È stata un’emozione incredibile. Ho udito per tutta l’immersione il canto delle balene. In verità non era un canto, ma sembrava più un discorso tra madre e figlio, che si dispiegava a diverse frequenze in suoni articolati e non ripetitivi.
La visibilità era molto scarsa e, si sa, in acqua non si può sapere da che parte proviene il suono. Forse anche questo ha contribuito a creare la magia. Cercavamo, cercavamo, la guida si spostava continuamente, percepiva la vicinanza delle balene, ma non riusciva a trovarle. D’altronde, le avevamo viste prima di immergerci: c’erano la madre e il suo piccolo, che respiravano in superficie, si immergevano, poi emergevano, sbuffavano in cicli ripetuti ogni dieci minuti circa.
Sarebbe stato magnifico vederle sott’acqua, ma comunque ascoltarle, immersi a pochi metri da loro, è stato toccante, uno di quei momenti intensi di commozione che rendono straordinarie alcune immersioni.
L’arcipelago Revillagigedo
Questa è stata una delle sedici immersioni che abbiamo fatto all’arcipelago Revillagigedo, al largo della Baja California, nel Pacifico messicano, nel corso di una crociera subacquea durata nove giorni, a trenta ore di navigazione e 365 km a sud-ovest di Cabo San Lucas.
Le isole che compongono l’arcipelago sono San Benedicto (Fig. 1), sede di un vulcano attivo (immersioni Cañon e Boiler), Socorro, altra isola vulcanica, rossa e rocciosa (immersioni a Punta Tosca e Cabo Pearce), Roca Partida, uno scoglio di una decina di metri più che un’isola vera e propria, affascinante perché attorno ad esso ruota un’intensa vita subacquea, e Clarion, molto lontana e non raggiunta nelle più comuni crociere.

Condizioni di immersione a Revillagigedo
Revillagigedo è un arcipelago vulcanico, aspro e con pochissimi abitanti, meta di viaggi subacquei eccezionali per l’ambiente in cui ci si immerge: un mare non particolarmente trasparente, freddo e con correnti, almeno nel periodo in cui siamo andati noi, cioè a marzo. Alcuni amici mi hanno riferito che in autunno le condizioni climatiche sono affatto diverse. Ma noi abbiamo avuto temperatura dell’acqua di 23°C, risacche e corrente a tratti molto forti, con necessità di rapide immersioni a GAV sgonfio, onde in superficie, che rendevano difficile la risalita sul gommone, vento così forte che il ponte della barca era ricoperto dalla cenere del vulcano, che veniva trasportata nell’aria e masticata sotto i denti.
Ma tutto questo non ha fatto che rendere le immersioni più suggestive, allineando la nostra prospettiva con quella della libertà assoluta della fauna acquatica, libera anche di incontrare anche l’uomo, atipico frequentatore del suo spazio. Si tratta di animali pelagici difficili da incontrare nei nostri mari, che, pertanto, rappresentano apparizioni quasi mistiche.
La fauna marina spettacolare
Le mante sono ovunque: ne abbiamo viste moltissime (Fig. 2). Si vedono in ogni immersione, sono curiose, si avvicinano fino a quasi sfiorarvi, accompagnate dalle remore. Il loro nuoto è più simile al volo di un uccello dall’apertura alare enorme.
Le due pinne cefaliche possono esser aperte in modo da convogliare i microorganismi verso l’apertura orale, oppure chiuse verso il corpo, in posizione di osservazione.
I delfini, che disperavamo di vedere, sono invece apparsi nelle ultime immersioni (Fig. 3). Disposti come in una formazione aerea acrobatica, ci sono venuti incontro velocissimi, usciti dalla nebbia del mare come siluri, il muso puntato su di noi, per poi guizzare rapidissimi con evoluzioni intorno a noi e scomparire con la stessa velocità con cui erano apparsi.


Il regno degli squali
Gli squali sono tanti. Alla sera la luce della barca richiama il plancton e questo sua volta richiama pesci sempre più grossi fino all’apice della catena alimentare. Gli squali, i lemon shark, iniziano a nuotare intorno alla barca al crepuscolo per diventare numerosi a notte, quando la caccia si fa intensa. Ne abbiamo contati fino a dieci intorno alla barca. Tuttavia, non abbiamo mai colto l’attimo della cattura di una preda, benché svariati pesci nuotassero insieme a loro. In base a cosa avviene la scelta del pasto? “Terrifying” ha commentate un inglese che osservava la scena.
Così, abbastanza impressionante è stata l’immersione al punto di pulizia degli squali (immersione il Cañon a San Benedicto). Nuotavano intorno a noi, troppi, forse una ventina. Indifferenti a noi per la verità, tranne uno, che ha tentato un avvicinamento per probabile curiosità e, allo scatto del flash, ha ripiegato fulmineo in un’altra direzione (Fig. 4). C’erano squali delle Galapagos, squali martello, squali pinna bianca, silk shark. Sul fondo, a circa 30 metri di profondità, nuotavano intorno ai loro scogli preferiti, a riposo dopo le fatiche notturne. Gli squali martello non erano numerosi. Si sono visti soprattutto in controluce, inconfondibili.
Siamo rimasti tutti impressionati dal restare immersi con così tanti squali, anche se ci hanno detto che non si sono mai verificati incidenti.
A Roca Partida abbiamo visto molti squali pinna bianca. Erano sistemati negli anfratti delle rocce e nelle piccole grotte, accalcati uno sopra l’altro per dormire (Fig. 5).
Naturalmente, abbiamo visto anche pesci tipici del luogo, come il Clarion angelfish (Fig. 6) e un’infinità di altri pesci, che però non risvegliavano granché la nostra attenzione, troppo focalizzata sui grandi animali.



Organizzare il viaggio a Revillagigedo
Il viaggio è lontano e caro. Siamo partiti da Milano, abbiamo fatto scalo a Francoforte, per poi prendere un volo della Condor diretto a San José del Cabo.
Nell’attesa di imbarcarci, abbiamo affittato un’auto e siamo andati a La Paz, luogo di meravigliose spiagge di sabbia bianca, tra cui la famosa Balandra, il cui fondo sabbioso crea sfumature di colore visibili dall’alto (Fig. 7). All’isola Espiritu Santu, vicina a La Paz, si può fare snorkelling con i leoni marini, molto socievoli. Per fortuna ci hanno dotati di una muta, perché l’acqua era molto fredda. Poi siamo andati verso nord fino a Loreto e abbiamo visitato un’isoletta vulcanica circolare, L’Isla Coronada, anch’essa abitata da leoni marini (Fig. 8).
La barca per la crociera era ormeggiata a San José del Cabo. Era la Quino El Guardian della flotta della compagnia Liveabord, un’agenzia di viaggi specializzata in crociere subacquee con sede ad Amsterdam. Si tratta di un barcone del 1980 con equipaggio messicano e clientela prevalentemente americana.
Un viaggio fantastico, conclusosi con la visita a Cabo San Lucas, località turistica frequentata da statunitensi, che ha spalancato violentemente la finestra sul mondo solito.


ll canto delle balene: arcipelago Revillagigedo – Messico (Cristiana Rollino e Attilio Eusebio)
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