Autore: Francesca D’Errico
Immersioni tra orate e branzini.
Le origini dell’acquacoltura
L’acquacoltura, cioè l’allevamento di specie acquatiche in ambiente controllato, trae le sue origini in tempi molto antichi, addirittura 5 mila anni fa. Esistono testimonianze nella storia dell’antico Egitto, dell’antica Cina e nella storia Romana e Fenicia.
Diverse popolazioni allevavano specie marine considerate pregiate, per rendere prontamente disponibili prodotti alimentari di difficile cattura e renderli subito accessibili sul mercato.
L’acquacoltura oggi
Al giorno d’oggi la realtà è un po’ diversa: insieme ai motivi comuni alle popolazioni che ci hanno preceduto, abbiamo un altro serio problema…le risorse marine si stanno esaurendo.
Il collasso degli stock ittici è dovuto in gran parte all’inquinamento, ma anche alla pesca irrazionale effettuata con strumentazioni sempre più sofisticate che hanno portato a una riduzione della taglia del pescato, impedendo agli organismi acquatici di raggiungere la fase adulta per la riproduzione.
Ecco perché oggi nascono sempre più impianti di acquacoltura: gli stock sono depauperati e la pesca tradizionale non riesce a soddisfare pienamente il mercato. Se ce la fa, i costi dei prodotti del mare sono altissimi.
Insieme, la ricerca scientifica sta lavorando per riuscire ad allevare sempre più specie e per ridurre sempre più l’impatto ambientale.
L’acquacoltura oggi è in grado di fornire prodotti sicuri e controllati, con un’elevata qualità nutrizionale, ed è sempre più ecocompatibile.
L’impianto di AQUA, Lavagna
Durante la mia formazione universitaria in Scienze Ambientali Marine, ho avuto la fortuna di lavorare nell’impianto di Acquacoltura “AQUA” di Lavagna, che alleva orate e branzini nel bel mezzo del golfo del Tigullio, a 2 km dalla costa, tra la punta del faro di Portofino e la punta di Sestri Levante. Il fondale, in quel punto, è a 40 metri di profondità.
AQUA è la prima società del nord Italia a svolgere integralmente il proprio ciclo di produzione in mare aperto (impianto Off Shore): l’obbiettivo primario, fin dall’inizio, è stato quello di raggiungere l’eccellenza qualitativa del prodotto offerto a scapito della massimizzazione della resa produttiva.
L’essere in mare aperto offre diversi vantaggi, il più importante dei quali è che il pesce cresce nel suo ambiente naturale, in una zona investita da correnti che oltre ad avere l’effetto di far nuotare attivamente i pesci, “spazza via” i residui di cibo e i cataboliti, con l’effetto di avere pesce di migliore qualità e di NON avere effetti rilevanti sull’ambiente marino e costiero.
La qualità dei prodotti
Il ciclo di allevamento in mare aperto è molto simile alle condizioni naturali di vita dei pesci selvatici.
Per raggiungere un peso di circa 400 g i pesci impiegano oltre 20 mesi di tempo.
L’accrescimento non forzato rispetta il metabolismo naturale dei pesci, seguendo il naturale svolgersi delle stagioni, senza quegli “stratagemmi” a cui si ricorre in altre realtà di acquacoltura (sovralimentazione, trattamento con acque calde, somministrazione di ossigeno e di additivi per la crescita). L’alimentazione viene condotta utilizzando solo mangimi di elevata qualità, le cui materie prime sono garantite non OGM (Organismi Geneticamente Modificati), non sono addizionati con sostanze promotrici della crescita e sono privi di contaminanti quali PCB o diossine. Queste caratteristiche non solo vengono garantite dai produttori attraverso enti certificatori, ma sono anche fatte oggetto di verifica attraverso analisi mirate eseguite sia dall’azienda, secondo un piano di autocontrollo interno, sia dalle autorità preposte (ASL, NAS) con controlli e analisi ufficiali a campione.
Inoltre, in un impianto offshore come quello di Lavagna lo spazio a disposizione dei pesci è tanto (circa 15 kg di pesce al metro cubo contro i tradizionali 50), ed è continuamente monitorata la densità della popolazione in rapporto alla taglia (ecco il perché dei trasferimenti)…. gli animali hanno così a disposizione ampio spazio per il nuoto che permette il mantenimento di bassi livelli di stress e il naturale sviluppo della morfologia dei pesci, con un corretto rapporto tra massa muscolare e grassi.
La tutela dell’ambiente
Le caratteristiche del sito, unitamente ad una gestione scrupolosa, sono determinanti per ridurre a valori non significativi l’impatto dell’allevamento sull’ambiente.
Ecco alcuni punti chiave per la protezione ambientale:
-
l’alimentazione corretta e bilanciata riduce al minimo gli sprechi e dispersione di solidi nelle acque;
-
assenza di sostanze antifouling su reti e sistema di ormeggio
-
l’assenza di antibiotici nel mangime elimina la possibilità di rischio di inquinanti chimici e dunque di molecole potenzialmente dannose per l’ecosistema;
-
la presenza di corrente costante ed il fondale a 40 metri favoriscono la dispersione e l’assorbimento delle sostanze organiche naturalmente rilasciate dai pesci rendendo impossibile ogni tipo di accumulo al di sotto delle gabbie.
Inoltre il sito è stato scelto sulla base di preliminari rilievi subacquei atti ad accertare l’assenza di eventuali preesistenti biocenosi sensibili e di interesse naturalistico (praterie di Posidonie o di Cymodocea) ed infatti lo stesso è caratterizzato da fondali fangosi argillosi di origine costiera.
A conferma di quanto esposto, l’attività di maricoltura è soggetta ad un piano di controllo qualitativo delle acque e dei fondali interessati dall’installazione dell’impianto (Piano di Monitoraggio Ambientale).
I punti di campionamento ( scelti sia sopra che sotto corrente), i parametri da analizzare e le metodiche da utilizzare sono stati stabiliti concordemente dall’Ufficio Mare e dall’Ufficio Valutazione Impatto Ambientale della Regione Liguria e dall’ARPAL.
L’aquacoltura moderna Off Shore, perciò, raggiunge il duplice risultato di fornire al consumatore un prodotto di qualità e di rispettare l’ambiente, contrariamente a quanto pensa l’opinione pubblica…male educata da anni di produzione non ottimale e da false credenze.
La mia esperienza e le immersioni nell’impianto
Durante il mio stage universitario ho preso parte attiva a tutte le fasi di lavorazione: manutenzione delle reti, pesca, affondamento delle vasche in caso di condizioni marine avverse, trasferimenti di pesce, alimentazione, incassettamento e distribuzione. Mi sono appassionata a tutto il ciclo di produzione, alle persone e all’estremo rispetto per l’ambiente e per i pesci.
Mi sono commossa alla visione di queste enormi reti piene di pesce e della grande quantità di pesce di passo che staziona tutto intorno.
All’interno delle reti ci sono strani effetti ottici: sembra che il mondo ti ruoti intorno, insieme alle orate e ai branzini…la vista si arricchisce di riflessi argentati. Il sole filtra dall’alto tra i pesci.
Vieni letteralmente avvolto da una massa vitale e cangiante: quando ti sposti la massa ti si apre davanti per richiudersi alle tue spalle. Mille colori. E’ tanto meraviglioso quanto insolito.
Le immersioni sono sempre semplici (se non lavori!), condotte a profondità variabile tra 0 e 15 metri: si potranno ammirare le vasche delle orate e dei branzini da dentro e da fuori, il sistema di fissaggio al fondale e alle boe con le cime ricoperte di cozze, le strutture galleggianti. In questo periodo è anche possibile guardare (da fuori) le vasche degli avannotti (i piccolini), che sembrano tante monetine dorate e argentate.
Ho scattato molte foto (vi assicuro che non rendono l’idea), e tutte le volte che mi immergevo là dentro pensavo a quanto sarebbe stato bello poter estendere a tutti la possibilità di godere di uno spettacolo così emozionante. Ecco perchè ho provato a sondare il terreno, scoprendo che Roberto Cò, il titolare dell’impianto, e Stefano Cucchia (biologo marino) avevano già pensato alla cosa ma purtroppo non avevano avuto il tempo per portare avanti il discorso.
Ho cominciato a chiedere in giro insieme a Stefano per eventuali permessi, diving di appoggio, barche, logistica.
Ed eccomi qua a parlarvene…..è quasi tutto pronto!
Saremo supportati dal diving Massub all’interno del porto di Lavagna: Roberta ci ha dato tutto l’appoggio necessario assicurandoci la disponibilità delle imbarcazioni e la logistica.
E’ un diving molto comodo, dotato di grande parcheggio e di tutti i conforts: si occuperà di portare i sub al punto di immersione e ci fornirà una guida che, insieme a una guida di AQUA (che vi parlerà anche dell’impianto), accompagnerà i sub ad una nuova emozionante esperienza.
Sarà possibile anche fare gite snorkeling e visite turistiche dalla barca per i non sub, per le quali, grazie a Massub, ci sarà un sistema che consentirà di vedere in diretta le immagini dell’operatore e di sentire la sua voce, poichè si immergerà con granfacciale, microfono e videocamera.
Aspettiamo l’arrivo degli ultimi permessi della capitaneria e partiamo! Spero di vedervi numerosi.
Il sito di AQUA Lavagna, per informazioni più dettagliate e tecniche sull’impianto, la produzione, la tutela ambientale e la ricerca scientifica è: http://www.aqualavagna.it
Per informazioni sul diving di appoggio, cioè Massub, visitate: http://www.massub.com
Per darvi un assaggio e per far vedere a chi non è sub cosa succede là sotto, ho chiesto ai ragazzi del diving Abyss di Rapallo di aiutarmi, e infatti hanno girato uno splendido video che potete vedere sul mio blog all’indirizzo http://scubakix.blogspot.com/2007/05/con-aqua-e-kix-lavagna.html . Potrete anche vedere qualche immagine mia http://scubakix.blogspot.com/2007/05/grande-giornata-quella-di-oggi-mi.html e un breve filmato dell’introduzione degli avannotti http://scubakix.blogspot.com/2007/06/avannotti.html
Per ogni domanda o richiesta di informazioni non esitate a contattarmi!
Kix
Tel: 338.4496783
E.mail: scubakix@yahoo.it
E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso dell’autore.