La nomenclatura dei pesci può a volte presentare delle difficoltà.
Quando pubblichiamo le foto delle nostre immersioni cerchiamo di attribuire il nome corretto al pesce rappresentato. Tuttavia, la nomenclatura dei pesci può presentare delle difficoltà, soprattutto quando si tratta di specie diffuse in diverse parti del mondo e che hanno nomi locali diversi.
Prendiamo in esame il caso del Rastrelliger Kanagurta per valutare cosa sia meglio usare e in quali casi si può generare confusione usando nomi comuni, locali o descrittivi.
Rastrelliger kanagurta, ci vuole un po’ di perversione per pronunciare questo nome e pretendere che sia ascoltato. E allora ascoltatemi fino in fondo.
Rastrelliger kanagurta, noto anche come sgombro indopacifico, è uno sgombride diffuso in tutto l’oceano Indopacifico tropicale, compreso il Mar Rosso, ed è diventato una specie lessepsiana, ovvero presente anche nel Mediterraneo.
La sua caratteristica principale è quella di nutrirsi attraverso la filtrazione del plancton.
Interi banchi di questo pesce nuotano con la bocca spalancata, aprendola così tanto che è persino difficile da descrivere, e attraverso di essa si può vedere chiaramente il cestello branchiale che trattiene le particelle di plancton. Nella bellissima foto di Alex Mustard si può apprezzare questo dettaglio in tutto il suo splendore.
Ma vi sto parlando del Rastrelliger kanagurta per un altro motivo.
La confusione creata dai nomi comuni dei pesci
Il suo nome scientifico e la confusione che regna tra i nomi comuni. Molti usano il nome comune di sgombro striato, tenendo presente che lo sgombro è quasi sempre striato, chiamare uno sgombro “sgombro striato” genera solo confusione.
Ancora più confusione si genera con i nomi comuni, come “sgombro indiano” o peggio ancora, ho trovato su un sito internet una bellissima immagine di questi animali definiti “Spanish mackerel”, cioè sgombro spagnolo.
Ma “Spanish mackerel” è un’altra cosa, un altro animale, tra l’altro commestibile e molto buono. Da qui ancora più confusione.
I nomi descrittivi per la nomenclatura dei pesci
Un po’ meglio sono nomi descrittivi, come Long Jawed Mackerel, che sarebbe “sgombro dalla bocca lunga” in italiano, che almeno sono descrittivi e non lasciano molti dubbi.
Anche il nome comune Mackerel (“maccarello” in italiano) è ambiguo perché viene spesso usato per pesci appartenenti alla famiglia dei carangidi, che sono piccoli pesci di banco, molto veloci, di piccole o medie dimensioni, e che possono ricordare lo sgombro ma sono completamente diversi.
L’utilizzo dei nomi scientifici per la nomenclatura dei pesci
Nel dubbio, è sempre meglio usare il nome scientifico, Rastrelliger kanagurta, anche se ammetto che sembra un po’ esagerato
Lo svantaggio è che è un nome veramente perverso, il responsabile di questo nome è Cuvier, uno scienziato dell’Ottocento.
Non so perché abbia scelto un nome nativo così complicato per questo pesce, forse ha voluto omaggiare qualche nome locale appreso in India o nelle zone circostanti. In effetti, in India è questo pesce è conosciuto con nomi comuni che richiamano il nome “Kanagurta”.
A parte la complessità del nome in questo caso specifico, il principale vantaggio nell’utilizzare i nomi scientifici è che si riferiscono a quell’animale specifico e non ad altri, quindi lasciano spazio a fraintendimenti.
È solo questione di ripassare un po’ di latino e imparare alcuni nomi. D’altra parte, quando impariamo un nome, dobbiamo impararlo da zero, quindi che impariamo “sgombro Indo-Pacifico” o “Rastrelliger kanagurta” penso che faccia poca differenza. Auguri!
La nomenclatura scientifica: un sistema universale per identificare le specie viventi
La nomenclatura scientifica è un sistema di denominazione universale utilizzato per identificare in modo univoco e preciso le specie viventi. Essa si basa su un sistema binomiale, composto da due parole latine:
- Genere: indica il gruppo tassonomico più ampio a cui la specie appartiene, scritto con l’iniziale maiuscola.
- Epiteto specifico: indica la specie specifica all’interno del genere, scritto con l’iniziale minuscola.
Ad esempio, il nome scientifico del polpo e Octopus vulgaris:
- Octopus è il genere, che include anche lupi, coyote e volpi.
- vulgaris è l’epiteto specifico, che indica la specie di appartenenza
In alcuni casi l’epiteto specifico (o aggettivo specifico) può essere tra parentesi se il nome è stato cambiato, per esempio se la specie è stata attribuita ad un genere diverso.
Oltre al binomio, il nome scientifico può includere:
- Autore: il nome (o l’abbreviazione) dello scienziato che ha descritto la specie per la prima volta, seguito dall’anno di pubblicazione.
- Sottospecie: se necessario, un terzo termine può essere utilizzato per indicare una sottospecie all’interno della specie.
Funzione e vantaggi della nomenclatura scientifica:
- Universalità: il sistema binomiale è utilizzato in tutto il mondo, eliminando la confusione causata dai nomi comuni, che possono variare in base alla lingua e alla regione.
- Precisione: il nome scientifico identifica univocamente una specie, evitando ambiguità e fraintendimenti.
- Stabilità: i nomi scientifici non cambiano nel tempo, garantendo una nomenclatura stabile e duratura.
- Facilità di riferimento: la struttura binomiale facilita la memorizzazione e la ricerca di informazioni sulle specie.