Autore: Veronica Littardi
Intervista a Sabina Airoldi
“Quando hai iniziato la tua “avventura” con l’Istituto Tethys?”
A. : “Sono entrata a far parte di questa grande famiglia un anno dopo la sua fondazione. Inizialmente la Tethys, fondata da Giuseppe Notarbartolo di Sciara, non si configurava come vero e proprio Istituto di Ricerca ma è nata come associazione di appassionati di mare in appoggio alla rivista Aqva con Egidio Gavazzi. Un anno dopo la sua fondazione, nel 1987, è avvenuta la svolta: l’iniziale associazione è stata trasformata in un vero e proprio Istituto di ricerca privato. A quel punto sono entrati a far parte di Tethys alcuni studenti e neolaureati, tra cui anch’io, per iniziare la grande avventura che dura ancora oggi e che proprio quest’anno compie 20 anni.”
“Da allora l’Istituto ha contribuito alla nascita e alla crescita del Santuario dei cetacei nel Mar Ligure….”
A.: “Quando abbiamo iniziato le nostre attività di ricerca si sapeva poco o nulla sui cetacei dei nostri mari. La maggior parte dei dati disponibili erano quelli relativi agli spiaggiamenti, mentre quelli sulla presenza, distribuzione e abbondanza degli animali nel loro ambiente naturale erano scarsissimi e frammentari. Nel 1987, l’Istituto Tethys ha quindi cominciato ad effettuare survey in tutti i mari italiani, fornendo, dopo 4 anni, un primo quadro di conoscenze sulla presenza e l’abbondanza relativa delle diverse specie di cetacei . Ci siamo subito resi conto che il mar Ligure occidentale era caratterizzato dalla più alta concentrazione delle sette specie di cetacei regolarmente avvistate in Mediterraneo e da una presenza cospicua di tutti i componenti della complessa rete trofica marina. Era dunque necessario convincere i Governi di Italia, Francia e Principato di Monaco, che si affacciavano su queste acque, della rilevante importanza della zona e della necessità di tutelarla istituendo un’area marina protetta. Nel 1991 Tethys, insieme all’Associazione Europea Rotary per l’Ambiente, ha presentato a Monaco il "Progetto Pelagos", che prevedeva la creazione di una Riserva della Biosfera nelle acque pelagiche del bacino Corso-Ligure-provenzale. In seguito alla nostra proposta e a un decennio di ricerca scientifica, divulgazione e sensibilizzazione del pubblico, il 25 Novembre 1999 i Governi di Italia, Francia e Principato di Monaco hanno istituito il Santuario, con un’ estensione di 87.000 km2, superiore a quella che aveva inizialmente previsto l’Istituto Tethys. ”
“ Qual è stato l’episodio legato ai cetacei che ancora oggi ti emoziona?”
A.: “Il ricordo più emozionante è legato alla prima volta che vidi i globicefali in mar Ligure. Ero davvero alle prime armi!. Dopo aver trascorso all’incirca un’ora a fotoidentificare un gruppo numeroso di globicefali, che riposavano in superficie effettuando brevi e lenti spostamenti, ho deciso di provare ad avvicinarmi con il gommone. Sono saliti con me il co-skipper e due giovani studenti…in 4 eravamo decisamente stretti! Ci siamo avvicinati molto lentamente ad un gruppetto di una decina di animali. Non appena arrivati in prossimità, i globicefali si sono immersi. Abbiamo spento il motore del gommone rimanendo in attesa che fuoriuscissero gli animali, pronti ad effettuare le foto della nostra vita. Ad un tratto, a meno di un metro dal gommone è uscito un “testone enorme”: un globicefalo si era messo completamente in verticale (in quella posizione che noi ricercatori definiamo spyhop), uscendo con il corpo di oltre 60 cm dall’acqua ed è rimasto due/tre secondi di fronte a noi. Data la particolare posizione degli occhi di questi animali, che non gli consente di vedere esattamente di fronte a sé, l’animale si è girato leggermente sul fianco destro e con il suo occhio ci ha osservato. La sensazione era proprio quella che ci guardasse e ci studiasse per capire chi fossimo. Una volta scrutato ed osservato ognuno di noi, ad incuriosire e ad attrarre l’attenzione dell’animale è stato il gommone e il suo interno. Per poter vedere meglio cosa conteneva quello strano marchingegno galleggiante, il globicefalo si è issato maggiormente fuori dall’acqua e si è curvato verso l’interno del gommone per dare un’occhiata, dopo di che è scomparso come era venuto, senza nessun rumore. Emozione, tachicardia, occhi sbarrati. Mi sono girata verso gli altri ed ho chiesto: “Qualcuno ha fatto una foto?” No.. Nessuno era riuscito a scattare la foto della vita. Eravamo rimasti tutti esterefatti, incapaci di effettuare alcun movimento. ”
“Questo aneddoto ci dimostra che i cetacei sono curiosi nei nostri confronti…Avviene lo stesso all’inverso? L’uomo si lascia attrarre ed incuriosire da questi splendidi animali?”
A.: “L’attività di osservazione sui cetacei, il cosiddetto whale-watching, ha fatto il suo ingresso in Italia proprio nel Santuario. La prima attività commerciale è nata nel 1996, ad Imperia, con l’imbarcazione “Corsaro”, e oggi sono ben 4 gli operatori commerciali che navigano nel Santuario con 6 imbarcazioni. In alta stagione la richiesta da parte del pubblico è molto elevata e ogni barca fornisce ad un elevato numero di persone (tra 150 e 200) l’opportunità di incontrare questi meravigliosi animali. Questo è un fattore positivo e a favore della tutela dei cetacei, perché la sensibilizzazione dell’opinione pubblica è un elemento fondamentale nel complesso processo di richiesta ai Governi affinché operino nella direzione della conservazione dei cetacei e dell’ambiente in cui vivono. Ma se queste attività di whale-watching non vengono regolamentate, come nella situazione attuale, possono esse stesse diventare uno svantaggio per i cetacei, un danno perché potenziale elemento di disturbo.”
“Qual è la differenza fra il whalewatching e le attività della Tethys?”
A.: “ La differenza è fondamentale. Le attività di semplice whale-watching si possono definire ricreative: le persone vengono portate in mare per il piacere di vedere questi animali. Chi, invece, partecipa alle crociere di ricerca di Tethys compie un gesto molto diverso: si tratta di un’esperienza di coinvolgimento in un progetto di ricerca finalizzato alla conservazione. Le persone che salgono con noi a bordo non hanno solo il piacere di incontrare gli animali, ma vengono coinvolti nella raccolta dati e nella ricerca scientifica; vengono inoltre fornite loro numerose informazioni sui cetacei e il mondo in cui vivono attraverso specifiche lezioni
“Qual è l’iter che deve seguire una persona che decide di intraprendere con voi questa fantastica esperienza?”
A.: “Chiunque può venire con noi. Non è necessario avere una preparazione scientifica o tecnica di navigazione, l’unico requisito è che la persona sia un’appassionata di mare, di balene ed i delfini. La prima cosa da fare è informarsi sul sito dell’Istituto (www.tethys.org) dei progetti di ricerca aperti alla partecipazione del pubblico e, se interessati, iscriversi, entrando a far parte del grande gruppo di soci della Tethys. Insomma… invece di mettersi davanti alla televisione a guardare un documentario, perché non venire in barca con noi e viverlo quel documentario?”
“Le crociere 2006 sono già partite, siete alla terza settimana di studio: cosa avete avuto la fortuna di incontrare?”
A.: “ Nonostante le condizioni meteorologiche non favorevoli abbiamo già incontrato numerose volte la specie più comune, la stenella striata: ventun avvistamenti per esattezza e centinaia di individui incontrati. Abbiamo visto anche una grande balenottera comune con cui abbiamo trascorso oltre 4 ore raccogliendo numerosi dati scientifici. La settimana scorsa ero io stessa a bordo e nonostante il brutto tempo, il vento ed il freddo che ci facevano dimenticare che eravamo già ai primi di giugno, abbiamo avvistato oltre alle consuete stenelle una piccola tartaruga Caretta caretta e numerosi pesci luna (Mola mola). Questi incontri ci ricordano che il Santuario è stato istituito per la protezione e la tutela dei cetacei, ma che all’interno di questa area sono presenti numerosissime altre specie pelagiche di grande interesse naturalistico.”
“E come lo squalo elefante che è rimasto intrappolato in una rete da pesca a Bordighera, proprio la scorsa settimana?”
A.: “ Effettivamente lo squalo elefante è stato un altro elemento di grande emozione, anche se ci ha lasciato l’amaro in bocca. Il 2 giugno è stato catturato accidentalmente in una rete di posta, un esemplare di cetorino, il cosiddetto squalo elefante, .proprio a due passi da Sanremo, luogo da cui partono le nostre crociere. Si trattava di un maschio subadulto di 3,90 metri. Purtroppo l’intervento dei pescatori prima e dei biologi successivamente non è stato sufficiente ad impedire il decesso dell’esemplare. Nonostante il risvolto negativo, questo avvenimento testimonia la presenza di uno straordinario rappresentante del mondo pelagico nel mare nostrum: si nutre di plancton ed è indice di una buona produttività e ricchezza della nostra zona.”
“L’ultima domanda….è l’uomo che avvista il cetaceo o il cetaceo che avvista l’uomo?”
A.: “È una bella domanda…questo me lo chiedo spesso anche io. Quando ci sono delle condizioni che non ci consentono di avvistare gli animali, ad esempio in caso di mare mosso, sono loro stessi che si accorgono della nostra presenza e nel caso di alcune specie, come la stenella striata, si avvicinano a noi venendo a nuotare vicino alla barca facendosi spingere dall’onda di prua. Capita spesso che gli animali si girino verso di noi a guardarci e ad osservarci. Chissà cosa pensano loro di noi umani?”
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