Autore: Gianluca Genoni
GIANLUCA GENONI SULL’EVEREST
APNEA A 5.200 mt.
DIARIO DI VIAGGIO
e primi risultati scientifici
La spedizione di Gianluca Genoni parte da Malpensa via Vienna per Kathmandu il giorno 18 settembre 2003.
L’equipe di assistenza è così composta:
Gianluca Genoni atleta e oggetto degli esperimenti
Prof. Lucio Ricciardi, specialista in fisiologia dell’università di Varese
Dott.ssa Silvia Bergonzoli,
Dott. Stefano Mazzoni assistente specializzando in medicina dello sport
Lucio Trucco capo delle guide Alpine della Val d’Aosta
Claudio Bagarolo assistente subacqueo esperto di immersioni in alta quota
Massimo Grassadonia profondista subacqueo e cameraman
Giampietro Verza, responsabile degli studi dellaPiramide Ev-K2-CNR
La sosta a Kathmandu prevista solo per un giorno viene prolungata a causa del maltempo e dei monsoni che si attardano sul Nepal oltre la stagione canonica.
Quindi il gruppo riesce a prendere il volo interno per Luckla solo il 23 settembre, da qui parte subito il trekking di salita verso la piramide all’interno del Sagarmatha National Park.
Lungo il percorso ci sono dei lodge, ostelli, dove il gruppo alloggia per la notte tra una tappa e l’altra del percorso
Mercoledì 24 settembre 2003
Documento scientifico prof. Lucio Ricciardi:
Il gruppo del prof. Ricciardi si trova attualmente a Namche Bazar in attesa di partire domani per Tyangboche. Il clima è sempre stato piuttosto variabile e nuvoloso con un poco di pioggia ogni giorno da quando il gruppo è in montagna. La temperatura dell’aria è prevalentemente fresca e ideale per camminare.
L’attività svolta finora ha riguardato la registrazione di alcuni parametri fisiologici sul gruppo di 7 persone cui si sono aggiunti Gianpietro Verza, Giuseppe Giaveri e un chimico nepalese: Panthi, i due del team di Rateap.
Ogni mattina e sera sono stati registrati i seguenti parametri: saturazione arteriosa dell’ossigeno (SaO2), frequenza cardiaca (HR), pressione arteriosa. L’andamento dei valori rispecchia per tutti la salita in quota – siamo ora a 3450 m s.l.m. – e l’entità dello sforzo compiuto. Queste registrazioni si protrarranno per tutto il tempo di permanenza nel Solukhumbu con la stessa cadenza.
Oggi (24 settembre) Gianluca Genoni ha eseguito due prove di apnea a secco, in concomitanza con il giorno di acclimatazione a Namche. La prima ha avuto una durata di circa 3 min e la seconda di circa 4 min. I valori di saturazione di partenza erano di circa il 10% più bassi di quelli al livello del mare, mentre la caduta di saturazione durante apnea è stata analoga: circa il 30%; peraltro la durata dell’apnea stessa è anch’essa diminuita di circa il 30 %.
Diario di viaggio di Gianluca Genoni:
Mercoledì 24 settembre 2003
“Cari amici,
qui va tutto bene. Ormai vivo in un’altra dimensione e ho perso la cognizione del tempo, il tempo non aiuta certo a uscire da questa situazione: anche oggi pioggia e nuvole tutto il giorno e questo perché il monsone ritarda ad andarsene. Camminiamo tutto il giorno sotto l’acqua e a mano a mano che saliamo,Il freddo inizia a farsi sentire e tra poco incontreremo anche la neve, fare le immersioni sarà una vera figata…..
Non vi ho ancora detto dei ponti tibetani e delle difficoltà per attraversarli, una vera figata e spero che tutto sia stato documentato, perché io stesso stento a creere di essere riuscito ad attraversare simili strutture.
Oggi abbiamo fatto le prime prove mediche apnea statica, sul letto della mia stanza nel lodge, due apnee la prima 3’05’’ la seconda quasi 4 minuti, la cosa interessante è che la saturazione è scesa fino a 55 che è un valore bassissimo, a casa dopo quasi 7 minuti ne ho ancora 70.
Respirando normalmente a livello del mare ne ho 99 qui 89/90, quindi già a 3450 mt. ho un calo di circa il 30% della saturazione arteriosa dell’ossigeno.
Il lodge dove alloggiamo, qui a Namche Bazaar, è di una certa Pemba Doma la prima donna Nepalese ad aver raggiunto la cima dell’Everest, mi è sembrata un mito e quindi mi sono fatto fare una foto con lei, che forse era più stupita di me nel sentire i racconti delle mie imprese.
Oggi ho conosciuto anche il direttore del parco dell’Everest ( Sagarmatha National Park), Mr. Gopal Prakash Bhattarai, ed anch’egli è rimasto stupito della mia attività e degli esperimenti che dobbiamo andare a fare, mi sento davvero un pesce fuor d’acqua.
Dimenticavo di dirvi che la sede del parco è controllata da militari armati, per la guerra con i Maoisti.
Noi da sabato pomeriggio siamo in piramide, se qualcuno volesse telefonare può farlo da domenica in poi, contattando il mio ufficio stampa
Paola tel. 338-7974141
Un saluto a tutti e ci sentiamo dalla piramide
Diario di viaggio di Gianluca Genoni
26 settembre 2003 – Tengboche
Ciao a tutti,
dopo due giorni di silenzio finalmente siamo si nuovo raggiungibili con il resto del mondo.
Due giorni molto faticosi ma molto belli suggestivi e detto da me, come ben sai devono essere stati veramente toccanti.
Giovedì siamo partiti da Namche Bazar e siamo arrivati a Tengboche, tappa non difficile nella prima parte leggera discesa si scende fino a 3200 per poi risalire con una salita impegnativa sino ai 3820 di Tengboche sempre in mezzo a pinete che non ti fanno sentire a quella quota.
Ho fatto quasi tutto il tragitto con Konchog Lama, americano del colorado che da 24 anni vive in Nepal e abbiamo parlato del mondo occidentale e dei motivi che lo hanno spinto ad allontanarsene.
Siamo arrivati a Tengboche, famoso per il suo monastero alle 3 del pomeriggio, giusto in tempo per assistere alla loro funzione religiosa, ricca di fascino e di ritualità.
Il tempio è molto bello dentro, con un budda gigante, e tutte le pareti e i soffitti in legno intarsiato con i loro simboli religiosi.
Il giorno dopo siamo partiti da Tengboche alla volta di Perice a quota 4220. Il tempo era ancora nuvoloso, che, a quella quota, si traduce in nebbia, e lì abbiamo abbandonato la vegetazione ad alto fusto a siamo entrati in un clima più montano, per darvi un’idea tipo Plan Maison a fine estate.
La tappa è stata molto tranquilla tutta in falso piano, e devo dirvi che fino a qui non ho accusato assolutamente la quota. Appena partiti da Tengboche ci siamo fermati in un monastero questa volta di monache, e abbiamo assistito alla loro cerimonia.
A differenza della ricchezza del monastero della sera prima, ciò che mi ha colpito, questa volta, è stata la assoluta povertà di questo monastero di monache. A compensare l’assenza di qualsiasi ricchezza esteriore abbiamo comunque trovato ad accoglierci una ricchezza di sentimenti, di gentilezza e di amore per il prossimo quasi
Imbarazzante. A dire il vero questa è una caratteristica che accomuna un po’ tutto il popolo nepalese.
27 settembre 2003
Sabato 27 siamo partiti da Perice diretti finalmente alla Piramide del Cnr a quota 5050 metri, colpo di scena cielo terso e vette inquietanti per la loro altezza si stagliavano tutto intorno a noi, ricoperte da una coltre di neve immacolata .
Prima di partire il Prof. Ricciardi e il dott. Mazzoni mi hanno sottoposto a prove di apnea, la prima 3’05” la seconda 3’25” tutte con una saturazione di ossigeno del 40%, valore incredibilmente basso, se penso che a livello del mare sotto il 90% viene somministrato ossigeno.
Una volta partiti, andiamo tranquilli ci fermiamo per un thè in un Lodge a 4600, la vegetazione è ormai molto bassa o inesistente solo qualche ciuffio d’erba sparso qua e là, e partiamo decisi verso la Piramide dove arriviamo verso le 13.
Appena l’abbiamo vista in lontananza è stato come avvistare un miraggio nel deserto, ormai eravamo in marcia da 5 giorni e il cammino era stato lungo, ma soprattutto si cominciava a far sentire l’altitudine. La mia condizione fisica è ottima, ma ti assicuro che anche fare una corsa di pochi metri è impossibile, anche per gli altri bene o male non ci sono grossissimi problemi.
Dopo il pranzo in piramide, io, con il gruppo dei più operativi siamo saliti fino a 5200 mt. a vedere finalmente il lago; nonostante le sue dimensioni di tutto rispetto mi è parso un catino in mezzo a questa vette incredibili.
L’ acqua è cristallina, tipo mare di Sardegna, ma per immergersi in sicurezza dobbiamo fare comunque un bel po’ di lavori.
Abbiamo conosciuto una troupe di francesi che gira un documentari sui portatori e quando hanno saputo del mio esperimento hanno deciso che faranno un documentario sulle mie attività.
Nei prossimi giorni faremo una puntata anche al campo base dell’Everest a 5800 metri, non vedo l’ora.
Nonostante ci sia la leggenda cha la via per l’Everest sia colma di immondizia devo dirti che o si tratta appunto di una leggenda metropolitana o hanno ripulito tutto perché in 90 chilometri avremo visto al massimo 2 pezzi di carta.
La cosa più incredibile però restano i portatori; sono davvero incredibili, portano anche 110 chili sulla testa e sono quelli che permettono ad ogni tipo di spedizione di raggiungere il campo base dell’Everest.. Arrivano a 5000 metri a piedi nudi con gli infradito, con 50/60 chili sulla testa mentre noi, ma anche gli alpinistipiù esperti ci sentiamo fighi a portare il nostro zainetto.
Da adesso ogni giorno posso mandarvi un comunicato, la prova nel lago mi incuriosisce parecchio, e vi assicuro che non deve essere una cazzata.
Diario di viaggio di Gianluca Genoni
Piramide Ev-K2-CNR – Everest quota 5050mt.
29 settembre 2003
Ciao a tutti,
oggi ho fatto i primi test a 5050 metri, alla piramide del Cnr.
Oggi è un anno esatto dal record di Moneglia dell’anno scorso e quindi mi sono fermato a riflettere su quanto ho fatto in questi dodici mesi per essere qui adesso.
Volendo ben vedere, quello che ho fatto e che mi appresto a fare, nel suo genere è un record, e infatti anche il tempo di apnea che ho fatto a secco è stato identico a quello fatto durante il record di Moneglia, ho fatto 3’12” con una saturazione minima del 29% di ossigeno, percentuale da morte clinica. E’ incredibile come con l’aumentare della quota i tempi diminuiscono e lo sforzo fisico e mentale aumentano a dismisura.
Salire una rampa di scale di corsa è già uno sforzo.
Abbiamo fatto anche dei test neuro cognitivi, gli stessi fatti a livello del mare prima di partire, e la memoria e la capacità di concentrazione è calata di brutto.
Domani, tempo permettendo, partiamo di buon ora per un giro molto bello, campo base dell’Everest a 5600, per miglioraree l’acclimatamento, e come se non bastasse continuiamo passando dal Kala Pattar a pochi chilometri del confine del Tibet, un posto dove, a sentire i racconti,sembra di toccare l’Everest.
Torneremo solo a tarda sera per cui ci sentiamo dopo domani.
So che in Italia siete rimasti senza corrente per tutto il giorno, pensate che per noi la corrente da un po’ di giorni e un vero lusso, solo generatori e pile frontali, televisione telefono e tutto il resto inesistenti, compreso il riscaldamento nei Lodge, eppure si sopravvive benissimo anche se un bagno caldo è il desiderio un pò di tutti.
Documento medico
Durante il trekking verso la Piramide abbiamo sottoposto Gianluca Genoni ad alcuni test di apnea a secco, cioè in aria ambientale, nelle località di Namche Bazar (3450 m), Pheriche (4250 m) e alla Piramide (5050 m) e abbiamo preso in considerazione, tra l’altro, i valori di saturazione iniziale e finale nonché la durata dell’apnea stessa.
I risultati, visibili nelle figure allegate, indicano la variazione del profilo della saturazione ematica per l’ossigeno nel tempo. Essi ci dicono quanto segue:
• la durata dell’apnea peggiore a 3450 m è uguale alla durata dell’apnea migliore a 5050 m;
• la caduta di saturazione durante apnea ha un profilo più ripido quanto più in alto ci si trova;
• la capacità di arricchire il sangue d’ossigeno tramite l’iperventilazione pre-apnea diminuisce con la quota;
• aumenta però con l’altitudine la capacità di tollerare, seppur per pochi secondi, valori di saturazione terribilmente bassi (29 % contro il normale 97-98 % del livello del mare).
I prossimi esperimenti di questo genere terranno conto anche del costo energetico di tale attività e della produzione di anidride carbonica.
Diario di viaggio di Gianluca Genoni
Martedì 30 settembre 2003 – Piramide Ev-K2-CNR
purtroppo sono 2 giorni che nevica e fa un freddo cane.
Come al solito ho avuto un…a fortuna bestiale; normalmente i monsoni finiscono intorno al 30 agosto, occasionalmente hanno code sino al 15 settembre, quest’anno, cosa che a memoria di nepalese non trova riscontro, al primo di ottobre siamo ancora in pieno monsone.
Sono per il momento rinviate le escursioni al campo base a al Kala pattar speriamo di avere il tempo di farle più avanti.
Oggi abbiamo fatto nuovi test di apnea a secco rilevando altri valori, con l’utilizzo di un macchinario chiamato MetaMax, che misura il flusso di ossigeno e anidride carbonica, in questo modo abbiamo monitorato tutti i parametri respiratori pre apnea e subito dopo aver ricominciato la respirazione, venerdì giorno prima della partenza per il ritorno faremo gli ultimi test a secco. Abbiamo anche misurato l’acido lattico a riposo e dopo le prove di apnea; sarà interessante il confronto con i test che faremo nel lago.
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Intanto domani (mercoledì 1 ottobre) è arrivato il gran giorno, infatti, abbiamo deciso che si faranno le prove al lago, a meno che il tempo non peggiori ulteriormente (non vedo peraltro come possa) in qualsiasi caso abbiamo ancora 2 giorni a disposizione per ultimare i test e le riprese.
Abbiamo già predisposto tenda, gommone e portato un po’ di materiale subacqueo.
Non sono preoccupato per quello che devo fare, ma ho messo in preventivo di prendere un freddo cane, e spero che non sia peggio che al Breuil l’anno scorso
Vi assicuro che, dato il clima, mi sembra di essere in un posto simile alle nostre Alpi, ma appena mi ricordo dove sono finito e quello che sto per fare domani un pò mi emoziono, soprattutto quando il cielo è sereno e si vedono le montagne che mi circondano.
Mi sembra di essere perfettamente acclimatato alla quota, ma appena faccio i test in apnea, mi muovo, o faccio anche solo le scale mi viene un affanno incredibile e capisco di essere in una situazione assolutamente fuori dal comune.
Irripetibile esperienza.
Diario di viaggio di Gianluca Genoni
Mercoledì 1 ottobre 2003– lago superiore della Piramide
Ieri sera siamo andati a letto ( alle 9.30 come al solito) e nevicava, questa mattina come per magia ci siamo alzati e c’era il sole senza una nuvola o quasi e così siamo partiti e siamo andati al lago. Adesso mentre vi scrivo è già tutto di nuovo avvolto dalla nebbia, il monsone mi sa che non molla.
I miei assistenti, Lucio, Scipio e Claudio hanno preparato tutte le attrezzature, i medici hanno portato i loro macchinari, e io mi sono immerso.
La quota a cui è posto il lago è di circa 5200, la temperatura dell’acqua era di circa 5 gradi e ho resistito in acqua per quasi 1 ora e 40 minuti, un vero record.
Oggi in acqua pensavo di essere veramente solo e tranquillo in questo posto ai confini del cielo, ma ovviamente i medici e i miei assistenti,erano presenti, anche se molto discreti e mi hanno permesso di godermi appieno le mie apnee.
Primo tra tutti, Scipione che, dopo avermi seguito per tutti i record, non è mancato neanche in questa avventura, che per un siciliano doc come lui, deve essere stata alquanto impegnativa.
A poco a poco,ogni volta che alzavo la testa dall’acqua per respirare o per fare qualche test vedevo i bordi del lago sempre più popolati, ricercatori che alloggiavano anche loro alla piramide, alpinisti di passaggio e portatori incuriositi dalle gesta di un pazzo che con muta e pinne andava sott’acqua ed emetteva suoni strani prima di immergersi.
Tutti, anche se i più non capivano quello che stavo facendo, hanno assistito in religioso silenzio, proprio come succede quando faccio i record; la tensione che si percepiva nell’aria era tale da far capire senza parole che ciò a cui assistevano era un esperimento, per ora, primo e unico.
Devo dirvi che non sono affatto pentito di aver rinunciato a un anno di record per dedicarmi a questo esperimento, le emozioni sono davero tante e sono proprio loro che mi spingono avanti nella mia carriera di sportivo.
Le prove mediche hanno dato i seguenti risultati a
pnea statica 2’00” : meno che a secco ma più di Cervinia,
ho poi fatto delle apnea dinamiche e delle discese in assetto costante.
In assetto costante sono sceso sul fondo a circa 15 metri, con delle piccole soste, probabilmente la profondità massima del lago, i metri non sono certo tanti ma il mix di acqua fredda, rarefazione di ossigeno, ha reso la mia immersione oltremodo impegnativa.
I dati delle prove devono ancora essere elaborati, ve li comunicherò più avanti.
Comunque al di la dell’aspetto medico/scientifico, la cosa che più mi ha colpito oggi è stato immergermi in questo lago circondato dal verde e da queste vette infinite coperte di neve.
L’acqua era cristallina ed essere il primo ad aver fatto una immersione in queste acque mi riempe di soddisfazione.
Vi lascio immaginare la fatica che si fa a fare apnea in queste condizioni, come vi ho già detto vado in affanno solo salire le scale all’interno della piramide.
Al di la della fatica e del freddo domani tempo permettendo ritorneremo al lago per ultimare i test e le riprese
Gianluca
Diario di Viaggio di Gianluca Genoni
Venerdì 3 settembre 2003 – Piramide Ev-K2-CNR
Oggi abbiamo finito le prove al lago tra esami foto e filmati sono rimasto in acqua ancora quasi 2 ore, con l’acqua a 4/5 gradi, un freddo bestiale, ma quando sono uscito un po’ ero veramente molto dispiaciuto perché ero conscio che sicuramente questa sarebbe statal’ultima volta che mi immergevo in un ambiente simile. Una tristezza enorme mi ha catturato quando semi congelato ho rimesso gli scarponi e mi sono guardato attorno in questo paesaggio fantastico.
Nel pomeriggio siamo partiti e siamo saliti fino a circa 5.400 mt. di quota per vedere l’Everest al tramonto.
Domani faremo gli ultimi test a secco, dopo di che partiremo per un escursione a 5.600 metri dove si trova il campo base dell’Everest, non sono ancora sicuro se torneremo a tarda sera, o, come vogliono i miei assistenti Lucio e Scipio, pernotteremo in sacco a pelo per vedere l’alba l’indomani. Vi racconterò al mio ritorno.
Sabato prossimo alle ore 9.30 italiane ci sarà una video conferenza, in diretta dalla Piramide a Lecco, dove c’è un convegno di geografia. Molto importante.
Noi partiremo dalla piramide domenica mattina e faremo tutta la discesa in 2 giorni, martedì mattina abbiamo l’aereo per Katmandu: ultimo pericolo della nostra missione il volo con la Yeti Airline che solo dal nome può darvi un’idea di ciò che dovremo affrontare!
Ciao a tutti e a presto
Diario di viaggio di Gianluca Genoni
Sabato 4 ottobre 2003 – Piramide Ev-K2-CNR
Ciao,
vi scrivo le ultime notizie dalla piramide.
Oggi abbiamo fatto una
videoconferenza con Lecco, dove abbiamo illustrato la nostra serie di test
fatti al lago e a secco, e con questo abbiamo concluso i nostri impegni "lavorativi".
Questo pomeriggio masterizzeremo tutte le foto e domani mattima partiremo
per il rientro, per la videoconferenza siamo rimasti alla piramide solo io, Stefano Mazzoni (medico) e
Scipio (Massimo Grassadonia), gli altri sono partiti tutti oggi per fare il percorso di discesa con più calma.
Noi partiremo domani per Namche
Bazar e lì raggiungeremo il resto della truppa.
Lunedì sera è previsto l’arrivo a Lukla e martedì la partenza per Kathmandu, il tutto se il pilota della Yeti Airlines e il tempo lo permetteranno
Ieri intanto ho fatto l’ultima escursione e siamo andati al Kala Pattar a 5500
metri e abbiamo visto il tramonto sull’Everest accompagnati da un freddo bestiale, vi dico solo che si formava il ghiaccio sugli zaini.
Domani mattina la partenza: so già che un po’ questo posto mi mancherà, almeno
per qualche giorno, soprattutto perché so che sarà difficile tornarci, e
quasi impossibile fare un’ altra immersione che mi darà simili emozioni.
Un grosso ringraziamento al Cnr e alla persona di Gianpietro Verza che hanno
permesso di realizzare tutto il programma di questa spedizione.
Conclusioni
Il rientro a Kathmandu è stato reso difficoltoso dalla permanenza di alcuni membri della spedizione più a lungo del previsto, in Piramide, per via della videoconferenza.
La via del ritorno è stata percorsa in soli due giorni con inevitabili problemi di crampi e affaticamento ai componenti del gruppo di assistenza di Gianluca.
Problemi comunque di lieve entità che al rientro a Malpensa venerdì 10 ottobre, erano già stati dimenticati.
Si attendono le elaborazioni dei dati scientifici raccolti per valutarne l’importanza e le possibili applicazioni.
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