Autore: Filippo Romeo
Dato che la primavera tarda ad arrivare, ho deciso di raccontarvi di un’immersione un po’… particolare, che sicuramente ricorda le fredde temperature invernali che sembra non vogliano lasciarci.
Risale a 2 mesi fa, nel giorno di San Valentino.
Lo so, normalmente è una giornata dedicata a ben altre faccende, ma anche stavolta la dolce Susy comprende e lascia correre (anche se è più preoccupata del solito).
Il caso vuole che proprio in questi giorni il gruppo Valtellina Sub di Sondrio organizzi un’immersione in alta quota (2000 mt. s.l.m.) sotto il ghiacciato lago Palù (Valmalenco-Sondrio), finalizzata ad un’esercitazione del Nucleo Sommozzatori Protezione Civile, ed aperta anche a subacquei non operanti nel Nucleo.
E così, dopo 2 secondi di riflessione per decidere se devo farla o meno, mi ritrovo in lista assieme ai miei sei compagni di immersione.
Dopo una notte in albergo, alle ore 07.00 siamo in attesa di prendere la funivia che ci porterà in quota. Le prime corse sono destinate ai soli subacquei, in modo da permettere il trasporto delle attrezzature necessarie non solo all’immersione, ma anche all’allestimento del campo. Infatti, assieme ai sub sono presenti anche operatori della Croce Rossa Italiana, che oltre ad intervenire in caso di necessità (ma si spera che non serva!!!) forniscono un paio di tende riscaldate veramente comode e provvedono a rifocillare i sub nel dopo-immersione.
Dopo un breve viaggio in funivia siamo in quota, e all’arrivo dei gatti delle nevi sistemiamo a bordo le attrezzature (ma solo quelle, le persone vanno a piedi).
Diverte vedere i primi sciatori che arrivano e ci guardano stralunati, ma d’altra parte l’avrei fatto anch’io anni fa.
Dopo la partenza dei "gatti" iniziamo la discesa lungo le piste (il lago si trova a una mezz’ora di cammino).
E’ completamente ghiacciato, ed il ghiaccio è ricoperto da un manto di neve che bisogna spalare via per fare i buchi nel ghiaccio e per permettere che la luce filtri lungo il percorso.
Primo (e unico) inconveniente: la motosega principale, che è anche la più veloce, proprio non ne vuole sapere di mettersi in moto così, mentre qualcuno cerca di sistemarla, si procede con quella di scorta, provvidenzialmente predisposta dagli organizzatori.
I fori da fare sono 4, quadrati e con circa 2 mt. di lato, e sono disposti a quadrato con un lato di 25/30 mt..Per ricavare ogni foro, bisogna togliere una decina di blocchi di ghiaccio.
Dopo duro lavoro, finalmente il primo blocco viene estratto dall’acqua, tirato con una fune da una decina di persone.
Lo spessore del ghiaccio è di 45/50 cm., meno del solito, stando a chi non è nuovo a questo tipo di esperienze.
Fortunatamente, dopo un paio d’ore, la motosega principale si mette in moto, e via via i blocchi vengono estratti e portati al centro del quadrato dove viene costruito un igloo. C’è anche un geologo che effettua alcune rilevazioni.
Finalmente arriva l’ora delle immersioni. I primi due sub, che fanno parte degli organizzatori, si immergono con le sagole guida da posizionare lungo il percorso, e alle quali tutti i subacquei verranno assicurati con un moschettone (per ovvi motivi di sicurezza).
Dato che si tratta di un’esercitazione della Protezione Civile, i primi sommozzatori ad entrare in acqua sono proprio gli operatori del Nucleo, ai quali ci accodiamo.
Dopo aver ritirato l’attrezzatura, finalmente il fatidico momento arriva anche per noi.
Alberto e Lorenza sono i primi ad entrare, seguiti da Macho e me (Filippo,n.d.a.). Seguiranno Paolo, Claudio e Naza (così li ho nominati tutti e non ci penso più…).
Mi siedo sul bordo del foro d’entrata e mi preparo. L’acqua è “freddina”, 2 o 3 °C, ma non appena entro in acqua me lo dimentico letteralmente, forse per la inevitabile tensione accumulata, forse perché sono troppo indaffarato a maneggiare la macchina fotografica da 30 euro acquistata in Mar Rosso l’estate scorsa che ho deciso di portare con me.
Dopo aver assicurato il moschettone alla sagola guida e aver dato l’OK al mio compagno Macho, ci immergiamo ed iniziamo il percorso.
L’acqua è scura, soprattutto sul fondo, dove si intravede la melma che lo ricopre.
Ci spostiamo lungo la sagola guardando in alto, nella direzione delle bolle che giunte a contatto con il ghiaccio si allargano e si spostano come se fossero di mercurio.
Il primo tratto è molto veloce, ma l’eccitazione non ci fa accorgere che stiamo pinneggiando come se fosse una gara.
Resto senza fiato quando arrivo in prossimità del primo dei due fori da cui si deve uscire e dire il proprio nome all’assistente di superficie: il gioco di colori è spettacolare, il fascio di luce che entra dall’alto crea un magnifico effetto ottico.
Continuo a scattare, ed ogni tanto mi guardo intorno, anche se c’è poco da vedere poiché lontano dal percorso il buio è pressoché totale.
La durata dell’immersione è di circa 15 minuti, così non ci si deve preoccupare più di tanto dell’aria nelle bombole. Anche la ridotta profondità (-2/3 mt.) gioca a nostro favore, in quanto alla fine dell’immersione il freddo comincia a farsi sentire (indosso una semistagna…).
L’uscita dall’acqua segna la fine di un’esperienza molto particolare, sicuramente positiva e da provare almeno una volta.
Da segnalare la perfetta organizzazione del Valtellina Sub, Protezione Civile e Croce Rossa Italiana.
P.S. : altre foto visibili alla pagina gallery del sito www.subcremona.com
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