Autore: Massimo Mazzitelli
Negli anni tra il 2002/2004 mi erano capitate tra le mani alcune riviste di subacquea, all’interno tra i vari reportage c’era anche quello relativo al famoso relitto affondato a Portofino nel 1967, dove più volte ho visitato in immersione.
Le foto erano sempre le stesse che avevo visto in altre riviste, ma la storia in qualche modo diversa, molte cose non coincidevano, cosi decisi di iniziare a cercare cosa era successo a questo relitto. Iniziai a consultare, in internet, vari siti, ma la cosa non mi soddisfò cosi mi sono ricordato che presso una nota una libreria di Genova, sono depositate copie dei quotidiani liguri e tra queste anche quelle riferite all’anno 1967. Centinaia e centinaia di quotidiani dal 65 al 67, poi ecco che iniziai a trovare le prime notizie, da li identificai con estrema certezza la data di affondamento e l’uscita sui quotidiani della notizia.
6 Novembre 1967 data di affondamento e 7 Novembre 1967 la data di pubblicazione sui quotidiani “ILSECOLOXIX” ed “IL LAVORO”. Mi feci fare subito delle fotocopie e con una soddisfazione enorme mi misi all’opera leggendo molto attentamente le notizie riportate dalla quale ne ricavai dei dettagli molto importanti. Da quella base ripartii con le ricerche in internet dove finalmente ebbi i primi risultati. Trovai molte informazioni in un sito ufficiale di una rivista canadese, che è un bollettino mensile della “Toronto Marine Historical Society”. Qui trovai le prime sensazionali notizie sul Mohawk, decisi quindi di scrivere all’editore Jay Bacom di Toronto, che negli anni a seguire si rivelò un grande amico.
Gli parlai di questa nave a vapore, gli dissi che era affondata vicino a casa mia… non lo avessi mai fatto, è stato come aver regalato ad un bambino, il più bel giocattolo del mondo, da quel momento è nata una amicizia, uno scambio continuo di informazioni, io gli mandavo foto subacquee, le copie dei quotidiani, lui mi mandò pagine e pagine dei bollettini dove era riportata l’intera storia del mohawk compreso foto storiche inedite. Man Mano che entrai in possesso di dettagli importanti trovai un altro importante contatto, conobbi Skip Gillham di Ontario, con lui nacque lo stesso coinvolgimento e scambio di notizie in particolare lui mi fece avere alcune copie di foto storiche inedite. Con queste basi iniziai a tradurre tutto quello che avevo raccolto e inizia a scrivere pagine su pagine di storia, esattamente 70 anni di storia.
Venni a conoscenza di nomi e dettagli tra i quali il comandante che la rimorchiò in Italia: il Capitano Bruno Profaca oggi un apprezzato giornalista jugoslavo, oltre chi, a quei tempi, lo aveva acquistato come ferro vecchio: il cantiere navale “Cantieri Portovenere” del Sig Vaifro Samengo, ormai scomparso, ma riuscii a contattare il nipote che da giovane lavoò nel cantiere dello zio. Più di 2 anni, questo è il tempo impiegato per scrivere l’intera storia, nonostante tutto per l’eccessiva quantità di dati, ho tralasciato alcuni eventi meno importanti. Mohawk Deer 10 Nel 2009 Skip Gillham pubblico un libro: “Beaconsfield, Mohawk and the Red Barges” dove scrisse tra le altre storie incredibili della navigazione dei grandi laghi canadesi, in parte, anche quella del Mohawk Deer citando il mio contributo per quanto riguarda la breve storia che questo vapore ebbe qui in Italia, con le mie foto subacquee. Ma la soddisfazione più grande è stata quando Jay Bascom mi recapitò per email una foto inedita a colori del Mohawk Deer, una foto che lui stesso acquistò per la sua collezione, essa mostra l’ingresso del Vapore alle banchine di Port Weller, Ontario, ingresso nord del canale di Welland nei primi anni del 1960. Attualmente il relitto è visitato da moltissimi subacquei, giace all’interno dell’Area Marina Protetta di Portofino, vicino a Cala Inglesi.