Autore: Marco Mazzotta
INFORMAZIONI GENERALI
Regione: TOSCANA
Provincia: LIVORNO
Località: Torre di Calafuria.
Ubicazione: A sud di Livorno. Sulla costa dopo il poggi di Montenero tra la frazione di Antignano e Quercianella.
Distanza da Milano: circa 320 Km.
Parcheggio: a 100m, a pagamento solo d’estate
Diving più vicino: Subsonic.
Sito internet: http://utenti.tripod.it/Confucius/subsonic.htm
Ristorante: nello stesso edificio del diving.
Sito internet: www.precisamenteacalafuria.it/home.htm
Cenni storici:
Il luogo e caratterizzato da una torre costiera cinquecentesca (XVI secolo) a pianta quadrata con basamento a scarpa e corridoio di ronda sulla sommità a cui si accede da una solida scala rivolta verso terra. Su una lapide si legge Cosmus Medices Florentinae et Senarum Dux II. La torre, a picco sul mare, è anche conosciuta come torre dei Mattaccini. Originariamente alla sua base sorgevano alcuni fabbricati.
Costituisce un tipico esempio di manufatto voluto da Cosimo I a difesa della costa. Oltre all’avvistamento e alla segnalazione (la torre era in diretto collegamento visivo con le altre), il fortilizio adempiva alla funzione difensiva tramite le caditoie deputate a gettare sassi o olio bollente sulle teste degli assalitori.
Da circa un ventennio il mare prospiciente è diventato luogo di immersione per eccellenza per tutti i sub toscani che nei giorni festivi, fin dalle prime ore del mattino, prendono posizione con i loro pesanti borsoni sulle scoscese falesie intorno all’antica fortificazione.
IMMERSIONI:
Tipo: tutte da costa
Entrata: preferibilmente sotto il ponte di Calafuria entro la baia. La discesa, come la risalita è un poco faticosa e bisogna porre attenzione al terreno accidentato. L’entrata è facile, ma con mare mosso, essa si complica a causa della risacca .
Visibilità: generalmente intorno ai 10 m. Aumenta con i venti di scirocco ma diminuisce con i venti di maestrale che portano sospensione.
Temperatura: Si passa dai 12°/13° invernali (muta stagna o semistagna). ai 21°/22° estivi ( muta umida).
Profondità e durata: La morfologia del fondale si è impostata sul paleoalveo di un torrente che nell’ultimo periodo glaciale si gettava nel mare circa cento metri più basso di quanto faccia attualmente. L’arretramento e l’avanzamento della costa hanno inoltre prodotto una serie di paleo-coste (le duepiù alte attualmente sopra il livello marino), che hanno modellato il fondale in una tipica forma a gradoni. Così la profondità ed il tempo di permanenza sono in funzione del gradone al quale decidiamo di fermarci. Per questo Calafuria rappresenta la palestra ideale per i sub i quali possono facilmente modulare l’immersione secondo la propria esperienza. Comunque le profondità massima raggiungibile è intorno ai -40, -42m.
Biologia
Tipicamente mediterranea, e come potrebbe essere viceversa?
In particolare, è presente un coralligeno ben sviluppato già intorno a venti metri. Il corallo infatti è l’organismo più tipico del luogo, particolarmente abbondante e sviluppato soprattutto in cigliata.
Anche i nudibranchi sembrano prediligere i fondali della vecchia torre.
ALCUNI SEMPLICI ITINERARI CONSIGLIATI
LEGENDA:
Percorso in superficie: linea rossa continua _____________
Percorso in immersione:linea rossa tratteggiata —————-
I minuti riportati hanno solo valore indicativo di una pinneggiata senza fretta.
Delle volte è meglio il mare vederlo solo da riva!
1. IMMERSIONE SUL PALEOALVEO (x PRINCIPIANTI)
Livello: principianti.
Fondale: ciottoloso, in parte roccioso.
Profondità max: 19 m
Tempo totale: 42 min.
Inizio immersione: Raggiungere a nuoto in direzione 190° il punto di affondamento appena fuori la piccola baia dove daremo fondo al pallone su un fondale di circa 14m.
Descrizione:
1. Da 0’ a 6’. Raggiungimento del paleoalveo. I ciottoli arrotondati precludono la possibilità al subacqueo inesperto di ferirsi o di danneggiare l’attrezzatura durante la ricerca del giusto assetto
2. Da 6’ a 20’. Immersione sull’antico letto del fiume.Direzione 240° circa. Tra i ciottoli di chiara forma fluviale si possono facilmente scorgere diversi esemplari di anemoni (Anemonia sulcata ) talvolta con il loro caratteristico gamberetto ospite. È facile imbattersi pure in qualche spirografo, più raramente si trovano esemplari di gorgonia bianca. Si incrociano spesso branchi di salpe, occhiate e castagnole. In particolare durante il periodo estivo si osservano gli avannotti delle castagnole con la loro caratteristica livrea blu elettrico che cambierà a poco, a poco dopo breve tempo nel nero dell’esemplare adulto. Occasionalmente è stato incontrato anche qualche esemplare di pesce S. Pietro. Dopo 20’ si raggiunge la massima profondità (-19 m).
3. Da 20’ a 24’ . Si incontra la sponda rocciosa del fiume con la quale risaliamo fino a -14 puntando verso costa (dir 80°). La sponda è piena di anfratti dove talvolta è possibile incontrare qualche raro esemplare di murena. Talvolta è stata notatala presenza di Paguri Bernardo.
4. Da 24’ a 32’. Arriviamo alla base della costa proprio davanti alla torre dove tra i massi di una franata, dove è stata posta una targa, si possono facilmente incontrare polipi, più raramente piccole cerniei.
5. Il resto dell’immersione sarà dedicata al ritorno che seguendo la morfologia del fondo ci porterà gradatamente sotto il ponte da dove ci siamo calati in acqua. È possibile fare una sosta di sicurezza tra i -6 ed i -4 (a secondo della risacca ) sfruttando ancora una volta la dolcezza del fondale.
2. IMMERSIONE IN CIGLIATA – (ROTTA 180°)
Livello: intermedio
Fondale: prima posidonia, poi cigliata rocciosa con fondale fangoso.
Profondità max: 38/40 m
Tempo totale: 42 min.
Inizio immersione: Raggiungere a nuoto in direzione 190° il punto di affondamento. Trovare il punto di allineamento con un arco
Descrizione:
1. Da 0’ a 6’. Raggiungimento del punto di affondamento ai margini del paleoalveo.
2. Al 18’ si raggiunge la cigliata lasciando a sinistra delle targhette lasciate dalla Università di Pisa. La roccia precipita a perpendicolo con un salto di circa 15 metri, per arrestarsi a circa -40 metri contro un fondale fangoso molto fine dal quale emergono speroni rocciosi talvolta colonizzati da gorgonie bianche o rosse. La parete invece è ricca di anfratti dove dimorano aragoste. Il corallo rosso è molto abbondante ed i rametti a volte raggiungono la lunghezza di 10 cm. Sono presenti anche diversi esemplari di nudibranchi. Proseguendo verso sud a circa cinque minuti si può trovare un canyon riccamente adornato di corallo e auxinelle. Il contrasto di colore tra il giallo delle axinelle con il rosso delle lampade rende sotto la luce delle lampade rende il canyon particolarmente suggestivo, come molto suggestiva è poco più in alto una grotticella ricca di aragoste ed in parte percorribile. La deviazione per il canyon e la grotta è riservata solo a sub esperti e con consumi di aria moderati
3. Al 28’, per rimanere convenientemente entro la curva di sicurezza e rimanere con opportune scorte di aria si procede alla risalita Si raggiunge la sommità della cigliata a circa -20 m e si entra nelle praterie di posidonie dove sono stati segnalati rari esemplari di cavalluccio marino. Si raggiunge in breve tempo di nuovo la sponda del paleoalveo dove è stato visto anche il pesce S. Pietro. Rari sono i pesci pelagici in questa zona
4. L’ immersione dura in genere una quarantina di minuti. In questa immersione, come per tutte le altre, si può fare la tappa di sicurezza o di decompressione entro la cala di Calafuria sui ciottoli ad una profondità variabile dai 3 ai 5m. In questa immersione si può accumulare anche qualche minuto di deco, soprattutto se ripetitiva. Di solito si smaltisce sempre durante il ritorno per presentarsi già “puliti” alla sosta di sicurezza.
3. IMMERSIONE IN CIGLIATA – (ROTTA 210)
Livello: intermedio
Fondale: prima ciottoli, poi cigliata rocciosa con fondale fangoso.
Profondità max: 38/40 m
Tempo totale: 42 min.
Raggiungere a nuoto il punto di affondamento che è praticamente davanti alla Torre di Calafuria. È possibile in alternativa scendere direttamente dagli scogli sotto la torre, ma in questo caso bisogna porre particolare attenzione a non scivolare sulle alghe presenti.
Descrizione:
1. Da 0’ a 5’. Raggiungimento del punto di affondamento ai margini del paleoalveo, allineamento lato destro torre con segnale stradale, stimare circa sessanta metri di distanza dalla costa.
2. Da 5’ a 10’ si scorre il paleoalveo tenendosi la sponda a sinistra. La sponda è piena di nicchie e di anfratti dove è possibile scorgere qualche organismo. Conviene comunque tenersi sopra la sponda e non sul letto del fiume per non penalizzarci troppo nel conto dell’azoto. Non è raro in estate incontrare del pesce pelagico in cerca di cibo a contatto del termoclino.
3. Dopo circa 10’ si arriva alla cigliata dove la roccia sprofonda in un solo salto da 28-30 m ai 38-40 m dove sparisce entro un soffice fondale fangoso (fig.1). È opportuno cercare di evitare di sollevare il sedimento, si potrà così osservare alcune carcasse abbandonate sul fondo che servono da riferimento che siamo arrivati al posto giusto (alcuni fusti, una bombola ed una tramoggia, possibili resti delle attrezzature utilizzate per la costruzione del ponte- figg.:2, 3,). Le pareti risulteranno particolarmente ricche di corallo e di auxinelle che creeranno alla luce delle torce quel magnifico contrasto giallo e rosso (fig4).
Dopo circa 18’ Sono possibili leggere uscite dalla curva, di non più di due minuti che verranno facilmente smaltite durante il ritorno, che avverrà percorrendo la parte più interna della sponda, piena di buche ed anfratti che possono serbare varie sorprese.
4. L’immersione prevede una conclusione non prima di una quarantina di minuti, nella baia prospiciente il ponte dove verrà facilmente eseguita un’eventuale sosta di sicurezza o smaltire il resto della deco. Sarà facile scorgere a destra, sulla scogliera a circa 6m di profondità una targa posta tempo fa dai sub di Montecatini (figg:5,6).
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