossi Sula sula, delle grandi fregate Fregata minor e delle più piccole Fregata ariel. Sono numerosi tutti gli uccelli tropicali, i grandi fenicotteri, le sule mascherate, gli ibis sacri, le garzette, gli aironi, le tortore, che hanno evoluto caratteristiche peculiari tali da renderli specie distinte dai propri progenitori.
Siamo purtroppo costretti a tralasciare il paradiso sommerso, per intenderci … quello che tutti noi possiamo ammirare calzando unicamente un paio di pinne, una maschera ed uno snorkel: non è necessario essere provetti subacquei per restare incantati dai fantastici fondali dell’atollo. Possiamo soltanto assicurarvi che ne resterete affascinati … un ulteriore Vaso di Pandora, colmo di creature che finora hanno visto pochissimi subacquei e pertanto si avvicinano curiose ed amichevoli.
La storia recente
Nessun poeta o pittore divenuto celebre post-mortem ha reso celebre l’atollo di Aldabra: esso è balzato agli onori della cronaca inglese nel 1962, poiché il governo britannico effettuò segretamente una ricerca logistica nell’Oceano Indiano occidentale volta a localizzare il territorio ideale ove costruire una base aerea militare anglo-americana. Furono selezionate tre possibilità: l’atollo di Aldabra, l’isola di Diego Garcia e le isole Cocos-Keeling. Nel 1964 la stampa britannica venne a conoscenza di questi piani segreti e nell’aprile del 1965 il prestigioso quotidiano The Times di Londra divulgò la notizia. La Royal Society di Londra riuscì ad inviare sull’atollo due scienziati, il Dr. D.R. Stoddart, della facoltà di geografia dell’università di Cambridge, ed il Dr. C.A. Wright, del dipartimento di zoologia del museo di storia naturale British Museum di Londra. Il valore inestimabile dell’atollo fu messo in evidenza dall’accuratezza dei dati raccolti e nel gennaio del 1967 la Royal Society organizzò una conferenza per sensibilizzare l’opinione pubblica, le organizzazioni private e gli organi dello stato sulla necessità di preservare l’integrità di Aldabra. Una delle prime accanite battaglie ambientaliste si era scatenata. Però non furono queste proteste, bensì la crisi economica a cui seguì la svalutazione della sterlina, che indussero il governo ad abbandonare l’idea della costruzione della base militare.
La Royal Society decise allora di costruire una stabile stazione di ricerca scientifica sull’isola di Picard e ciò rese Aldabra uno dei più studiati ecosistemi di un atollo nel mondo.
Una laguna incantata ed incantatrice.
Durante l’alta marea, dando le spalle alla spiaggia interna e guardando verso il centro della laguna, appare un grande mare molto calmo, caldo e delimitato da mangrovie. Nella fase di bassa marea, dal canale principale circa il 60% dell’acqua contenuta nella laguna fuoriesce in mare aperto e l’80% dell’area resta all’asciutto. Immense dune di sabbia emergono dal grande mare come lenzuoli candidi: il posto ideale dove sdraiarsi a godere del caldo sole tropicale, dopo essersi abbondantemente cosparsi di crema solare protettiva …ma è un privilegio di breve durata. Le fasi di marea si succedono ogni sei ore: due volte al giorno la grande laguna si riempie d’acqua ed altrettante si svuota. E’ stato misurato che durante il picco massimo della marea calante, nei canali la corrente può raggiungere la velocità di sei nodi: come essere sparati da un cannone verso l’oceano aperto!. L’escursione di marea è mediamente di tre metri.
Lungo le coste interne invece, soprattutto nelle vicinanze delle pass, la forza del mare ha scavato numerosi canali, delimitati da rigogliose mangrovie, che con le loro intricate radici cercano di saldarsi stabilmente nel fondale limaccioso e sabbioso. A noi tutti è noto l’importantissimo ruolo che quest’habitat riveste nell’ecosistema marino ed avicolo. I pesci in età giovanile cercano riparo fra le radici di queste piante, mentre le loro fronde sono sovrappopolate di uccelli tropicali. Le foreste di mangrovie potrebbero essere facilmente paragonate alle sale parto ed agli asili-nido delle persone, poiché creano un’area protetta e delicata, in cui ci sono le condizioni ideali per la riproduzione e lo svezzamento dei piccoli. E, come negli asili degli umani, esse sono una chiassosa e colorata nicchia ecologica, che stordisce il sistema uditivo delle persone che hanno la fortuna di essere guidati in questi labirinti d’acqua e di vegetazione.
Bleaching.
L’arcipelago Aldabra stimola una riflessione sull’intrinseco equilibrio di un ecosistema primordiale, sulla consapevolezza della sua fragilità e caducità. Come la maggior parte delle barriere ed atolli corallini situati nell’Oceano Indiano occidentale, esso nel 1998 ha pesantemente subìto le conseguenze estreme della calda corrente del Niño, che ha provocato il più intenso fenomeno di bleaching verificatosi negli anni recenti. Nell’Oceano Indiano, in un’area che si estende fra il Mozambico, l’Eritrea e l’Indonesia, il riscaldamento globale ha causato la morte del 50% > 98% dei reefs corallini.
Ad Aldabra fu danneggiata la quasi totalità del corallo esistente nella fascia batimetrica da zero a 15 metri di profondità, ma il recupero dell’ambiente marino è avvenuto più rapidamente, con maggiore intensità e con migliori risultati di altri più sfortunati ex-paradisi subacquei, poiché questo è stato l’unico fenomeno che ha leso l’habitat, non essendoci stati concomitanti danni dovuti ad inquinamento, sedimentazione o sfruttamento delle fasce costiere conseguenti ad insediamenti o altre attività umani, come la pesca industriale ed irresponsabile.
Così come la mitologica fenice risorge dalle sue ceneri, i polipi dei coralli che colonizzarono i fondali circostanti il gruppo insulare di Aldabra, Astove e Cosmoledo stanno rapidamente ed ininterrottamente ricostruendo la strepitosa bellezza che li caratterizza da millenni.
Ancora una volta, l’isolamento nel quale vive questo meraviglioso territorio l’ha avvantaggiato nel recupero della sua armonia esclusiva.
Tartarughe marine.
Aldabra è uno dei pochi luoghi naturali dove le tartarughe marine – la imbricata (Eretmochelys imbricata) e la verde (Chelonia mydas) – hanno avuto una chance di sopravvivenza in più: l’isolamento geografico. Lasciate alla loro mercé, se la sono cavata egregiamente, considerata la quantità e la dimensione degli esemplari che abbiamo visto ad ogni immersione. Nelle acque dell’atollo vive la quinta più grande popolazione di Eretmochelys imbricata di tutto il pianeta. Fortunatamente le tartarughe marine sono riuscite a sopravvivere sino ai nostri giorni dall’era dei dinosauri, ma recentemente la loro popolazione mondiale è stata gravemente danneggiata dagli uomini che se ne sono alimentati, dalla raccolta delle loro uova, dalle catture accidentali nelle reti utilizzate per la pesca delle specie pelagiche, dalle fuoriuscite di greggio delle navi cisterna, dai detriti, dall’inquinamento e, particolarmente, dall’urbanizzazione delle spiagge ove ritornano per deporre le uova, guidate da incredibili istinti naturali. Ad Aldabra esse sono tutelate dalla raccolta effettuata dagli uomini e non esiste la intensa illuminazione artificiale delle coste realizzata su altre isole paradisiache; tuttavia esse rappresentano invece la biblica manna dal cielo per le numerose colonie di sule e di fregate che se ne cibano.
Noi possiamo testimoniare che, nel loro ambiente naturale, non nascondono certo la loro vita privata: al tramonto le abbiamo viste arrancare pesantemente sulla sabbia delle spiagge per deporre le uova. Ma nelle prime ore di luce della giornata danno veramente spettacolo: nei bassi fondali dell’atollo, abbiamo assistito emozionati al loro accoppiamento, mentre galleggiavano faticosamente in un dolce abbraccio, allungando il muso fuori dall’acqua per respirare.
Aldabra – Info
NOTIZIE GENERALI.
Latitudine 9° 24’ Sud, Longitudine 46° 20’ Est.
Albabra è il secondo più grande atollo emerso del pianeta. Misura 34 km di lunghezza, 14,5 km di larghezza e copre una superficie di 155 kmq, circa un terzo dell’intero territorio emerso delle Seychelles. L’atollo racchiude una laguna interna immensa, tanto grande da poter contenere l’intera isola di Mahe (dove si trova Victoria, la capitale dello stato).
E’ situato 680 km ad est dell’Africa, 425 km a nord-ovest del Madagascar e 1150 km a sud-ovest di Mahe, l’isola principale delle Seychelles.
L’atollo è formato da quattro isole principali: Grande Terre, Malabar, Polymnie e Picard, e da un numero di isolette lagunari e scogli
Il gruppo insulare di Aldabra comprende invece, oltre all’atollo che ne porta il nome, anche le vicine isole Assumption ed Astove e l’atollo di Cosmoledo, che hanno età e struttura geologica simili.
PERIODO MIGLIORE.
Per limitare l’impatto antropico sull’ecosistema della riserva, il Seychelles Island Foundation ha autorizzato la nave ad effettuare crociere solamente a date fisse, in marzo/aprile ed a novembre/dicembre.
Il clima è tipicamente tropicale, abbastanza uniforme e piacevole durante tutto l’anno. Le isole inoltre si trovano all’esterno dell’influenza dei cicloni; la temperatura scende raramente al di sotto dei 24 gradi e raramente è superiore ai 34 gradi
DOCUMENTI: Passaporto valido per almeno sei mesi oltre la data di arrivo. Per i turisti in possesso di biglietto di andata e ritorno non sono richiesti visti di entrata. Durante il volo aereo internazionale verrà consegnato un modulo da compilare e presentare all’ufficio immigrati dell’aeroporto. I funzionari provvederanno a controllare i documenti ed a rilasciare un permesso turistico valido per un mese di permanenza e rinnovabile fino a tre mesi.
VALUTA: La moneta locale è la rupia delle Seychelles (SR). Il cambio al 31.12.2004 era 1€ = 7,07 rupie. Le carte di credito sono di uso comune e sono accettate anche sulla barca da crociera.
SALUTE: Nessuna vaccinazione è obbligatoria. Consigliamo di portare con sé un buon repellente per insetti, da utilizzare durante le escursioni a terra e la visita alle colonie di uccelli.
LINGUA: le lingue ufficiali sono tre: l’inglese, il francese ed il creolo. Sull’isola di Mahe, alcuni abitanti parlano anche l’italiano ed il tedesco, soprattutto negli aeroporti e nelle attività inerenti il turismo. In barca e ad Aldabra nessuno parla italiano.
FUSO ORARIO: quattro ore avanti rispetto al meridiano di Greenwich; tre ore rispetto all’orario italiano.
LIBRI: solamente in inglese: “Aldabra. World Heritage Site” autori: Mohamed Amin, Duncan Willetts, Adrian Skerrett. Editore: Seychelles Island Foundation. ISBN 1 874041 58 X
COMPRARE: alla stazione di ricerca è possibile acquistare magliette, cappellini, libri, cartoline, altri gadgets. Il ricavato della vendita di questi articoli serve a finanziare la Seychelles Island Foundation.
Articolo pubblicato su Scubazone n. 14. Scaricatelo, se non l’avete ancora fatto.