Autore: Claudio Di Manao
PSICOPATOLOGIA DELL’IMMERSIONE QUOTIDIANA…
La ‘pesata’
Anche questo argomento è all’origine di innumerevoli ed infinite discussioni tra divemasters e istruttori da un lato, subacquei dall’altro. E’ anche l’origine di malumori e ferimenti, sopratutto da parte dei corallli.
Spiacente signori, ma una settimana di timpano infiammato non vale cento anni d’acropora distrutti.
“Non riesco a scendere! Ho bisogno di almeno altri due chili!” Oppure sgonfiano il GAV e si schiantano al suolo con una nuvoletta, segnalandoti con la manina che ‘qualcosa non va’ con l’orecchio mentre precipitano.
Prima nota polemica: se i check dive fossero condotti con la dovuta accortezza questi episodi sarebbero per lo meno ‘rari’ invece di essere la ‘norma’.
Seconda nota polemica: se istruttori e divemasters si preoccupassero di spiegare che se due individui della stessa taglia e della stessa età, con la stessa identica attrezzatura affittata al diving usano l’uno 6 chili, l’altro 12, qualcosa certamente non va, farebbero un favore all’umanità subacquea. Non avrà a che fare, questo oscuro problema, con la respirazione o con quello che gli hanno insegnato al corso?
Corso? Che didattica? Che federeazione? I NOMI! Solleverò il vespaio, giuro, ma adesso non è il momento, non c’è lo spazio: concentriamoci sui piombi, sulle acropore e sui timpani… che si rompono. Sopratutto sulle acropore perchè ci tengo molto di più.
Non è difficile: se espiri riduci il volume dei polmoni. Se inspiri lo aumenti. Secondo la legge di Archimede se inspiri sali, se espiri scendi.
“Ho buttato fuori tutta l’aria, ma non riesco a scendere!!! Voglio altri 50 chili, anzi datemi l’ancora.” Lo sgaurdo è disperato, le braccia e le pinne turbinano in un mare di bolle.
Qualcuno, per non perdere tempo, lo fa: gli da 10 chili in più, fine della storia. Poi qualcun altro, che s’è fidato dell’istruttore che lo ha preceduto, si ritrova il soggetto in parete, con correnti discensionali, e lo vede sparire… diventare piccolo piccolo piccolo…. ma così piccolo che quasi non si vede più. Scusate il terrorismo, ma il mio incubo frequente è una mingherlina di 42 chili con 12 di zavorra, shorty da 3mm e bombola d’acciaio che con un ghigno diabolico, pieno del tuo e del suo destino si getta sul corner di Shark Reef, 900 metri di parete con discensionali FORTI.
Ho detto FORTI. Lo so che in Indonesia ne trovi di peggio, me ne sono accorto! ma quando col gav gonfio e pinneggiando verso l’alto per rimanere in quota le tue bolle vanno giù invece di salire, io le chiamo discensionali FORTI. Punto, anche se è ‘solo’ Ras Mohammed.
Qualcuno, per non perdere tempo, ti ha messo in barca uno con l’assetto di un’ancora e l’acquacità d’un secchio, su d’una immersione impegnativa.
Auguri.
“E’ il tuo lavoro” ti dicono. Senza dubbio lo è, ma c’è chi ha pagato la stessa identica cifra dei casinisti per vedere una guida che non fa altro che raccattare ancore o tirare giù turaccioli. E più te la cavi e peggio è!
più riesci a salvare capre e cavoli, più ti danno barche incasinate. “Ho bisogno di te in quell’inferno.” Sembra il breafing dei Navy SEALS , invece è il tuo diving centre.
Eppure sarebbe molto semplice. Basterebbe spiegare che se butti fuori l’aria scendi, se riempi i polmoni sali. Tutto qua? NOOOO! Se butti fuori l’aria e poi prendi subito un bel respirone stressato, non serve ad un emerito carciofo. (Ho detto carciofo). Devi aspettare prima di riprendere aria, o riprenderla paiano piano. Se hai faticato per raggiungere il punto d’immersione rilassati con 3 o 4 respiri LENTI E PROFONDI. Niente, non lo fanno. Due chili nelle saccocce del GAV, via per l’immersione…e ha ragione il mantice, il ciucciabombole, che protesta se non gli danno la 59 litri d’acciaio con 30 chili di zavorra.
Facendo così il ‘mantice’ sghignazza perchè sa di averla sempre vinta. E’ il bambino ciccioto in gita che piange perchè gli hai comprato solo un chilo di dolciumi e lui voleva 18 barattoli di nutella e che rischia di rovinarti la giornata. Tu glieli dai altrimenti ti rovina la giornata. Qualcuno dice che coi gatti non c’è niente da fare, non imparano un tubo, tanto vale dargliela vinta per non impazzire. Il mio gatto non s’azzarda a salire sul pianale della cucina, tantomeno sui tavoli mentre si mangia. So che quando non ci sono si prende delle libertà, ma quando ci sono se la prende al massimo con le tende. C’è voluta pazienza, tanta pazienza e tanto amore.
Un subacqueo è più stupido di un gatto? Con tutto il rispetto per Circe, la mia miciotta, direi che il rapporto peso-massa cerebrale di un umano è più alto di quello d’un gatto. Se la mia gatta riesce a stare lontana dai cibi e dai posti dove si preparano i cibi, un essere umano è sicuramente in grado di scendere semplicemente sgonfiando i polmoni, almeno in presenza del divemaster. Perchè non lo fa? Mistero della fede? Mistero delle connessioni neuronali in presenza di azoto?
Non lo fa perchè nessuno si è impegnato a spiegarlielo: nessuno si è impegnato ad imporglielo. ‘Imporre! Ecco: sei sempre il solito totalitarista!’ Spiacente, ma la legge d’Archimede non è soggetta a dibattiti parlamentari. E quando dico nessuno, non parlo solo della guida che gli ficca in tasca 2 chili… parlo di tutto quello che c’è a monte.
A questo punto vi chiederete: qual’è il metodo giusto per la pesata? Ci sono due scuole di pensiero, anzi 4. Ce ne sarebbero 10.000 ma possiamo raggrupparle in 4 ceppi filosofici.
Una scuola di pensiero vi obbliga a calcoli astonomici tra peso corporeo, spessore della muta, salinità dell’acqua e lega della bombola. Avete già capito che non ne uscirete mai fuori con un risultato congruo in un tempo utile per l’immersione.
Un’altra scuola di pensiero dice: meglio un chilo in più che un chilo in meno. Finchè è un chilo va bene, ma la faccenda non si riassume mai in UN SOLO CHILO. Il chilo in più te lo metti solo nel dubbio dell’attrezzatura nuova o di un’immersione in un ambiente (acqua dolce per i marini, salata per i lacustri) che non conosci. Un subacqueo sedicente esperto dovrebbe sapere, perchè gli è già successo, quanto gli serve ad una certa quota con la bombola vuota. (Maddài!deco cardiopalmo?)
Un’altra scuola di pensiero dice che col gav sgonfio, la bombola piena, trattenendo un respiro normale, dovreste galleggiare all’altezza degli occhi.
Un’altra scuola di pensiero (Jacques Cousteau) vi dice che dovreste essere neutrali con 50 bar a 5 metri.
Per me, in onore al sacrosanto principio: ‘Never Assume, Always Check and Check Twice’ (then wait for your surprise) valgono le ultime due. Insieme.
Controllate in superficie prima d’immergervi e poi controllate a 5 metri. Il contrario è logisticamente un po’ più scomodo.
State tranquilli che il vespaio è…on the way. Questo è solo un assaggio a quello che viene dopo.
Buone bolle a tutti.
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