Titolo alquanto altisonante, ma particolare per suggellare la reunion estiva di un gruppo di amici subacquei. Tutto nasce dalla curiosità scaturita dall’escursione nautica in questa caratteristica insenatura del Lago di Lugano, effettuata con l’amico Salvatore Fruscione, “abituee” del luogo.
Un’escursione curiosa nel Lago di Lugano
Il caratteristico nome dato alla località, è dovuta al fatto che a vari livelli di profondità della sponda lacustre, ci sono immissioni anche consistenti di acqua fredda, provenienti dalla vicina montagna. Oltretutto, questa parte di lago appare molto WILDE e non essendoci la classica strada costiera costellata dalle solite urbanizzazioni, ha solleticato la curiosità di guardare “sotto” e trovare un ambiente veramente naturale, dove il solito inquinamento umano non esiste. Il percorrere varie decine di metri sott’acqua, in un ambiente cosi’ integro, è….inusuale.
Premesso il fatto che già tempo addietro abbiamo effettuato tuffi in zona non molto distanti da qui (vedi Immersione lago di Lugano a Osteno: un mare tropicale abitato dagli squali) è scattato così il solito giro di telefonate per mettere a punto la logistica ed il modus operandi del tuffo da effettuare. Assieme a Ivan Rolli, Marco Peverelli, Michelle Ringlet e Iole Brugnolo, siamo stati accompagnati dalla preziosa presenza ed assistenza di Luca Arrigo del Diving Lazzurro (si, senza l’apostrofo), con tutta l’attrezzatura, stage decompressive e quant’altro servisse per una classica Tek-dive multilivello, ponendo anche l’accento sulla concreta possibilità dell’incontro con vera bassa temperatura in acqua. Ecco quindi le accortezze seppur a prima vista molto banali, ma importantissime, di cercare di non sudare troppo in superficie per non creare molta condensa nel sottomuta (cosa fastidiosa ed anche pericolosa, ritrovandoti sotto con temperature non lontane dallo zero) ed anche attenzione alla scelta di miscele ternarie ed iper-ossigenate preparate sempre da Pietro Bonomi.
La pianificazione del tuffo multilivello
Ed infatti la pianificazione ha avuto successo, in quanto con profondità raggiunte anche oltre i 70 mt abbiamo verificato oltre che di persona, a tavolino il log-book dell’immersione, temperature di 6 °C a soli 40 metri. UHHHHH !!! L’acqua è proprio “Fregia” usando la terminologia del dialetto locale!!!
Esplorazione pura nelle profondità del lago
Discesa e check sul pianoro a 10 mt, poi affondamento un pochino troppo inclinati sfiorando un grande paretone verticale osservato in un precedente tuffo. D’altronde qui in profondità non c’è stato mai nessuno, e quindi il tutto si trasforma in esplorazione pura e la cosa ci piace parecchio. Incontriamo una grande franata di roccia con massi anche grandi, intervallata in alcuni punti da roccia marroncina tutta stratificata orizzontalmente, sicuramente ricca di fossili, visto che qua un tempo era un mare tropicale. Curiosa anche la presenza di vari ceppi enormi e tronchi di albero, provenienti da chissà quale antica attività di taglio boschiva: qui sotto è tutto naturale, e fa anche un po’ effetto non trovare spazzatura o rottamaglia di scarti umani.
L’impatto dei cambiamenti climatici sott’acqua
E poi, in questa torrida estate solo su questo specchio d’acqua, è accaduto un fatto particolare. Soprattutto nelle parti finali del lago, o nelle grandi anse protette dal vento e correnti, le alte temperature hanno provocato una forte proliferazione di spore di alghe (non me ne vogliano i biologi per la orrenda definizione) ed il risultato è stato quello di vedere l’acqua completamente coperta fortunatamente solo superficialmente, da un micro strato di colore giallo verde, a vista anche abbastanza inquietante.
Incontri inaspettati nel profondo del lago
I tanto raccontati “cambiamenti climatici“ sono veramente sempre più tangibili, ed è proprio vero che quello descritto, molto raramente è successo anni addietro, vuoi anche per la scarsa presenza di ricambio d’acqua data dalla mancanza anche di grandi affluenti fluviali; piove anche poco. A mettere la ciliegina sulla torta, sono stati gli ultimi minuti trascorsi in decompressione, dove abbiamo potuto osservare ancora un fenomeno legato sempre all’innalzamento delle temperature: la presenza di minuscoli organismi molli assimilabili visivamente a piccole meduse ma di acqua dolce!!! Craspedacusta, la medusa dei laghi.
Riflessioni sull’impatto delle alte temperature
Già trattai questo fenomeno anni addietro su queste prestigiose pagine, e lascio agli interessati, la curiosa lettura approfondita di allora: Bianche danzatrici al Sasso Di Gandria
Trascorrendo gli ultimi minuti per smaltire la tappa deco dei 6 mt ad ossigeno ed oramai rilassato dal tuffo profondo, la mia mente ha cominciato a vagare. Ho posato l’occhio sulla considerevole presenza di gamberi d’acqua dolce, ma non la specie autoctona dei nostri laghi, bensi’ i famelici gamberi rossi americani, che hanno preso oramai il sopravvento su quelli locali. Per contro, ho notato con molta gioia, nuvole di piccoli pesci argentei che si chiudevano attorno a me al momento della interruzione del mio respiro, e notavo che oltre a branchi di persici reali, vedevo grossi ammassi di alborelle!!!!
Piccoli pesci storici dei laghi del nord Italia, un tempo fonte di vita di intere generazioni, poi scomparsi nel tempo ed ora probabilmente riapparsi, forse anche grazie a inseminazioni e ripopolamenti effettuati nel vicino territorio elvetico.
La speranza per il futuro del lago
E poi un numero a mio avviso impressionante di tartarughe d’acqua dolce, anche loro prive di grandi antagonisti, che si pavoneggiano al sole, spadroneggiando sulle sponde, cibandosi di avanotti, uova di pesce e quant’altro ….Notavo pure la grande mancanza di Bottatrici, un tempo molto presenti in queste acque, come invece allarmante la presenza di una grande colonia di cormorani, (forse piu’di cento, indisturbati, che si sono veramente impadroniti di un centinaio di metri di costa) oramai stanziali ed estremamente voraci di pesce: una volta questi non esistevano qui !!!
La conclusione di questa nostra immersione, mi fa riflettere molto ….Le alte temperature stanno….o meglio “hanno” oramai veramente modificato il nostro pianeta, ed anche la proliferazione di specie animali e vegetali sembra arrivare ad una unica globalizzazione…
A mio avviso pericolosa, e lo si vede quotidianamente in terra, in acqua e nei cieli. Animali pesci ed uccelli presenti dove una volta era impensabile vederli.
Potrà l’uomo adeguarsi, vigilare, avere la forza eventualmente di modificare lo stato attuale delle cose ??….Ne dubito…
Nel frattempo, spero proprio che almeno l’ultimo arrivato, il “granchio blu“non arrivi qui nei nostri laghi.