Quasi ogni lago ha un punto di immersione chiamato “Le Macchine”, famoso quello di Moregallo sul lago di Como, diversi sono i punti conosciuti sul lago di Iseo e, ovviamente, non poteva mancare sul Garda. A Malcesine, sulla costa veronese del lago, c’è un’immersione dove si può fare un viaggio nella storia italiana delle automobili.
Anni ’50: il boom economico e la nascita delle icone automobilistiche
Negli anni ’50 l’Italia iniziava a vivere la rinascita, il boom economico, dopo i difficili anni della Seconda guerra mondiale le aziende produttrici di automobili, la Fiat, l’Alfa Romeo, intravedevano un futuro roseo, pensando a mettere sul mercato modelli adatti a tutti ed economicamente accessibili.
Nascevano così automobili rimaste nella storia, come la FIAT 600, la FIAT 1400 o la Giulietta, il cui nome venne scelto per ricordare la celebre opera Shakespeariana.
Relitti subacquei automobilistici e la storia di Malcesine
Ed è proprio i relitti di queste meravigliose autovetture che si possono vedere immergendosi a Malcesine, sul lago di Garda. Un sito d’immersione molto comodo, con un ampio parcheggio, a pagamento, a pochissimi passi dalla spiaggetta dalla quale si entra in acqua.
Il fondale fangoso degrada rapidamente e, in pochi minuti, si raggiungono profondità elevate.
Giulietta: l’auto per la famiglia che vince le corse
Il relitto più profondo è la Giulietta, a 59 metri circa, probabilmente risale agli anni dal 1957 al 1960. Arrivata sul mercato nell’aprile del 1955 come “l’auto per la famiglia che vince le corse” e uno slogan del tempo recitava: “la guida anche la mamma”, doveva rappresentare l’automobile della riscossa, venne utilizzata con successo nei rally, in gare in salita e in quelle di durata.
Seguirono poi altri modelli, la Giulietta spider, nell’ottobre dello stesso anno, la Sprint Speciale, in produzione dal 1957, auto con un motore da 100 CV e una velocità massima di 189 km/h, con un profilo basso e penetrante. Il nostro relitto dovrebbe essere la versione TI (Turismo Internazionale), appunto degli anni 57/60, con un motore da 65 CV, cambio al volante a 4 marce, 4 portiere e 4 posti, con un capiente bagagliaio.
Nel febbraio del ’61 venne raggiunto un traguardo molto significativo, che dimostrava il successo commerciale delle Giuliette nelle diverse versioni, 100.000 automobili prodotte e l’esemplare 100.001 venne tenuto a battesimo dall’attrice Giulietta Masina.
Fiat 1400: un’icona italiana con influenze americane
Risalendo di qualche metro, a -53 circa, c’è il relitto della Fiat 1400, in giornate di buona visibilità si può già avvistare dalla Giulietta, a vederla sembra un’auto americana degli anni ’20, infatti alcuni subacquei la chiamano la Cadillac. In realtà per la produzione di quest’auto la Fiat si affidò ad una azienda americana che produceva già da tempo carrozzerie di questo tipo, a scocca autoportante, che fornì l’assistenza tecnica necessaria per lo stampaggio e la saldatura dei lamierati.
Anch’essa risale agli anni Cinquanta, fu presentata nel marzo del 1950 al salone dell’automobile di Ginevra e venne prodotta fino al 1958, fu anche la prima automobile italiana ad avere una versione diesel e fu anche la prima ad essere prodotta su licenza, in Spagna, dalla SEAT.
Fiat 600: il mito della motorizzazione di massa
Qualche metro ancora più su troviamo un’altra FIAT storica, la 600.
Fu l’auto che segnò l’inizio della motorizzazione di massa, economicamente accessibile, di dimensioni contenute e compatte divenne un vero mito. La prima serie era caratterizzata dalle portiere che si aprivano controvento, aveva un motore da 633 cc e fu la prima FIAT ad essere prodotta in oltre un milione di esemplari.
Immersioni del lunedì, quelle speciali per pochi fortunati
Nel nostro gruppo subacqueo c’è il detto che di lunedì mattina si fanno immersioni speciali e per pochi fortunati, infatti, tra di noi, quelli liberi dal lavoro nel primo giorno della settimana si contano sulle dita di una mano. È proprio un lunedì mattina che ci troviamo a Malcesine per l’immersione sulle Macchine, siamo un bel gruppo, Luca Leati, Riccardo Stoppini, Alberto Tagliati ed io, tutti in circuito chiuso, l’unico in circuito aperto, con “bibo” e doppie decompressive è Alessandro Nisi.
Dopo aver preparato la nostra attrezzatura e completato il “Pre Jump Check”, percorriamo la poca strada che ci separa dalla fresca acqua del lago, in superficie controlliamo i bailout, respirando dai secondi stadi con la testa immersa, fissiamo le S80 ai D-Ring, controllo la mia attrezzatura fotografica e, quando siamo tutti pronti, ci scambiamo il segnale di OK, scarichiamo i GAV e cominciamo la nostra avventura. Per questo tuffo ho scelto come diluente una miscela trimix 15/55, nelle due bombole S80 di bailout ho un 21/35 e un EAN50, la profondità massima programmata è di 60 metri per 25’ di fondo.
Immersione subacquea tra i relitti del lago di Garda
Il fondo scende rapidamente e in pochi minuti raggiungiamo il relitto della Giulietta, il fondo è fangoso e, senza volerlo, solleviamo un po’ di sospensione che crea un effetto visivo particolare, ne approfitto per fare qualche scatto sfruttandolo. La mascherina con lo stemma della Alfa Romeo, era sul fondo davanti al relitto, l’abbiamo presa e sistemata sulla calandra, sul tetto dell’auto c’è un portapacchi, chissà magari i proprietari si trovavano a Malcesine in vacanza, per godere del clima mite del Garda e visitare la cittadina chiamata la “Perla del lago”.
La visibilità è buona, ci alziamo di qualche metro e intravediamo il secondo relitto, la FIAT 1400, avvicinandoci ammiriamo la sua linea che ci ricorda un’auto d’epoca americana, di quelle che si vedono ancora oggi circolare a Cuba e penso che in quegli anni le industrie automobilistiche italiane erano all’avanguardia, sfornando modelli che ancora oggi si lasciano ammirare per le loro linee.
L’auto non ha più il cofano e il portellone del bagagliaio posteriore, sul retro è stato posizionato un cartello con la scritta “Comune di Malcesine”, dal vano motore fuoriescono ciuffi di alghe, giriamo un po’ intorno al relitto curiosando al suo interno e scattando numerose foto che, grazie alla buona visibilità risultano chiare e luminose.
Ancora qualche metro più su c’è il terzo relitto, la FIAT 600, la portiera lato conducente completamente spalancata, come a volerci invitare ad entrare, anche qui manca il motore e il portellone posteriore. Illuminiamo l’interno guardando in ogni angolo cercando di avvistare qualche particolare interessante.
La risalita e l’ultima auto non identificata
Il tempo scorre velocemente e i nostri 25 minuti programmati sono giunti alla fine, siamo ad una profondità di 50 metri e cominciamo la nostra risalita smaltendo lentamente la deco accumulata. A 22 metri c’è un’altra sorpresa, un ulteriore relitto di auto, non sono riuscito però a identificarlo, è capovolto, completamente ricoperto di alghe e incrostazioni.
Continuiamo la nostra decompressione seguendo il fondale, avvicinandoci alla cima di risalita guardiamo tra i vari sassi inseguendo qualche persico o piccoli lucci.
Pensando ai relitti di queste auto meravigliose che avrebbero ad oggi, se restaurate e mantenute correttamente, un valore commerciale non indifferente, mi chiedo la causa di questi affondamenti, suppongo siano auto rubate e poi gettate nel lago, chissà.
Termina questa avventura e una volta fuori dall’acqua allegri ed entusiasti dell’immersione appena trascorsa ci accordiamo già per i prossimi tuffi del lunedì.
Note informative per l’immersione alle macchine di Malcesine
L’entrata per l’immersione si trova all’interno del parcheggio Retelino, un’area a pagamento situata dopo Malcesine in direzione Riva del Garda. Questo parcheggio è direttamente affacciato sul lago. A pochi passi dal parcheggio, troverete una piccola spiaggetta dalla quale è possibile entrare in acqua con facilità. Si consiglia di evitare il periodo estivo, in quanto un battello attracca nelle vicinanze.